ℹ️
VITA DA UPP: DUE ANNI DOPO SIAMO TORNATI DAI PRECARI DELLA GIUSTIZIA:
ECCO COME È ANDATA ℹ️
Era il 2023 quando realizzammo
la nostra prima intervista agli Addetti all'Ufficio per il Processo (
leggi). All'epoca si era nel pieno della polemica, rilanciata anche a mezzo stampa,
sulla presunta inutilità del ruolo di AUPP. Fioccando le polemiche politiche,
avevamo deciso di dare voce agli AUPP stessi, perché, se sparare non è mai bello, ancora meno lo è farlo contro chi non può difendersi.
Due anni dopo siamo tornati a intervistare i precari della Giustizia e stavolta non sono solo Addetti. Alcuni li avevamo già sentiti due anni fa e sono del "primo scaglione", altri provengono dal secondo concorso. ❗️Come nella prima intervista,
i nomi che leggerete sono stati cambiati per tutelare la privacy degli intervistati, non corrispondono quindi a persone reali. I Distretti, però, sono reali.
Giada del distretto di Torino è una nostra vecchia conoscenza. AUPP della prima ora, nella precedente intervista ci aveva fatto
un ritratto a tinte fosche sui rapporti con le altre figure professionali. Oggi, poco è cambiato, ci conferma:
c'è tensione "a causa della non meglio chiarita ripartizione delle attività spettanti a ciascun profilo". E siccome, per lei, il futuro degli AUPP è diventare "
funzionari d'udienza", poco allettata dall'idea, ha deciso di dimettersi in favore di un'altra PA.
Anche
Teresa del distretto di Napoli è un'Addetta del primo concorso e anche per lei i rapporti, sebbene all'inizio più distesi,
sono ora più freddi con le altre professionalità.
L'arretrato non sta diminuendo - aggiunge - visto che "i giudici si limitano ad usare le nostre bozze, abbiamo solo reso il loro lavoro più comodo". E conclude: "
Siamo dei para-magistrati a buon prezzo".
Sulla stessa onda si inserisce
Sonia del distretto di Venezia, secondo cui "i rapporti con le altre figure professionali non sono semplici", anzi "è la parte più stressante del lavoro". Un lavoro connotato, in molti casi, da "superficialità e incompetenza".