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AUSTRALIA: VERSO LO SDOGANAMENTO DELLA VERIFICA BIOMETRICA SUI SOCIAL
Per vietare i social ai minorenni richiederanno a chiunque apra un nuovo account di verificare la propria identità.
1) LA SOLITA RETORICA DELLA TUTELA DEI MINORI CHE TRADISCE ALTRO
Il governo sta discutendo il piano di vietare i social network a tutti i minori di 16 anni. Nell'emendamento all'online safety act anche se il minore dovesse violare il divieto, non scatterebbe alcuna sanzione né verso i suoi genitori, ma solo verso le aziende con una sanzione di 9,9 - 49,5 milioni di dollari. Ci saranno anche piattaforme, denominate "a basso rischio", dove i minorenni potranno continuare a stare. Il vero fine della legge è utilizzare la scusa dei minorenni per imporre una forma di sorveglianza biometrica. Infatti si parla esplicitamente di introdurre tra gli strumenti di verifica dell'identità i dati biometrici come la scannerizzazione del proprio volto e il proprio documento di identità. Nel memorandum viene spiegato che nell'emendamento non verranno presentati dei meccanismi specifici coi quali le compagnie dovranno verificare l'identità (p. 3-4), ma dovranno provare di essere meccanismi efficaci, un modo per spingere le compagnie ad adottare i meccanismi più restrittivi possibili, come l'uso dei dati biometrici, e allo stesso tempo far ricadere su di loro l'onere della sorveglianza. Nel 2024-2025 il governo australiano finanzierà una sperimentazione per capire come verificare al meglio l'identità dove saranno valutate le tecnologie di verifica dell'identità disponibili (p. 5). Dopo una prima fase in cui saranno le compagnie a proporre strumenti di verifica, lo Stato sceglierà quello più efficace. A p.7 si legge che le piattaforme potranno utilizzare i dati sensibili raccolti in questo modo anche per altri fini se gli utenti danno il proprio consenso. È probabile che questo emendamento verrà approvato perché il partito liberale d'opposizione è anch'esso favorevole.
2) VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI
La commissione per i diritti umani dell'Australia sostiene che questo nuovo emendamento viola diversi diritti umani. Oltre a violare la libertà di espressione, viola anche quella di accesso all'informazione. Il rischio più grande è quello alla privacy, perché se gli australiani devono mandare informazioni sulla propria identità alle compagnie, c'è il rischio che non solo queste le usino per lucrare, ma anche che i dati possano essere rubati da hacker per poi metterli nel deep weeb tramite leak. Inoltre, si potrebbe aggiungere, il rischio più grande è nei confronti dell'anonimato. Essendo impossibile creare account anonimi le persone saranno più vittima da parte di malintenzionati e sarà fortemente ostacolata l'informazione antisistema, che spesso si avvale dell'anonimato per sopravvivere. L'uso di VPN o Tor renderà totalmente inutile il divieto, che potrà essere aggirato anche registrando il profilo a nome di una persona maggiorenne.
3) L'IDENTITÀ DIGITALE IN AUSTRALIA
Tramite il Digital ID Act l'Australia sancisce che ogni cittadino può dotarsi, volontariamente, di un'identità digitale, la loro sperimentazione partirà a Dicembre 2024. La si potrà utilizzare per servizi pubblici di tipo amministrativo e dal 2026 anche per i servizi privati. L'app che viene utilizzata si chiama myGovID, e più che essere un'identità digitale è un vero e proprio wallet, perché è possibile caricare più di un tipo di documento, anche la patente. In Australia stanno già promuovendo diverso tempo l'utilizzo dell'identità digitale come mezzo per verificare la propria identità.
CONCLUSIONI
La direzione è tracciata: reprimere il dissenso online obbligando le persone a fornire i propri dati biometrici per poter accedere alle varie piattaforme. in Europa con il wallet europeo già è presente un piano simile, e stanno agendo tutti insieme per l'implementare più o meno le stesse cose per dare l'idea di un'emergenza, questa volta quella dei minori che si suicidano sui social, una tecnica che già abbiamo visto applicare durante la pandemenza.
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Per vietare i social ai minorenni richiederanno a chiunque apra un nuovo account di verificare la propria identità.
1) LA SOLITA RETORICA DELLA TUTELA DEI MINORI CHE TRADISCE ALTRO
Il governo sta discutendo il piano di vietare i social network a tutti i minori di 16 anni. Nell'emendamento all'online safety act anche se il minore dovesse violare il divieto, non scatterebbe alcuna sanzione né verso i suoi genitori, ma solo verso le aziende con una sanzione di 9,9 - 49,5 milioni di dollari. Ci saranno anche piattaforme, denominate "a basso rischio", dove i minorenni potranno continuare a stare. Il vero fine della legge è utilizzare la scusa dei minorenni per imporre una forma di sorveglianza biometrica. Infatti si parla esplicitamente di introdurre tra gli strumenti di verifica dell'identità i dati biometrici come la scannerizzazione del proprio volto e il proprio documento di identità. Nel memorandum viene spiegato che nell'emendamento non verranno presentati dei meccanismi specifici coi quali le compagnie dovranno verificare l'identità (p. 3-4), ma dovranno provare di essere meccanismi efficaci, un modo per spingere le compagnie ad adottare i meccanismi più restrittivi possibili, come l'uso dei dati biometrici, e allo stesso tempo far ricadere su di loro l'onere della sorveglianza. Nel 2024-2025 il governo australiano finanzierà una sperimentazione per capire come verificare al meglio l'identità dove saranno valutate le tecnologie di verifica dell'identità disponibili (p. 5). Dopo una prima fase in cui saranno le compagnie a proporre strumenti di verifica, lo Stato sceglierà quello più efficace. A p.7 si legge che le piattaforme potranno utilizzare i dati sensibili raccolti in questo modo anche per altri fini se gli utenti danno il proprio consenso. È probabile che questo emendamento verrà approvato perché il partito liberale d'opposizione è anch'esso favorevole.
2) VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI
La commissione per i diritti umani dell'Australia sostiene che questo nuovo emendamento viola diversi diritti umani. Oltre a violare la libertà di espressione, viola anche quella di accesso all'informazione. Il rischio più grande è quello alla privacy, perché se gli australiani devono mandare informazioni sulla propria identità alle compagnie, c'è il rischio che non solo queste le usino per lucrare, ma anche che i dati possano essere rubati da hacker per poi metterli nel deep weeb tramite leak. Inoltre, si potrebbe aggiungere, il rischio più grande è nei confronti dell'anonimato. Essendo impossibile creare account anonimi le persone saranno più vittima da parte di malintenzionati e sarà fortemente ostacolata l'informazione antisistema, che spesso si avvale dell'anonimato per sopravvivere. L'uso di VPN o Tor renderà totalmente inutile il divieto, che potrà essere aggirato anche registrando il profilo a nome di una persona maggiorenne.
3) L'IDENTITÀ DIGITALE IN AUSTRALIA
Tramite il Digital ID Act l'Australia sancisce che ogni cittadino può dotarsi, volontariamente, di un'identità digitale, la loro sperimentazione partirà a Dicembre 2024. La si potrà utilizzare per servizi pubblici di tipo amministrativo e dal 2026 anche per i servizi privati. L'app che viene utilizzata si chiama myGovID, e più che essere un'identità digitale è un vero e proprio wallet, perché è possibile caricare più di un tipo di documento, anche la patente. In Australia stanno già promuovendo diverso tempo l'utilizzo dell'identità digitale come mezzo per verificare la propria identità.
CONCLUSIONI
La direzione è tracciata: reprimere il dissenso online obbligando le persone a fornire i propri dati biometrici per poter accedere alle varie piattaforme. in Europa con il wallet europeo già è presente un piano simile, e stanno agendo tutti insieme per l'implementare più o meno le stesse cose per dare l'idea di un'emergenza, questa volta quella dei minori che si suicidano sui social, una tecnica che già abbiamo visto applicare durante la pandemenza.
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