LE RIVELAZIONI DI PALAMARA Dalle prime anticipazioni apparse sulla stampa in merito al libro scritto da Palamara, in collaborazione con Sallusti, emergono rivelazioni sconvolgenti. Ora, una premessa è doverosa: Palamara è uomo che non ha più molto da perdere e che ha dichiarato di voler parlare per smascherare un "sistema". Tuttavia, Palamara è anche uomo che si sta difendendo, quindi tutto quello che afferma va inquadrato in questa luce, che impone cautela. Non solo, le sue sono affermazioni "libere", rese al di fuori di un contesto di controllo ufficiale e di accertamento, quindi potrebbero, potenzialmente, essere infondate, distorte o non veritiere. Tuttavia, sia pure con le cautele doverose, alcune impressioni già emerse con la pubblicazione delle intercettazioni risultano tragicamente confermate e aggravate dalle anticipazioni del libro. Il quadro è quello di un potere giudiziario, di fatto, completamente asservito al potere esecutivo detenuto manu militari da una fazione politica da anni onnipotente in Italia, fazione che ha occupato tutte le istituzioni, i centri di potere politico-economico e i vertici apicali della pubblica amministrazione. In altri termini, dalle anticipazioni sembra emergere l'architrave sul quale si reggeva un regime politico-economico e di potere, fondato sul controllo militare del potere giudiziario, oltre che su di una sorta di totale sovrapposizione e indebita compenetrazione tra i poteri dello Stato. Il collegamento diretto con i sistemi di potere politico, reticolari, onnipotenti e pervasivi, è facilmente riconoscibile e chiaramente indicato. Il ruolo del CSM, organo di autogoverno della magistratura, appare terrificante: in contrasto con la figura che dovrebbe garantire la terzietà e l'imparzialità della magistratura, le parole di Palamara dipingono un organo che gestisce il potere in modo occulto, assoluto e con finalità politiche conclamate. E ovviamente, nella ricostruzione di Palamara, è il vertice del CSM ad avere un ruolo determinante: ossia, il suo presidente, che impartisce ordini, domina, dirige, senza lasciare spazio a diverse valutazioni. Il che, se dovesse corrispondere al vero, solleverebbe enormi problemi di sovvertimento del funzionamento delle Istituzioni statali, di compromissione alla radice dei principi costituzionali e, in ultima analisi, enormi problemi di democrazia. Le vicende giudiziarie che hanno riguardato Berlusconi sono portate ad esempio significativo del funzionamento della macchina di guerra: e in effetti, così come sono prospettate, fanno rabbrividire. Se il potere è rete, come dice Foucault, stanno forse venendo alla luce i fili della rete, gli snodi, le trame, le logiche. E una rete di potere, una volta che viene alla luce, è una rete che sta per essere sostituita, perchè diviene inservibile: ma non è detto che sia cambiata nel suo regime di base e di funzionamento. Personaggi come Palamara appaiono come una pedina di un sistema che ha altri e differenti Referenti maggiori: collocati nel mondo istituzionale, politico, giudiziario, imprenditoriale. Non vanno confusi i factotum con le menti che danno gli ordini. E c'è ancora molto da capire. Chissà se sarà permesso comprendere. Palamara ha comunque deciso di parlare. (
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