Pillole anti-Lorenzin. Antipolio
Per la vaccinazione antipolio vi sarebbero tante considerazioni storiche e mediche, ma l’assurdità di un obbligo vaccinale è talmente chiara che basta una pillola con tre punti.
1. La paura della poliomielite (paralisi flaccida) fa ancora parte dell’immaginario collettivo, ma la malattia in Italia NON ESISTE. Partendo dal principio che il virus polio colonizza l’intestino, all’inizio degli anni ’60 fu introdotto il vaccino orale tipo “Sabin” (OPV), con virus vivo attenuato, che produce un’eccellente immunità a livello intestinale. Grazie alla vaccinazione OPV in pochi anni la polio fu ridotta a casi sporadici e l’ultimo caso si è verificato nel 1982. Alla scomparsa della polio hanno contribuito anche le migliori condizioni igieniche, perché il virus colonizza l’intestino e si trasmette per via oro-fecale. Pertanto, il rischio di contrarre la polio per un bambino italiano non vaccinato è uguale a ZERO e non esiste in alcun modo la necessità di un obbligo di vaccinazione per i neonati e i bambini. Secondo la sentenza 5 del 2018 della corte Costituzionale l’obbligo andrebbe rivisto per TUTTI i 10 vaccini in base all’andamento epidemiologico. Mattarella dove sei?
2. L’unico Paese dove si registrano casi di polio dovuti al virus selvaggio è il Pakistan, mentre in Africa si segnalano casi di paralisi infantile dovuti al vaccino OPV, portatore di mutazioni che lo hanno reso patogeno. La capacità del vaccino OPV di mutare si è dimostrata in molti Paesi nel corso degli ultimi decenni. Recentemente sono stati identificati casi di polio da vaccino OPV in Siria e in Bosnia e 17 casi nella striscia di Gaza a causa delle disastrose condizioni igieniche e dell’importazione del virus vaccinico dall’Egitto. Anche in Italia si sono verificati, negli ultimi decenni del secolo XX, parecchi casi di paralisi flaccida in persone vaccinate con OPV, tanto che nel 2002 quel vaccino è stato sospeso e sostituito con il vaccino iniettivo (IPV), fatto con virus inattivato, che non presenta il rischio di riattivazione. Tuttavia, il vaccino IPV non è in grado di colonizzare l’intestino, non protegge le mucose e non può in alcun modo interrompere l’eventuale trasmissione di un virus vivo e patogeno da un malato alla collettività. Vaccinare per la polio oggi significa introdurre rischi di effetti avversi senza avere alcun beneficio per la collettività, fatto incompatibile ai sensi dell’art. 32 Costituzione.
3. La vaccinazione antipolio era stata resa obbligatoria per legge (4 febbraio 1966, n. 51), ma si trattava di un periodo in cui vi era ancora la malattia. Inoltre, al tempo in cui si approvò la legge che istituiva l’obbligo, si usava il vaccino tipo orale Sabin, che come già illustrato è dotato di un intrinseco potere di protezione della popolazione molto più alto del vaccino attualmente utilizzato. Quando è stato introdotto il “nuovo” vaccino IPV, in Europa la polio non esisteva più. Di conseguenza, non c’è alcuna prova che il vaccino attuale sia efficace “sul campo”. Vista la mancanza della malattia e la mancanza di prove di efficacia protettiva per il singolo e per la collettività l’obbligo è ingiustificato. Puramente ipotetici casi di poliomielite che insorgessero nei prossimi anni (probabilmente sarebbero da vaccino mutato e da importazione) sarebbero estremamente circoscritti e non causerebbero alcun pericolo a coloro che hanno scelto liberamente di vaccinarsi o far vaccinare i figli. Anche in base a tali semplici considerazioni, l’obbligo di vaccinazione non ha alcuna giustificazione tecnico-scientifica e si rivela, piuttosto, come un mostruoso residuo del passato o di scelte politiche ideologicamente aberranti.
Per la vaccinazione antipolio vi sarebbero tante considerazioni storiche e mediche, ma l’assurdità di un obbligo vaccinale è talmente chiara che basta una pillola con tre punti.
1. La paura della poliomielite (paralisi flaccida) fa ancora parte dell’immaginario collettivo, ma la malattia in Italia NON ESISTE. Partendo dal principio che il virus polio colonizza l’intestino, all’inizio degli anni ’60 fu introdotto il vaccino orale tipo “Sabin” (OPV), con virus vivo attenuato, che produce un’eccellente immunità a livello intestinale. Grazie alla vaccinazione OPV in pochi anni la polio fu ridotta a casi sporadici e l’ultimo caso si è verificato nel 1982. Alla scomparsa della polio hanno contribuito anche le migliori condizioni igieniche, perché il virus colonizza l’intestino e si trasmette per via oro-fecale. Pertanto, il rischio di contrarre la polio per un bambino italiano non vaccinato è uguale a ZERO e non esiste in alcun modo la necessità di un obbligo di vaccinazione per i neonati e i bambini. Secondo la sentenza 5 del 2018 della corte Costituzionale l’obbligo andrebbe rivisto per TUTTI i 10 vaccini in base all’andamento epidemiologico. Mattarella dove sei?
2. L’unico Paese dove si registrano casi di polio dovuti al virus selvaggio è il Pakistan, mentre in Africa si segnalano casi di paralisi infantile dovuti al vaccino OPV, portatore di mutazioni che lo hanno reso patogeno. La capacità del vaccino OPV di mutare si è dimostrata in molti Paesi nel corso degli ultimi decenni. Recentemente sono stati identificati casi di polio da vaccino OPV in Siria e in Bosnia e 17 casi nella striscia di Gaza a causa delle disastrose condizioni igieniche e dell’importazione del virus vaccinico dall’Egitto. Anche in Italia si sono verificati, negli ultimi decenni del secolo XX, parecchi casi di paralisi flaccida in persone vaccinate con OPV, tanto che nel 2002 quel vaccino è stato sospeso e sostituito con il vaccino iniettivo (IPV), fatto con virus inattivato, che non presenta il rischio di riattivazione. Tuttavia, il vaccino IPV non è in grado di colonizzare l’intestino, non protegge le mucose e non può in alcun modo interrompere l’eventuale trasmissione di un virus vivo e patogeno da un malato alla collettività. Vaccinare per la polio oggi significa introdurre rischi di effetti avversi senza avere alcun beneficio per la collettività, fatto incompatibile ai sensi dell’art. 32 Costituzione.
3. La vaccinazione antipolio era stata resa obbligatoria per legge (4 febbraio 1966, n. 51), ma si trattava di un periodo in cui vi era ancora la malattia. Inoltre, al tempo in cui si approvò la legge che istituiva l’obbligo, si usava il vaccino tipo orale Sabin, che come già illustrato è dotato di un intrinseco potere di protezione della popolazione molto più alto del vaccino attualmente utilizzato. Quando è stato introdotto il “nuovo” vaccino IPV, in Europa la polio non esisteva più. Di conseguenza, non c’è alcuna prova che il vaccino attuale sia efficace “sul campo”. Vista la mancanza della malattia e la mancanza di prove di efficacia protettiva per il singolo e per la collettività l’obbligo è ingiustificato. Puramente ipotetici casi di poliomielite che insorgessero nei prossimi anni (probabilmente sarebbero da vaccino mutato e da importazione) sarebbero estremamente circoscritti e non causerebbero alcun pericolo a coloro che hanno scelto liberamente di vaccinarsi o far vaccinare i figli. Anche in base a tali semplici considerazioni, l’obbligo di vaccinazione non ha alcuna giustificazione tecnico-scientifica e si rivela, piuttosto, come un mostruoso residuo del passato o di scelte politiche ideologicamente aberranti.