C'è del feticismo nell'attacco israeliano agli ospedali di Gaza, tra le prime strutture ad essere aggredite e quelle su cui la mano del carnefice ha agito con maggiore determinazione. Il primo di essi fu colpito nella notte del 17 ottobre 2023, quando un ordigno dalla terribile potenza distruttiva fu lasciato cadere nel cortile dell'ospedale battista, causando cinquecento morti tra pazienti e personale sanitario. Ricordo molto bene quella notte. Ricordo le fiamme che lambivano le mura dell'ospedale al-Ahli al-Arabi, i pazienti coperti di polvere che evacuavano su mezzi di fortuna, sotto shock, le prime ammissioni da parte di israele, poi la ritrattazione e le false accuse ad Hamas, poi la rivendicazione finale. Il solito gioco del gatto e del topo, giusto per sondare le reazioni mondiali, se mai ci fossero.
Non ci furono, in effetti. Il mondo digerì anche l'immensa vergogna dei malati e dei feriti trascinati fuori dal nosocomio in fiamme. Ed i barbari si sentirono legittimati a continuare.
E continuarono. Tutti gli ospedali di Gaza nel corso di un anno furono colpiti, distrutti, dati alle fiamme. Ridotti a scheletri fumanti, talvolta a fosse comuni di centinaia di persone.
Così avvenne allo Shifa Hospital, il nosocomio più grande ed importante di Gaza. Nel novembre 2023 il sistema sanitario del nord di Gaza era già stato completamente azzerato:
"Le persone muoiono per strada mentre il personale ospedaliero le sente gridare per chiedere aiuto dopo essere state colpite da colpi di arma da fuoco. Quando gli operatori sanitari tentano di uscire e salvarle, anche loro vengono presi di mira e uccisi. Medici Senza Frontiere cita la testimonianza del dottor Mohammed Obeid ad Al-Shifa: “Siamo al quarto piano. C’è un cecchino che ha colpito quattro pazienti all’interno dell’ospedale. Uno dei pazienti ha una ferita da arma da fuoco direttamente al collo, ed è un quadriplegico, mentre un altro [è stato colpito] all’addome”. Non è rimasto nessuno che possa documentare la portata del genocidio. Forse, quando diventerà chiaro che le affermazioni di Israele sull’ospedale Al-Shifa sono infondate, si troverà una scusa per radere al suolo e distruggere questo era rimasto dell’ultimo baluardo dell’umanità nel nord di Gaza".
Erano affermazioni infondate, ovviamente. Nessuna prova fu mai fornita da israele sulla presenza nell'ospedale di centrali di comando di Hamas. Per contro, le autorità ospedaliere dichiararono di essere disposte in ogni momento a perquisizioni internazionali che verificassero la presenza di tunnel nello Shifa ed altrove. Nel dicembre dello stesso anno persino il Washington Post fu costretto ad ammettere che israele aveva mentito, e lo fece citando nientedimeno che un'indagine del New York Times e della CNN, condotta con l'ausilio di immagini satellitari e grazie a strumenti di intelligenza artificiale.
L'ultimo ospedale di Gaza ancora in parte funzionante, il Kamal al-adwan, subisce oggi la stessa sorte degli altri. Il direttore dell'ospedale, dottor Abu Safiya, si è rifiutato di evacuare l'ospedale del suo carico umano di oltre 400 pazienti, tra essi bambini nati prematuri e ricoverati nell'unità neonatale mentre israele lo cinge di assedio prendendo di mira ciò che resta dei depositi di carburante. "Stiamo morendo ed il mondo resta impassibile".
Quel mondo ha occhi vuoti. Soltanto guardarlo ghiaccia l'anima
#GazaGenocide
Rossella Ahmad
Non ci furono, in effetti. Il mondo digerì anche l'immensa vergogna dei malati e dei feriti trascinati fuori dal nosocomio in fiamme. Ed i barbari si sentirono legittimati a continuare.
E continuarono. Tutti gli ospedali di Gaza nel corso di un anno furono colpiti, distrutti, dati alle fiamme. Ridotti a scheletri fumanti, talvolta a fosse comuni di centinaia di persone.
Così avvenne allo Shifa Hospital, il nosocomio più grande ed importante di Gaza. Nel novembre 2023 il sistema sanitario del nord di Gaza era già stato completamente azzerato:
"Le persone muoiono per strada mentre il personale ospedaliero le sente gridare per chiedere aiuto dopo essere state colpite da colpi di arma da fuoco. Quando gli operatori sanitari tentano di uscire e salvarle, anche loro vengono presi di mira e uccisi. Medici Senza Frontiere cita la testimonianza del dottor Mohammed Obeid ad Al-Shifa: “Siamo al quarto piano. C’è un cecchino che ha colpito quattro pazienti all’interno dell’ospedale. Uno dei pazienti ha una ferita da arma da fuoco direttamente al collo, ed è un quadriplegico, mentre un altro [è stato colpito] all’addome”. Non è rimasto nessuno che possa documentare la portata del genocidio. Forse, quando diventerà chiaro che le affermazioni di Israele sull’ospedale Al-Shifa sono infondate, si troverà una scusa per radere al suolo e distruggere questo era rimasto dell’ultimo baluardo dell’umanità nel nord di Gaza".
Erano affermazioni infondate, ovviamente. Nessuna prova fu mai fornita da israele sulla presenza nell'ospedale di centrali di comando di Hamas. Per contro, le autorità ospedaliere dichiararono di essere disposte in ogni momento a perquisizioni internazionali che verificassero la presenza di tunnel nello Shifa ed altrove. Nel dicembre dello stesso anno persino il Washington Post fu costretto ad ammettere che israele aveva mentito, e lo fece citando nientedimeno che un'indagine del New York Times e della CNN, condotta con l'ausilio di immagini satellitari e grazie a strumenti di intelligenza artificiale.
L'ultimo ospedale di Gaza ancora in parte funzionante, il Kamal al-adwan, subisce oggi la stessa sorte degli altri. Il direttore dell'ospedale, dottor Abu Safiya, si è rifiutato di evacuare l'ospedale del suo carico umano di oltre 400 pazienti, tra essi bambini nati prematuri e ricoverati nell'unità neonatale mentre israele lo cinge di assedio prendendo di mira ciò che resta dei depositi di carburante. "Stiamo morendo ed il mondo resta impassibile".
Quel mondo ha occhi vuoti. Soltanto guardarlo ghiaccia l'anima
#GazaGenocide
Rossella Ahmad