L'odore acre di un corpo in decomposizione conduce al ritrovamento del cadavere di Emanuele Scieri. Lo rinvengono sotto un tavolo ai piedi di una torre, utilizzata per stendere i paracadute, nella base militare di Gamerra, vicino Pisa, campo di addestramento della Folgore.
Formalmente era scomparso tre giorni prima, il 13 agosto 1999, poco prima del contrappello delle 23:00. I parà della Folgore, dove era arrivato nel luglio del 1999, lo avevano soprannominato "avvocato". E non solo perché era laureato in legge, ma soprattutto perché difendeva sempre i suoi commilitoni. Da chi li difendeva? Dalle pratiche di nonnismo diffuse nel reparto, diceva qualcuno.
Perché la Folgore all'epoca era comandata dal generale Enrico Celentano, uno che aveva diffuso un manoscritto in cui, oltre a frasi come "o Gesù dagli occhi buoni, fa’ morir tutti i terroni", erano presenti indicazioni precise su come mettere in atto le pratiche necessarie a punire gli allievi che non erano abbastanza "duri" o che non si attenevano a certe regole non scritte.
5 E forse Emanuele era stato uno di questi. Uno a cui certe cose che accadevano in caserma non andavano giù, che non stava zitto e che non si voltava dall'altra parte. Così quando Calogero Cirneco, comandante della scuola di addestramento di Pisa, aveva detto che Emanuele era salito sulla torre ed era caduto, non tutti gli avevano creduto. "Forse voleva ammirare le luci della caserma dall'alto, oppure, che so, cercare una ricezione migliore per il telefonino". Così aveva detto Cirneco, che però non era riuscito a spiegare molte cose. Come mai, ad esempio, né il 13 né il 14 Emanuele fosse stato cercato e come mai neanche il 15, nonostante un'ispezione, il suo corpo non fosse stato rinvenuto.
Dopo anni di omertà, nel 2017 la procura di Pisa riaprì il caso a seguito del lavoro svolto da una commissione parlamentare d'inchiesta. Secondo quanto ricostruito dalla commissione e dalla magistratura, la sera del 13 agosto 1999, dopo essere stato costretto a spogliarsi e aver subito percosse, Scieri era stato obbligato a salire sulla torre di asciugatura dei paracadute. Qui i militari gli avevano premuto con gli scarponi sulle nocche delle dita, provocando la sua caduta. Dopo l’impatto i responsabili avevano cercato di occultare il corpo. Le perizie disposte dai giudici avevano accertato che il giovane era morto dopo alcune ore di agonia, e che un intervento tempestivo avrebbe potuto salvarlo.
A seguito di un lungo processo due ex caporali della Folgore, Alessandro Panella e Luigi Zabara, nel 2021 sono stati condannati per omicidio volontario aggravato in concorso per la morte di Emanuele Scieri. Sentenza confermata in appello nel 2024.
A Emanuele e ad altre 364 persone, direttamente o indirettamente uccise dalle istituzioni italiane, è dedicato il nostro ultimo libro “Morire di Stato”. Lo trovate qui:
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