La cifra che caratterizza le pubblicità contemporanee si discosta nettamente da quelle di epoche precedenti: vero è che la caratteristica di fondo di ogni pubblicità è quella di illudere il potenziale acquirente, ma negli ultimi 20 anni, più o meno, si può riconoscere questa inquietante parabola: siamo passati da pubblicità caratterizzate da semplice edonismo, a quelle paradossali se non del tutto insensate, alle attuali che oltre ad essere altamente illogiche, presentano degli slogan spesso totalmente scollegati ma soprattutto che contraddicono concetti e princìpi più generali ed evidenti. Tempo fa ne avevo citata una particolarmente orribile secondo cui: "la famiglia cambia, il clima no" (uno slogan a metà tra il falso scientifico e l'auspicio di un cambiamento sociale in direzione distopica).
E adesso ne ho sentita una straordinariamente scema, perché afferma qualcosa la cui falsità risulta evidente anche a un bambino che non sa né leggere né scrivere: si tratta della pubblicità della TIM dove una tizia, prima di scaraventarsi sul divano per guardare l'offerta di programmi di TIM in TV dichiara: "È facile scegliere quando puoi avere tutto". Regalatele la lampada di Aladino, così capisce la cretinata che ha detto...
Le pubblicità sono sempre state fatte per i gonzi, ma possono essere delle vere e proprie opere d'arte, dal punto di vista concettuale e registico.
Le pubblicità che stiamo vedendo in questi anni sono pura spazzatura sotto ogni profilo, e chi le crea evidentemente si rende conto che può permettersi di farle così perché di fronte sa di avere una massa di decerebrati incapaci di riconoscerne l'idiozia.
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