META VS SIAE: ZUGZWANG ♟
Meta vs SIAE come Hitler vs Stalin. Uno scontro dove, chiunque vinca,
noi avremo perso. Questa è sostanzialmente la descrizione dell'evento in corso da parte del pubblico spettatore di una sfida di cui non si comprendono completamente gli interessi in gioco, ma
sulla quale si catalizzano le antipatie e le insofferenze accumulate negli anni. Insofferenze contro
i "cerchi magici" e
i sistemi di potere; contro
le corporazioni e
i gruppi di interesse — tutti rappresentati da SIAE.
L'umile opinione di chi vi scrive è che
l'Italia non sia mai stata un Paese granché liberale. Non ho dunque difficoltà a riconoscere, nell'intervento di oggi dell'AGCM,
un desiderio da parte delle istituzioni di "proteggere" quel sistema di leve e poteri su cui si regge la realtà economica di questo Paese. L'AGCM, in altre parole, ha giocato uno
zugzwang su Meta: una mossa che negli scacchi
costringe l'avversario a muovere, pagando però un prezzo strategicamente molto alto — in questo caso,
la riapertura delle trattative, e la fornitura dei dati.
SIAE parla di «
armi pari» ed «
equa remunerazione». Certo,
quanto è bella la liberalizzazione delle informazioni – peccato che piaccia solo
quando danneggia il concorrente. Vi faccio pochi esempi, coinvolgendo unicamente gli attori in gioco:
🔸
SIAE chiede la liberalizzazione dei dati sulle quote di mercato dei sindacati degli artisti, scelta
rifiutata (o ignorata)
da Soundreef;
🔹
Optima chiede la liberalizzazione dei dati sui compensi della quota privata, richiesta
rifiutata da SIAE;
🔸
SIAE chiede la liberalizzazione dei dati sui compensi dei brani italiani, proposta
rifiutata da Meta.
Mi pare evidente che
SIAE sia ipocrita e
utilizzi il concetto di “liberalizzazione” solamente quando le fa comodo, alla pari di un grimaldello contrattuale.
Chiagni e fotti, direbbero.
Dobbiamo però porci una domanda: se leviamo dal piatto tutta quella patina di antipatia che riserviamo a SIAE, vero specchio del clientelismo italiano,
cosa vediamo?
Il nostro riflesso: perché noi stessi
vogliamo che le trattative siano trasparenti, che il "sistema Italia" diventi
più giusto e pulito. Se davvero crediamo in tutto questo — e se la legge lo prevede (la Direttiva Copyright) —,
è giusto che Meta fornisca i dati di utilizzo delle musiche SIAE, e che si facciano le dovute considerazioni economiche.
Meta non deve essere costretta ad accettare (sarebbe pazzesco altrimenti): una volta adempiuti gli obblighi di legge, Meta potrà continuare a rifiutare le musiche SIAE, e viceversa.
Qual è il
succo della storia per noi umili utenti? Che dovremmo imparare a
capire il valore dei dati. Le battaglie per la privacy e la protezione dei dati personali sono nate dalla
consapevolezza del valore delle informazioni; se è vero che i dati personali vanno protetti,
i dati di mercato vanno resi pubblici, per garantire
lo sviluppo di un sistema economico più equo e trasparente. Tocca alle autorità mettere in pratica questa visione,
ma sta a noi farci sentire.