Paradosso Gazprom
Scaricato a Livorno il primo carico di gas liquido russo
In crescita - Il metano di Putin ora arriva via mare
Di Nicola Borzi
“Cosa preferiamo: la pace oppure star tranquilli con l’aria condizionata accesa tutta l’estate?”. Era il 7 aprile 2022, a nemmeno due mesi dall’inizio della guerra della Russia contro l’Ucraina, quando l’allora presidente del Consiglio Mario Draghi proponeva il quesito agli italiani: “Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace”, con un riferimento esplicito all’ipotesi di un embargo al gas russo per spingere Vladimir Putin a fermare la guerra. A differenza del petrolio, per gli acquisti di gas russo non c’è mai stato uno stop. Tant’è vero che, dopo aver continuato a ricevere metano via gasdotto, sebbene in forte calo, due giorni fa Gazprom, colosso russo dell’energia, ha consegnato il suo primo carico di gas naturale liquefatto (Gnl) all’Italia.
Dopo essere partita dall’impianto di Gnl russo Portovaya sul Mar Baltico, la nave gasiera Cool Rover l’altroieri è arrivata al terminale di rigassificazione (Fsru) nel porto di Livorno. L’impianto Portovaya, di piccole dimensioni con una capacità annua di 1,5 milioni di tonnellate, è entrato in funzione a settembre 2022, sette mesi dopo l’inizio della guerra in Ucraina. I primi carichi sono stati forniti a Turchia, Grecia e Cina. A marzo, invece, Gazprom aveva fornito il primo carico di gas liquido alla Spagna.
Gazprom non ha commentato e nemmeno lo ha fatto Olt (Offshore Lng Toscana), la società proprietaria della nave rigassificatrice (Fsru) di Livorno, partecipata al 49% da Snam, al 48,2% da Igneo Infrastructure Partners, società di fondi infrastrutturali, e per il resto da Golar, azienda che produce navi rigassificatrici. Non sono noti i valori monetari del carico, ma i dati di Olt indicano che il 17 dicembre è stato scaricato al terminale livornese l’equivalente di 87,7 milioni di metri cubi di gas. Segno dell’aumento degli acquisti italiani di gas liquefatto russo, che insieme a quello Usa e del Qatar sta sostituendo (a ben più caro prezzo) l’import di metano russo via gasdotto. Altro che “gas o pace”…
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Giorgio Bianchi Photojournalist