Weltanschauung Italia


Гео и язык канала: Италия, Итальянский
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Weltanschauung Italia è un canale culturale nato nel 2011. Contronarriamo il tempo presente distorto dai media.
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ÉLITE, TRA NETFLIX E PROPAGANDA

Negli ultimi anni la serie tv "Élite" su Netflix è stata molto in voga tra gli adolescenti. Tanti genitori snobbano questi prodotti, ritenendoli spazzatura.
Il problema però è sempre il solito, come per la musica trap, è intelligente da parte degli adulti non conoscere ciò che viene propinato ai propri figli?

Questa serie tv spagnola racconta storie drammatiche di adolescenti. Essi vivono in una società dove non esistono più coppie normali e dove l’unica famiglia felice è quella formata da “due mamme”; dove il ragazzo più sensibile è un tormentato omosessuale innamorato di un musulmano represso dai genitori bigotti e dove le ragazze sono traditrici seriali.
Uno dei messaggi di fondo è che un "eterosessuale" è solo un individuo che ha paura di esplorare, è tale solo per convenzione. Le scene erotiche tra persone dello stesso sesso sono spinte e durante lo svolgersi della serie, divengono di gran lunga i rapporti predominanti. Nella trama vengono pian piano inseriti soggetti sempre più multiformi, tra transgender e padri di famiglia repressi che vanno con i ragazzi.

C'è da stupirsi o da scandalizzarsi? Ovviamente no, altrimenti significa vivere fuori dal mondo, dalla realtà, dalla cultura diffusa.
Più che altro ribadiamo un concetto, come è potuto avvenire questo cambiamento nel giro di un decennio? Semplice. La cultura imperante ha fatto scuola. Serie TV appunto, ma anche libri, film, musica, influencer hanno creato un immaginario credibile e quell'immaginario ha plasmato la realtà. Perché la cultura plasma la realtà, a qualcuno non entra in testa questo concetto, specialmente quelli che vengono qui a scrivere "ma voi che fate di concreto?".

Chi non vuole capire che il problema è culturale e non morale, può continuare a sostenere che quella progressista non è cultura ma questi vanno avanti e lo fanno anche perché coloro che dovevano opporsi non sono stati mai in grado di proporre alternative culturali.
Il moralismo non plasma la realtà. Non è cultura dire no al gender e creare canalini sul web per sbraitare ripetendo che la famiglia è una.
È cultura creare, immaginare, narrare, formare, elevare, educare l'intelletto. Chi ha lavorato in tal senso negli ultimi decenni? Pochissimi. La gran parte si è limitata a snobbare, a ridacchiare, lasciando tutto in mano ai "progressisti" che invece hanno fatto un gran lavoro in questo senso e cambiato la testa delle nuove generazioni.

Sempre più spesso produzioni televisive con queste caratteristiche emergono e vengono spinte, chi dice no a prescindere, chi non vuole conoscere, non è poi credibile agli occhi di questa generazione, attratta dai narratori di tali nuove realtà e non da chi, con aria di superiorità, si limita a borbottare dei tempi che furono.

WI

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Un altro pezzo dall'ultimo disco di Enrico Ruggeri : "La bambina di Gorla".

Il contesto è quello del 20 ottobre 1944, quando un bombardamento degli alleati americani colpì la scuola elementare Francesco Crispi nel quartiere di Gorla, provocando la morte di 184 bambini e delle loro maestre.

I piccoli alunni stavano scendendo ordinatamente nel rifugio antiaereo, come avevano imparato a fare durante i frequenti allarmi. Non fecero in tempo.
Oggi "i piccoli martiri di Gorla", riposano insieme nel Tempietto votivo del cimitero di Gorla, dove una lapide recita: "Non avevano colpa se non quella di essere nati".

https://youtu.be/Al9Dde-M4B8?si=a9USQoHtKXvI8qD1

WI

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La "tregua" in Palestina è una cosa buona solo perché interrompe qualcosa che esula da ogni canone bellico, in quella che non è mai stata una guerra, ma un vero e proprio massacro da parte di uno Stato perpetrato contro una determinata popolazione imprigionata in un fazzoletto di terra.

Con questo accordo tra le parti "vincono" tutti, Hamas e i combattenti palestinesi rivendicano di aver resistito e ottenuto l'obiettivo di fare scarcerare centinaia di prigionieri senza essere state messe fuori combattimento, d'altronde agli innominabili servono per poter giustificare la loro ciclica furia omicida, che al contrario di quanto possa sembrare "vincono" perché sfruttando il 7 Ottobre, sono riusciti a indebolire fortemente Hezbollah e rimediando anche la deposizione di Assad, rafforzandosi nella regione ai danni dell'Iran in vista di un qualcosa di escatologico che prima o poi avverrà.

A perdere sono state le centinaia di migliaia di vittime da parte di criminali travestiti da politici.

Non ci sarà mai vera pace fin quando ci sarà il Sionismo in Terra Santa.

DB

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Uno dei maggiori ostacoli che oggi ci impedisce di comprendere appieno le culture tradizionali o quelle società che ancora mantengono caratteristiche non allineate con il paradigma "digitale", è la convinzione che l'essere umano abbia sempre percepito e interpretato il mondo attraverso gli stessi meccanismi cognitivi che caratterizzano l'individuo contemporaneo medio.

https://www.weltanschauung.info/2025/01/percezione-e-realta-nellera-digitale.html?m=1#google_vignette

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M

Davvero qualcuno si era illuso che l'ennesima trovata cinematografica su Mussolini potesse essere un approfondimento su un determinato periodo storico, sull'uomo e sugli italiani a lui contemporanei?
Bisognava essere davvero ingenui per aspettarsi qualcosa di intelligente e imparziale.
In queste trovate c'è sempre e solo la voglia di ridicolizzare e demonizzare.

Siamo alle solite, si persevera nel narrare il "nemico", il dittatore, come se la storia si fosse fermata 80 anni fa.
Una analisi seria della storia del ventennio e dei successivi ottant'anni non la vedrete mai, anche perché sarebbe devastante per l'intera classe politica repubblicana, sia la prima che la seconda.
Meglio narrare le solite barzellette rassicuranti.

Che dire poi dell'attore scelto per questa ennesima grottesca rappresentazione, un uomo che non ha la minima intenzione di immedesimarsi e capire profondità e contraddizioni ma solamente di rendere macchiettistico il personaggio.
Costui peraltro ha dichiarato di aver sofferto tanto ad interpretare il personaggio, è andato in crisi! Mai sentito dichiarazioni simili per chi ha interpretato Ed Gein, Henry Lee Lucas, Chikatilo, Dahmer, Gacy ed in generale criminali di ogni genere. Ma per Mussolini sì, certamente!

D'altronde lo sappiamo, i "sinistri" giustificano la propria esistenza e campano da una vita con libri, trasmissioni e film sull'odiato "mostro".
È una malattia patologica, chissà se guariranno mai.

WI

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La gran parte di coloro che si occupano della "questione palestinese" ragionano con le categorie dell'antifascismo. Quante volte esclamano "Israele nazista!". Ed in quest'ottica i palestinesi sarebbero i "nuovi partigiani". Non ce la fanno ad uscire da queste banalizzazioni, da queste letture bidimensionali. A volte li senti gridare "Palestina libera, Palestina rossa!". Incredibile, persino sostenitori di Hamas si autoproclamano "antifascisti".

Ricordiamo a costoro che Amin al-Husayni, zio di Arafat, era finanziato proprio da Mussolini e ricevuto da Hitler. Di quale "antifascismo" si parla dunque? Chi ha dato la Palestina ai sionisti?

La complessità delle questioni storiche non sfiorano mai costoro, preferiscono gli slogan preconfezionati dal sistema.
Ma se si vuol trattare l'argomento Palestina bisognerebbe perlomeno aggiornare le proprie conoscenze, perché continuare a leggere le cose con l'antifascismo di sistema non può che rendere macchiettistica e innocua qualsiasi contestazione.

WI

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Negli ultimi decenni abbiamo assistito a una crescente idealizzazione del metodo Montessori. Si è trasformata Maria Montessori, educatrice innovativa del suo tempo, in una sorta di figura quasi mistica dell'educazione moderna.

https://www.weltanschauung.info/2025/01/la-deificazione-del-metodo-montessori.html?m=1

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LA MORTE DI DAVID LYNCH

È morto David Lynch, il visionario che negli ultimi 50 anni ha ridefinito i confini del Cinema.

David Lynch è stato un artista che ha osato spingersi oltre i confini convenzionali della narrazione cinematografica, creando un linguaggio visivo e onirico tutto suo. Ha ridefinito il concetto stesso di narrazione cinematografica, aprendo la strada a nuove forme di espressione artistica.

Il suo viaggio iniziò nel 1977 con "Eraserhead", un'opera prima che rimane ancora oggi un punto di riferimento imprescindibile per il cinema sperimentale. In questo film, Lynch ci trasportò in un universo industriale tetro e claustrofobico, dove il protagonista affronta la paternità attraverso visioni surreali e inquietanti. Il film, girato in un nitido bianco e nero che ne accentua l'atmosfera onirica, stabilì immediatamente i temi che sarebbero diventati il marchio di fabbrica di Lynch: l'esplorazione del subconscio, la disintegrazione della realtà quotidiana, e la presenza costante di un'inquietudine sotterranea.

Da lì, Lynch ha continuato a sorprendere e sfidare il pubblico con opere come "The Elephant Man" (1980), dove ha dimostrato di poter coniugare la sua visione artistica con una narrazione più tradizionale. "Blue Velvet" (1986) ha portato il suo sguardo surreale nel cuore dell'America suburbana, svelando il lato oscuro che si cela dietro le apparenze della vita quotidiana.
"Strade Perdute" e "Mulholland Drive" rappresentano poi forse l'apice delle sue esplorazioni dei confini tra realtà e sogno, opere che continuano a generare interpretazioni e discussioni a distanza di anni.

La serie televisiva "Twin Peaks" ha rivoluzionato il medium televisivo, dimostrando come la televisione potesse essere un veicolo per narrazioni complesse e sperimentali tanto quanto il cinema. La serie ha influenzato innumerevoli produzioni successive.

Il suo stile, caratterizzato da atmosfere oniriche, sonorità inquietanti, narrativa non lineare e un profondo interesse per il lato oscuro della natura umana, ha influenzato generazioni di registi e artisti. Lynch ha creato un genere a sé, dove il surreale e il quotidiano si fondono in modo inestricabile, dove i confini tra sogno e realtà si dissolvono, lasciando lo spettatore in uno stato di meraviglia e inquietudine.

Lynch ha insegnato a generazioni di artisti che è possibile rimanere fedeli alla propria visione artistica senza compromessi, anche all'interno del sistema hollywoodiano, che il cinema può essere molto più di un semplice intrattenimento, esso può divenire un portale verso dimensioni inesplorate della coscienza umana. La sua visione continuerà a ispirare e influenzare il cinema per le generazioni a venire.

Riposa in pace David.

WI

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La riflessione di Heidegger sulla dissoluzione della filosofia è fondamentale per comprendere la crisi del pensiero occidentale.

https://youtu.be/4V7_8ApENEw?si=7dtE-FZsM6zPp_43


"MUSICA" CONTEMPORANEA:

Se ci fate caso gli attuali "artisti" pop non sono quasi mai autori delle loro canzoni. Ma non si tratta di collaborazioni tra interprete e scrittore (es Mogol/Battisti, Bubola/ De André), bensì di una vera e propria fabbrica in cui si producono pezzi come in una linea produttiva, cercando il volto giusto a cui appiopparli.

La logica è: "questa canzone è virale, abbiniamola all'artista X che sta spopolando sui social'. Gli algoritmi guidano queste decisioni, analizzando dati e tendenze per prevedere il successo commerciale.
In questa ottica, gli "autori" non servono neppure più, basterà l'intelligenza artificiale a comporre i tormentoni, i quali dopotutto, seguono già pattern molto prevedibili.

La vera musica, quella che tocca l'anima, quella che nasce da una notte insonne o da un cuore spezzato, sarà sempre meno presente nei circuiti commerciali.

Non c'é più spazio per la vera ispirazione, quella che non segue algoritmi, che non si serve dell'AI ma che nasce dal caos meraviglioso dell'esistenza.

Invece di accompagnare i ragazzi a questi "concerti", bisogna che siano in primis i genitori a spiegare ai figli che tale immonidizia spacciata per arte non ha niente a che vedere con la musica.
Sì osservano orde di genitori che accompagnano entusiasti i propri figli a questi spettacoli dove non c'è nemmeno l'ombra di uno strumento musicale sul palco. Nel tentativo di sentirsi 'moderni' e 'comprensivi', dimenticano di trasmettere ai loro ragazzi il vero significato della musica dal vivo. Non spiegano la differenza tra un artista che suona il proprio strumento, che crea, che sbaglia, che emoziona, e un esibizione artificiosa di una star costruita a tavolino che canta banalità prestabilite su basi preregistrate.

No, non siete al passo coi tempi se non vi opponete costruttivamente a questo degrado, siete complici.

WI

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Ripensare alla giostra “Ciapilo ciapilo” ci ha fatto venire in mente come sovente ci si può sentire a vivere nel mondo dominato dal tecno-capitalismo.

https://www.weltanschauung.info/2025/01/ciapilo-ciapilo.html?m=1

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È sorprendente osservare come figli nati dagli stessi genitori, cresciuti nello stesso ambiente e sottoposti al medesimo trattamento, sviluppino nel tempo caratteristiche, capacità e attitudini totalmente diverse...

https://www.weltanschauung.info/2025/01/innatismo.html?m=1

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STOP

Sapete che questo è uno dei pochi canali che non usa a casaccio i termini "fascismo" e "nazismo" per demonizzare ed etichettare, che si può parlare di revisionismo storico e si guarda la storia senza dividerla in buoni/cattivi.
Però, come al solito, l'area commenti va in deriva. Si oltrepassano sempre i limiti della decenza, si scambia la libertà di esprimere opinioni con uno sfogatoio di insulti liberi verso terzi da dietro uno schermo.
Questo non è accettabile.

La libertà di espressione porta con sé precise responsabilità. I social media non sono un luogo dove sfogare le proprie frustrazioni personali o manifestare odio gratuito.
Il proprio disaccordo va espresso in modo articolato e rispettoso, argomentando.
I social media, con tutti i difetti che conosciamo, potenzialmente sono anche luoghi di scambio culturale.

Chi non è in grado di darsi un freno, si prenda una pausa dai social media per recuperare equilibrio e serenità.

Grazie per la comprensione.

WI

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IL PARADOSSO DELLA SECONDA OPPORTUNITÀ

In una società che si definisce civile e progredita, ci troviamo spesso di fronte a dei grandi paradossi. Uno di questi emerge quando parliamo di reinserimento lavorativo e giustizia sociale. Da un lato abbiamo il principio della rieducazione e del reinserimento sociale dei detenuti; è giusto offrire una seconda opportunità a chi ha sbagliato e ha pagato il proprio debito con la società. È un approccio non solo umano, ma anche pragmatico: una persona che trova un'occupazione onesta ha meno probabilità di ricadere nel crimine. Perfetto, tuttavia, questa attenzione verso il reinserimento dei pregiudicati non dovrebbe poi tradursi in una forma di "discriminazione alla rovescia" verso chi non ha mai commesso reati.  Perché vedete, è paradossale che oggi un cittadino con la fedina penale pulita, che lotta quotidianamente per la sopravvivenza economica, viene trascurato dalle istituzioni mentre osserva programmi specifici dedicati a chi ha commesso reati. 
Questo squilibrio evidenzia una profonda disfunzione nel nostro sistema sociale. Non si tratta di scegliere tra il reinserimento dei pregiudicati e il sostegno a chi non ha precedenti penali: uno Stato efficiente dovrebbe essere in grado di gestire entrambi gli aspetti. Mantenere l'impegno per il reinserimento di chi ha sbagliato ma allo stesso tempo garantire pari opportunità di accesso al lavoro per tutti i cittadini in difficoltà.

Oggi un cinquantenne con la fedina pulita non mangia, quello che ce l’ha sporca invece viene reinserito e gli viene garantito un lavoro. 
Ribadiamo, non è questione di contrapporre le diverse categorie di cittadini, ma nel pretendere giustizia sociale e pari opportunità.
Oggi non è così, i “puliti” sono discriminati da questo punto di vista. È un fatto.

WI

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BOLLETTINO DELLA CULTURA ITALIANA 2025

L'album più venduto in Italia nel 2024 è di Tony Effe. Seguono "Dio lo sa" di Geolier e "Vera baddie" di Anna Pepe.

La serie TV più vista su Netflix di questa settimana è quella sulla vita di Hilary Blasi dopo la separazione da Totti.

Nella classifica dei libri più venduti del 2025 in Italia troviamo Fabio Volo e Bruno Vespa.

Su Sky parte una serie su Mussolini, un argomento nuovissimo, mai trattato, sicuramente obiettivo.

Dicevano che il Rinascimento non sarebbe più tornato.
Si sbagliavano.

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ENTUSIASMO

C'è qualcosa di magico nello sguardo di un bambino: quella capacità di meravigliarsi davanti a ogni cosa. Questo è l'entusiasmo primordiale di cui parlava anche Huxley, quella scintilla che trasforma l'ordinario in straordinario.

Quando poi si cresce e si comincia a frequentare le scuole, quella capacità di stupirsi si atrofizza come un muscolo in disuso. Il mondo adulto ci insegna a essere "seri", come se la serietà fosse incompatibile con la meraviglia.

Non è un caso che la parola entusiasmo derivi dal greco "en-theos", letteralmente "avere un dio dentro". È quella forza che ci fa alzare la mattina con la voglia di esplorare, di creare, di scoprire. È l'antidoto naturale alla stanchezza dell'anima, alla famosa depressione degli ultimi decenni, alla mediocrità dell'esistenza.

Non si tratta di rimanere infantili, ma di alimentare quella capacità di guardare il mondo con occhi nuovi ogni giorno senza permettere al tempo di cristallizzare lo spirito, di spegnere la meraviglia.

In un'epoca che valorizza l'efficienza sulla creatività, la produttività sulla passione, preservare l'entusiasmo è un atto di resistenza culturale per preservare intatta la freschezza dello sguardo, per coltivare domande invece di accontentarsi di risposte preconfezionate.
È un modo per rimanere umani in un mondo che spinge verso l'automazione dell'anima.
D'altronde non è l'età a definire la vecchiaia, ma proprio la perdita della capacità di stupirsi.

Invecchiare mantenendo giovane lo spirito, continuando a vedere il mondo con gli occhi spalancati di un bambino pur avendo la saggezza di un adulto. È in questo delicato equilibrio che risiede il segreto della vita.

Buona domenica

WI

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A proposito del PRESUNTO cambio di rotta di Meta sul fact-checking.

I "sinistri" sono scontenti, per loro la censura è diventata da tempo uno strumento "progressista" e la libertà d'espressione un elemento potenzialmente pericoloso.
Sono davvero convinti che esista il mito dell'obiettività assoluta, che possa esistere un'entità super partes in grado di stabilire la "verità assoluta". Che un processo di verifica possa essere influenzato da interessi economici, politici o ideologici, non li sfiora.
Per loro il dialogo è inutile, non sia mai che possano emergere delle incongruenze nel confronto, che si possa stimolare il pensiero critico negli utenti evitando la creazione di "verità ufficiali" potenzialmente manipolabili.
Sono convinti esista un "totalitarismo buono", che esistano forme di censura giustificabili perché esercitate "per il bene comune".
Chi stabilisce cosa sia il "bene comune"? Come si garantisce che questo potere non venga abusato? Quale è il confine tra protezione e controllo?
A queste domande non sanno rispondere seriamente, ma per partito preso difendono il fact-checking dei vari Mentana e compagnia cantante.

Detto questo, non crediamo affatto che vi sia una rimozione dei fact checker da Meta. Non ci sarà alcun bilanciamento tra la necessità di combattere la disinformazione con il diritto alla libertà d'espressione. Il controllo centralizzato dell'informazione rimarrà tale, i perimetri sono sempre stabiliti da loro, provare per credere.
Il resto è la solita fuffa illusoria di chi vede Trump a cavallo che salverà l'umanità.

WI

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L' ARTE FATICOSA DELL'IPOCRISIA

Essere ipocriti è un lavoro.
L'ipocrisia non è un semplice vizio, ma un vero e proprio mestiere a tempo pieno. Pensiamoci, dissimulare quotidianamente non richiede una grande dedizione?
L'ipocrita è come un attore che non può mai lasciare il palcoscenico, deve mantenere la sua facciata in ogni momento, calibrando ogni parola, ogni gesto, ogni espressione del viso.

La vera maestria dell'ipocrita sta nella sua capacità di ricordare quale versione di sé stesso ha mostrato a chi, quali bugie ha raccontato e a chi, come mantenere coerente la sua narrazione attraverso diverse situazioni e interlocutori, come modulare le sue reazioni per non tradirsi mai.

L'ipocrita non può essere mai spontaneo, autentico, semplicemente se stesso.
La sua vigilanza continua diventa una prigione, le sue bugie diventano le sbarre della sua cella.
Possiamo dire che l'ipocrita è un vero e proprio autorecluso.

In un mondo in cui l'ipocrita sembra avere sempre la meglio, ricordiamoci che l'autenticità ha il vantaggio di non richiedere un copione da memorizzare. E questo fa tutta la differenza del mondo. Prima o poi tutti i nodi vengono al pettine.

WI

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