𝐁𝐚𝐬𝐭𝐚 𝐬𝐥𝐨𝐠𝐚𝐧 𝐝𝐢 #𝐝𝐞𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐞 #𝐬𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐬𝐮 #𝐢𝐦𝐦𝐢𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞 #𝐚𝐜𝐜𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚. 𝐎𝐜𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞 𝐭𝐫𝐨𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐬𝐨𝐥𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐚𝐞𝐬𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐟𝐢𝐝𝐚.
𝐋'𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚🇮🇹 è 𝐢𝐧𝐜𝐚𝐩𝐚𝐜𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐜𝐜𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞 anche un flusso controllato come quello degli afghani 🇦🇫 che avevano collaborato con noi e che da un anno a questa parte stiamo cercando di sottrarre alla furia dei talebani.
Un anno fa, in questi giorni, mentre i Talebani erano già entrati ad Herat e stavano per entrare a Kabul, la Difesa italiana si adoperava per far partire l'operazione #aquilaomnia. Furono giorni convulsi durante i quali, con un ponte aereo e con uno sforzo incredibile coordinato dal Covi al comando del Generale Portolano, siamo riusciti ad evacuare 5.011 persone di cui 4.890 cittadini afghani, tra cui 1.301 donne e 1.453 bambini.
Purtroppo in quelle ore concitate nell'aeroporto di Kabul non tutti sono riusciti a salire sugli aerei ed allora si è avviata l'Operazione Aquila Omnia 2, per evacuare gli aventi diritto dai paesi vicini all'Afghanistan.
𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐛𝐞𝐧𝐞? 𝐍𝐨, 𝐚𝐟𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨!
Attualmente ci sono persone entrate un anno fa che non hanno ancora nè una carta d'identità e nè una tessera sanitaria, ci sono altri che sono stati accolti in case che definire "bassi" è poco, altri ancora che vivono da un anno in albergo (con otto figli) e tanti altri che hanno venduto tutto ciò che avevano per prendere un visto per l'Iran o il Pakistan, su invito dell'Italia, ma poi le procedure di vetting (controllo), di rilascio del visto e di imbarco sono così lunghe che sono ormai diventati quasi dei mendicanti nei paesi di transito e dopo uno o due rinnovi di visto devono tornare in Afghanistan.
Sono fiera del fatto che il nostro Paese abbia deciso di dare accoglienza agi afghani ma mi vergogno di fronte ai tanti che soffrono anche per la nostra disorganizzazione!
Non so più cosa rispondere ai molti che si rivolgono a me in cerca di aiuto. Non so più cosa dire a Mustafà che mi scrive “𝐼 𝑝𝑟𝑎𝑦 𝑡𝑜 𝑦𝑜𝑢 𝑚𝑜𝑡ℎ𝑒𝑟, 𝐼 𝑝𝑟𝑎𝑦 𝑡𝑜 𝐼𝑡𝑎𝑙𝑦 𝑎𝑛𝑑 𝑡𝑜 𝑎𝑙𝑙 𝑐𝑜𝑢𝑛𝑡𝑟𝑖𝑒𝑠 𝑠𝑜 𝑡ℎ𝑎𝑡 𝑡ℎ𝑒𝑦 𝑤𝑖𝑙𝑙 𝑛𝑒𝑣𝑒𝑟 𝑏𝑒 𝑑𝑒𝑠𝑡𝑟𝑜𝑦𝑒𝑑 𝑙𝑖𝑘𝑒 𝑚𝑦 𝑐𝑜𝑢𝑛𝑡𝑟𝑦, 𝑎𝑛𝑑 𝑝𝑒𝑜𝑝𝑙𝑒 𝑤𝑖𝑙𝑙 𝑛𝑒𝑣𝑒𝑟 𝑏𝑒 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑙𝑎𝑐𝑒𝑑 𝑙𝑖𝑘𝑒 𝑢𝑠 𝑎𝑛𝑑 𝑡ℎ𝑒 𝑈𝑘𝑟𝑎𝑖𝑛𝑖𝑎𝑛𝑠. 𝐼𝑡 𝑖𝑠 𝑎𝑠 𝑖𝑓 𝐺𝑜𝑑 𝑐𝑟𝑒𝑎𝑡𝑒𝑑 𝑢𝑠 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑙𝑎𝑐𝑒𝑑, 𝑎𝑛𝑑 𝑤𝑒 𝑚𝑢𝑠𝑡 𝑎𝑙𝑤𝑎𝑦𝑠 𝑙𝑖𝑣𝑒 𝑖𝑛 𝑚𝑖𝑠𝑒𝑟𝑦 𝑎𝑛𝑑 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑙𝑎𝑐𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡.”
Mi dice che in Iran non gli permettono di lavorare e loro hanno finito i soldi mentre il visto sta per scadere. Inoltre la cognata aspetta un bambino che, se nascerà in Iran, non potrà avere un passaporto perchè dovrebbero tornare in Afghanistan per averlo.
C’è poi Shoka, che ha dovuto vendere anche gli anelli di matrimonio e non ha più di che vivere, e c’è Harash che mi scrive “𝐷𝑜𝑝𝑜 𝑢𝑛 𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑛𝑜𝑛 ℎ𝑜 𝑖𝑙 𝑝𝑒𝑟𝑚𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑠𝑜𝑔𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜, 𝑁𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛𝑎 𝑡𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑎 𝑠𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖𝑎, 𝑁𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑎𝑟𝑡𝑎 𝑑'𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖𝑡𝑎̀, 𝑛𝑒𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑎𝑟𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑐𝑟𝑒𝑑𝑖𝑡𝑜. 𝑁𝑜𝑛 𝑠𝑜 𝑑𝑎𝑣𝑣𝑒𝑟𝑜 𝑐𝑜𝑠𝑎 𝑓𝑎𝑟𝑒. 𝐷𝑜𝑣𝑒 𝑑𝑜𝑣𝑟𝑒𝑖 𝑎𝑛𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑒 𝑑𝑜𝑣𝑒 𝑑𝑜𝑣𝑟𝑒𝑖 𝑔𝑟𝑖𝑑𝑎𝑟𝑒?𝑉𝑜𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑑𝑖𝑟𝑒. 𝐻𝑜 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑎𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑙'𝑒𝑠𝑒𝑟𝑐𝑖𝑡𝑜 𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑖𝑛 𝐴𝑓𝑔ℎ𝑎𝑛𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛 𝑝𝑒𝑟 13 𝑎𝑛𝑛𝑖. 𝑁𝑜𝑛 𝑑𝑜𝑣𝑟𝑒𝑖 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑠𝑖̀. 𝑈𝑛 𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑠𝑡𝑖𝑛𝑜. 𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑢𝑛 𝑚𝑖𝑜 𝑑𝑖𝑟𝑖𝑡𝑡𝑜. “
E loro sono solo alcune delle persone le cui vite pendono dalle nostre incapacità e incongruenza. Altri si rivolgono ad altre persone per chiedere aiuto.
𝐌𝐢 𝐚𝐩𝐩𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐚𝐢 𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐟𝐞𝐬𝐚, 𝐄𝐬𝐭𝐞𝐫𝐢 𝐞 𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞̀ 𝐟𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐬𝐮𝐛𝐢𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐨, 𝐩𝐞𝐫 𝐨𝐫𝐚, 𝐥𝐚 𝐬𝐢𝐭𝐮𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐟𝐠𝐡𝐚𝐧𝐢. E' una questione di serietà e civiltà.
Credo che sarebbe quanto meno stato necessario nominare un commissario all’emergenza profughi afghani perchè il risultato di tre ministeri che lavorano insieme non è positivo anche se singolarmente stanno facendo il massimo.
𝐈𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐚𝐩𝐩𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐢𝐧𝐨𝐥𝐭𝐫𝐞 𝐞̀ 𝐚 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞̀ 𝐢𝐧 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐚𝐦𝐩𝐚𝐠𝐧𝐚 𝐞𝐥𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐬𝐢 𝐞𝐯𝐢𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐮𝐭𝐢𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐢𝐦𝐦𝐢𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐫𝐢𝐟𝐮𝐠𝐢𝐚𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐩𝐨𝐥𝐚𝐫𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐞𝐧𝐬𝐨 𝐞 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐜𝐞 𝐬𝐢 𝐜𝐨𝐥𝐠𝐚 𝐥'𝐨𝐜𝐜𝐚𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐟𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐞𝐭𝐚̀ 𝐢𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐚 indipendentemente dalle posizioni di partito che vanno messe in dubbio e confrontate per arrivare a scegliere una strategia.
𝐋'𝐢𝐦𝐦𝐢𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐮𝐧𝐨 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐚 𝐈𝐛𝐫𝐢𝐝𝐚 𝐝𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐏𝐚𝐞𝐬𝐢 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐧𝐢𝐞𝐫𝐢, 𝐬𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐥𝐯𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐢𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐝𝐢 𝐚𝐟𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐚𝐫𝐥𝐚, 𝐬𝐚𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐞𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐨 𝐠𝐞𝐨𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐨.
𝐋'𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚🇮🇹 è 𝐢𝐧𝐜𝐚𝐩𝐚𝐜𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐜𝐜𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞 anche un flusso controllato come quello degli afghani 🇦🇫 che avevano collaborato con noi e che da un anno a questa parte stiamo cercando di sottrarre alla furia dei talebani.
Un anno fa, in questi giorni, mentre i Talebani erano già entrati ad Herat e stavano per entrare a Kabul, la Difesa italiana si adoperava per far partire l'operazione #aquilaomnia. Furono giorni convulsi durante i quali, con un ponte aereo e con uno sforzo incredibile coordinato dal Covi al comando del Generale Portolano, siamo riusciti ad evacuare 5.011 persone di cui 4.890 cittadini afghani, tra cui 1.301 donne e 1.453 bambini.
Purtroppo in quelle ore concitate nell'aeroporto di Kabul non tutti sono riusciti a salire sugli aerei ed allora si è avviata l'Operazione Aquila Omnia 2, per evacuare gli aventi diritto dai paesi vicini all'Afghanistan.
𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐛𝐞𝐧𝐞? 𝐍𝐨, 𝐚𝐟𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨!
Attualmente ci sono persone entrate un anno fa che non hanno ancora nè una carta d'identità e nè una tessera sanitaria, ci sono altri che sono stati accolti in case che definire "bassi" è poco, altri ancora che vivono da un anno in albergo (con otto figli) e tanti altri che hanno venduto tutto ciò che avevano per prendere un visto per l'Iran o il Pakistan, su invito dell'Italia, ma poi le procedure di vetting (controllo), di rilascio del visto e di imbarco sono così lunghe che sono ormai diventati quasi dei mendicanti nei paesi di transito e dopo uno o due rinnovi di visto devono tornare in Afghanistan.
Sono fiera del fatto che il nostro Paese abbia deciso di dare accoglienza agi afghani ma mi vergogno di fronte ai tanti che soffrono anche per la nostra disorganizzazione!
Non so più cosa rispondere ai molti che si rivolgono a me in cerca di aiuto. Non so più cosa dire a Mustafà che mi scrive “𝐼 𝑝𝑟𝑎𝑦 𝑡𝑜 𝑦𝑜𝑢 𝑚𝑜𝑡ℎ𝑒𝑟, 𝐼 𝑝𝑟𝑎𝑦 𝑡𝑜 𝐼𝑡𝑎𝑙𝑦 𝑎𝑛𝑑 𝑡𝑜 𝑎𝑙𝑙 𝑐𝑜𝑢𝑛𝑡𝑟𝑖𝑒𝑠 𝑠𝑜 𝑡ℎ𝑎𝑡 𝑡ℎ𝑒𝑦 𝑤𝑖𝑙𝑙 𝑛𝑒𝑣𝑒𝑟 𝑏𝑒 𝑑𝑒𝑠𝑡𝑟𝑜𝑦𝑒𝑑 𝑙𝑖𝑘𝑒 𝑚𝑦 𝑐𝑜𝑢𝑛𝑡𝑟𝑦, 𝑎𝑛𝑑 𝑝𝑒𝑜𝑝𝑙𝑒 𝑤𝑖𝑙𝑙 𝑛𝑒𝑣𝑒𝑟 𝑏𝑒 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑙𝑎𝑐𝑒𝑑 𝑙𝑖𝑘𝑒 𝑢𝑠 𝑎𝑛𝑑 𝑡ℎ𝑒 𝑈𝑘𝑟𝑎𝑖𝑛𝑖𝑎𝑛𝑠. 𝐼𝑡 𝑖𝑠 𝑎𝑠 𝑖𝑓 𝐺𝑜𝑑 𝑐𝑟𝑒𝑎𝑡𝑒𝑑 𝑢𝑠 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑙𝑎𝑐𝑒𝑑, 𝑎𝑛𝑑 𝑤𝑒 𝑚𝑢𝑠𝑡 𝑎𝑙𝑤𝑎𝑦𝑠 𝑙𝑖𝑣𝑒 𝑖𝑛 𝑚𝑖𝑠𝑒𝑟𝑦 𝑎𝑛𝑑 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑙𝑎𝑐𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡.”
Mi dice che in Iran non gli permettono di lavorare e loro hanno finito i soldi mentre il visto sta per scadere. Inoltre la cognata aspetta un bambino che, se nascerà in Iran, non potrà avere un passaporto perchè dovrebbero tornare in Afghanistan per averlo.
C’è poi Shoka, che ha dovuto vendere anche gli anelli di matrimonio e non ha più di che vivere, e c’è Harash che mi scrive “𝐷𝑜𝑝𝑜 𝑢𝑛 𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑛𝑜𝑛 ℎ𝑜 𝑖𝑙 𝑝𝑒𝑟𝑚𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑠𝑜𝑔𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜, 𝑁𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛𝑎 𝑡𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑎 𝑠𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖𝑎, 𝑁𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑎𝑟𝑡𝑎 𝑑'𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖𝑡𝑎̀, 𝑛𝑒𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑎𝑟𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑐𝑟𝑒𝑑𝑖𝑡𝑜. 𝑁𝑜𝑛 𝑠𝑜 𝑑𝑎𝑣𝑣𝑒𝑟𝑜 𝑐𝑜𝑠𝑎 𝑓𝑎𝑟𝑒. 𝐷𝑜𝑣𝑒 𝑑𝑜𝑣𝑟𝑒𝑖 𝑎𝑛𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑒 𝑑𝑜𝑣𝑒 𝑑𝑜𝑣𝑟𝑒𝑖 𝑔𝑟𝑖𝑑𝑎𝑟𝑒?𝑉𝑜𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑑𝑖𝑟𝑒. 𝐻𝑜 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑎𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑙'𝑒𝑠𝑒𝑟𝑐𝑖𝑡𝑜 𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑖𝑛 𝐴𝑓𝑔ℎ𝑎𝑛𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛 𝑝𝑒𝑟 13 𝑎𝑛𝑛𝑖. 𝑁𝑜𝑛 𝑑𝑜𝑣𝑟𝑒𝑖 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑠𝑖̀. 𝑈𝑛 𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑠𝑡𝑖𝑛𝑜. 𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑢𝑛 𝑚𝑖𝑜 𝑑𝑖𝑟𝑖𝑡𝑡𝑜. “
E loro sono solo alcune delle persone le cui vite pendono dalle nostre incapacità e incongruenza. Altri si rivolgono ad altre persone per chiedere aiuto.
𝐌𝐢 𝐚𝐩𝐩𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐚𝐢 𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐟𝐞𝐬𝐚, 𝐄𝐬𝐭𝐞𝐫𝐢 𝐞 𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞̀ 𝐟𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐬𝐮𝐛𝐢𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐨, 𝐩𝐞𝐫 𝐨𝐫𝐚, 𝐥𝐚 𝐬𝐢𝐭𝐮𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐟𝐠𝐡𝐚𝐧𝐢. E' una questione di serietà e civiltà.
Credo che sarebbe quanto meno stato necessario nominare un commissario all’emergenza profughi afghani perchè il risultato di tre ministeri che lavorano insieme non è positivo anche se singolarmente stanno facendo il massimo.
𝐈𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐚𝐩𝐩𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐢𝐧𝐨𝐥𝐭𝐫𝐞 𝐞̀ 𝐚 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞̀ 𝐢𝐧 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐚𝐦𝐩𝐚𝐠𝐧𝐚 𝐞𝐥𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐬𝐢 𝐞𝐯𝐢𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐮𝐭𝐢𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐢𝐦𝐦𝐢𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐫𝐢𝐟𝐮𝐠𝐢𝐚𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐩𝐨𝐥𝐚𝐫𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐞𝐧𝐬𝐨 𝐞 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐜𝐞 𝐬𝐢 𝐜𝐨𝐥𝐠𝐚 𝐥'𝐨𝐜𝐜𝐚𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐟𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐞𝐭𝐚̀ 𝐢𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐚 indipendentemente dalle posizioni di partito che vanno messe in dubbio e confrontate per arrivare a scegliere una strategia.
𝐋'𝐢𝐦𝐦𝐢𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐮𝐧𝐨 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐚 𝐈𝐛𝐫𝐢𝐝𝐚 𝐝𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐏𝐚𝐞𝐬𝐢 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐧𝐢𝐞𝐫𝐢, 𝐬𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐥𝐯𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐢𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐝𝐢 𝐚𝐟𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐚𝐫𝐥𝐚, 𝐬𝐚𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐞𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐨 𝐠𝐞𝐨𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐨.