Perché l’intelligenza artificiale, che abbia in sé la componente partecipativa, conviene. A tutti. Perché è più inclusiva, più produttiva, meno conflittuale. È più efficiente e più comunitaria. Ed è più credibile, nel dare risposte alle persone. In poche parole, l’intelligenza artificiale dà maggiore coesione sociale, che a sua volta favorisce la crescita. I Paesi, le imprese, le amministrazioni che hanno più coesione sono quelli più performanti. Il passaggio che proponiamo è proprio questo: l’intelligenza artificiale deve essere partecipativa. Vuol dire combattere gli imbrogli, gli inganni, il deepfake e la concorrenza sleale. Vuol dire semplicemente democrazia.
Ve ne parlo oggi sul Sole 24 Ore:
http://www.freenewsonline.it/wp-content/uploads/2025/01/RB_Sole.pdf