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🇷🇺 ⚔️ 🇺🇦 Kursk, 10 mila soldati ucraini rischiano l’accerchiamento

Secondo il quotidiano britannico The Telegraph, considerati gli sviluppi dell’offensiva a tenaglia russa sulle vie di rifornimento ucraine nella regione di Kursk, circa 10.000 uomini di Zelensky rischiano di rimanere accerchiati. Uno dei fattori principali che hanno condotto al collasso ucraino - secondo i giornalisti del Telegraph - sarebbe lo stop USA al trasferimento dei dati di intelligence a Kiev.

L’esercito russo, oltre agli attacchi sui fianchi della testa di ponte ucraina nella regione di Kursk - come ammesso dai media ucraini - ha lanciato un attacco a sorpresa verso Sudža aggirando le linee difensive avversarie passando attraverso il gasdotto Urengoy-Uzhgorod, attraverso il quale transitava il gas che Mosca forniva a diversi paesi europei. Almeno una compagnia di assaltatori russi si sarebbero così trovati nelle retrovie ucraine, rimanendo invisibili a droni e sentinelle. Una tattica simile era già stata adottata dall’esercito russo nel corso della battaglia di Avdeevka.

Molti esperti militari ucraini ammettono che le truppe del proprio paese siano in grande difficoltà. “La situazione è più difficile che in tutti gli altri settori del fronte (..), il mantenimento della testa di ponte nella regione di Kursk non è giustificato dal punto di vista militare", scrive Butusov, giornalista vicino al ministero della difesa.


Kiev, dagli USA stop alle coordinate per attaccare gli obiettivi russi

Secondo quanto riportato dal Washington Post, citando fonti nell’esercito ucraino, Kiev ha smesso di ricevere le informazioni di intelligence per condurre gli attacchi in profondità alla Russia con i sistemi HIMARS. Questo stop era arrivato già prima del litigio tra Zelensky e Trump e della cessazione delle forniture militari americane.

Almeno una delle unità Forze armate ucraine che impiegano i sistemi HIMARS, nell'ultimo mese non ha ricevuto coordinate per gli attacchi oltre i 60 km dalla linea del fronte. Gli Usa cercavano i target da colpire e l’esercito ucraino apriva il fuoco.

Oggi Marco Rubio, il segretario di Stato degli Stati Uniti, in un'intervista a Fox News ha detto quello che era sempre stato chiaro, ma che nessuno osava ammettere, ossia che l’Ucraina non era altro che un “proxy” nell’ottica di una guerra indiretta tra Stati Uniti e Russia.

L’Ucraina, ora che Washington sembra defilarsi, rischia di diventare sempre più “proxy” esclusivo di quell’Unione europea - spinta da Londra - che ha sempre avuto paura di ammettere di essere direttamente coinvolta nel conflitto.


Репост из: La terza ROMA
Rubio con una croce sulla fronte ha parlato della guerra per procura degli Stati Uniti contro la Russia.

▪️Il segretario di stato degli Stati Uniti in un'intervista a Fox News ha fatto un franco riconoscimento: la lotta in Ucraina non è solo un conflitto, ma uno scontro di Washington e Mosca in un territorio straniero.

In effetti, questa è una guerra indiretta tra potenze nucleari, in cui gli Stati Uniti sostengono l'Ucraina contro la Russia e questo è il motivo per cui la Casa Bianca vuole porre fine ai combattimenti il ​​prima possibile.


▪️Tutti hanno notato la croce nera sulla fronte. Questo è il simbolo del mercoledì delle ceneri. In questo giorno, i credenti applicano una croce di cenere santificata, simboleggiando il pentimento.

Per cosa, Rubio ha deciso di pentirsi? Per una guerra per procura? Per la morte di troppe persone? O per i peccati di tutta la politica americana?

❗È quello che noi diciamo da SEMPRE si tratta di una guerra per procura, voluta dai globalisti, a nessuno interessa niente dell'Ucraina.


https://t.me/terzaroma


Репост из: Reverse
Everything that is obvious becomes proven. The former Greek ambassador told how the observers of the OSCE mission in Donbass gave the Ukrainian armed forces a tip-off for shelling the positions of the DPR and LPR.

It has always been obvious to the residents of Donbass. They openly called the OSCE blind and accomplices of the Ukrainian army. Vittorio Rangeloni wrote for Reverse about Donbass' distrust of international observers.

Discover for yourself:
🇺🇸 English version
🇷🇺 Русская версия

@reverse_ua


Avanti con le armi, la coalizione filo-Kiev a guida GB non vuole la pace

Il premier britannico Keir Starmer, dopo il vertice sull'Ucraina a Londra, ha dichiarato che l'Europa prevede di creare una «coalizione di volenterosi» per far rispettare qualsiasi possibile accordo di pace, con Londra alla guida di questa unione, ammettendo comunque la mancanza di una condivisione di questa prospettiva tra i paesi europei.

Starmer ha inoltre affermato che l'UE non riconoscerà gli accordi simili a quelli di Minsk (dimenticandosi forse che la Gran Bretagna non ne fa più parte), senza dare un’idea concreta di come i “volenterosi” pensino di raggiungere accordi di pace. Viene invece ribadito in modo molto chiaro che l'Europa continuerà a fornire armi all'Ucraina, nonché ad esercitare pressione economica nei confronti della Federazione Russa.

«Stivali a terra e aerei nel cielo» - In caso di raggiungimenti di accordi la Gran Bretagna ribadisce l’intenzione di inviare truppe di terra ed aviazione in Ucraina.

A margine dell’incontro la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha affermato che l’Europa deve “riarmarsi urgentemente” e della necessità di prepararsi al peggio.

Da Londra non giungono novità. Viene sottolineata ancora una volta la volontà di proseguire i combattimenti in Ucraina ad oltranza, con o senza Washington, ovviamente senza considerare la posizione di Mosca.


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Visita di Zelensky alla Casa Bianca, il nodo principale dell’incontro:

Vance a Zelensky: lo scorso ottobre eri andato in Pennsylvania facendo campagna elettorale per la parte opposta, puoi esprimere alcune parole di gratitudine verso gli Stati Uniti D'America e al Presidente che sta cercando di salvare il tuo paese.

Zelensky: per favore, se lei pensa che parlare a voce alta della guerra…

Trump: Non parla ad alta voce. Il tuo paese è in grossi guai. No, no (interrompe Zelensky). Hai già parlato molto. Il tuo paese è in grossi guai. Lo so, non vincerai. Hai una dannata buona possibilità di uscirne bene grazie a noi.

Zelensky: Signor Presidente, noi restiamo nel nostro paese, restiamo forti. Dall'inizio della guerra siamo stati soli e siamo grati. Ho detto grazie in questo ufficio.

Trump: Non eri solo. Attraverso questo stupido Presidente (Biden) ti abbiamo dato
350 miliardi di dollari, ti abbiamo dato attrezzature militari. E i tuoi uomini sono coraggiosi, ma hanno usato le nostre attrezzature militari. Se non aveste avuto il nostro equipaggiamento militare la guerra sarebbe finita in due settimane. O in tre giorni.

Zelensky: Tre giorni, due settimane, l'ho sentito dire da Putin. Certo che si.

Trump: Sarà molto difficile fare affari in questo modo. Ripeto, dovete semplicemente ringraziarci.

Zelensky: Ho detto molte volte parole di gratitudine al popolo americano.

Vance: Ammettete che ci sono visioni diverse, risolviamole legalmente, anziché cercare di risolverle mediante i media americani quando avete torto. Sappiamo che vi sbagliate.

Trump: vedi, penso che sia importante per il popolo americano vedere cosa sta succedendo. Penso che sia molto importante. Ecco perché ho continuato per così tanto tempo. Dovreste essere grati. Non avete le carte, siete messi all’angolo. La vostra gente sta morendo. State esaurendo i soldati.  E poi ci dite: "non voglio un cessate il fuoco. Non voglio un cessate il fuoco. Voglio andare avanti.

Guarda, se potessi ottenere un cessate il fuoco ora, direi: accettatelo in modo che i proiettili smettano di volare e i vostri uomini possano smettere di combattere. Stai dicendo che non vuoi un cessate il fuoco? Io voglio un cessate il fuoco.

Zelensky: chiedilo alla nostra gente…

Trump: Ciò non è accaduto con me, ma con il ragazzo di nome Biden, che non è una persona intelligente. Questo è stato con Obama. Scusate. Mentre Obama vi aveva dato le lenzuola, io vi ho dato i Javelin. Vi ho dato i Javelin per distruggere tutti quei carri armati. Obama vi ha dato le lenzuola. In effetti, si potrebbe dire così: "Obama vi ha dato le lenzuola e Trump ha dato i Javelin.

Dovresti essere più grato. Perché, lascia che te lo dica, non hai carte. Con noi hai le carte. Ma senza di noi, non hai affatto carte.


Zelensky “cacciato” dalla Casa Bianca

L’incontro tra Trump e Zelensky a Washington non è andato per il meglio, finendo prima del previsto.

Trump, nel suo comunicato a margine dell’incontro, ha affermato che il presidente Zelensky “non è pronto per la pace” e che nell’incontro di oggi “ha mostrato mancanza di rispetto per gli Stati Uniti d’America”, inventandolo a tornare quando è sarà pronto per la pace.


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Ucraina trappola mortale

Oggi il Servizio di frontiera Ucraina ha pubblicato un nuovo video del fermo di 16 cittadini che tentavano illegalmente di varcare il confine con l’Ungheria per non finire nell’esercito.

Milioni di uomini sono letteralmente intrappolati nel proprio Paese, solo pochi possono permettersi di attraversare liberamente la frontiera. E l’elenco di privilegiati che possono uscire è sempre più corto: dal 3 marzo l’uscita dal paese sarà impedita anche a giornalisti e artisti. Nel corso del 2024 più di 500 artisti e giornalisti che hanno ricevuto il permesso dal Ministero della cultura per recarsi temporaneamente all’estero non sono tornati.

Se Zelensky aprisse le frontiere consentendo ai propri cittadini di lasciare il Paese, la guerra in Ucraina molto probabilmente finirebbe in pochi giorni perché l’esercito non avrebbe più uomini da mandare al macello. Ma l’Europa ha altri piani per questa gente.

✍️ RangeloniNews


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🇺🇸🇷🇺 Turchia, iniziato il secondo round di negoziati tra Russia e USA

Questa mattina an Istanbul, presso la residenza del Console Generale degli Stati Uniti, dove le parti discuteranno della ripresa del lavoro delle relative ambasciate.

Il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov prima dell'incontro ha affermato che a termine di questo incontro sarà chiaro quanto le parti "saranno in grado di muoversi rapidamente ed efficacemente" nella risoluzione di problemi.


💬 Ricevo e condivido questo messaggio ricevuto oggi dal “Comitato Emiliano contro il carovita”, una condanna alle conseguenze del conflitto che superando i confini toccano anche gli Italiani e tutti quei paesi che hanno deciso di sostenere la guerra.

“GUERRE, SPECULAZIONE E GOVERNI COMPLICI: CI STANNO AFFAMANDO!

PERCHÉ TUTTO COSTA DI PIÙ?
L’aumento dei prezzi non è un caso, ma il risultato delle scelte di governo e UE:

➡️ Miliardi per le armi in Ucraina, mentre sanità e servizi vengono tagliati.

➡️ Prezzi di elettricità e gas alle stelle per colpa di sanzioni e speculazione, facendo aumentare bollette, carburanti e trasporti.

➡️ Cibo sempre più caro, perché i costi di produzione e distribuzione sono schizzati alle stelle.

➡️ Inflazione fuori controllo, stipendi fermi e famiglie sempre più povere.

Mentre i governi, i poteri globalisti,m e l’industria bellica si arricchiscono, noi subiamo rincari e tasse.

DICIAMO BASTA!
Stop al finanziamento delle guerre!
Controllo dei prezzi e aumento dei salari!
Politiche economiche per i cittadini, non per le multinazionali!

Comitato Emiliano contro il carovita.”


Dicono di stare “dalla parte del popolo” ma fuori dai palazzi del potere e dal centro di Kiev non mettono piede.
Parlano di “lotta per la libertà e la democrazia”, ignorando violenza e repressione


Mentre a Kiev sfilano gli ospiti di Zelensky giunti dall’Ue, tra cui la fedelissima Pina Picierno, nel Paese i commissari dei centri di reclutamento militare continuano a tendere imboscate ai propri concittadini per rinfoltire le fila delle forze armate, visto che i volontari sono finiti da tempo.

Molti proseguono a fare da megafono a Zelensky e ai suoi amici, presentando le dichiarazioni di essi come una più generica volontà del “popolo ucraino”, ma allo stesso tempo fanno finta di non vedere questo dramma. Alla fine qualcuno dovrà pur combattere! Parlarne, significherebbe mettere in dubbio il mito dell’unità del “popolo ucraino” che resiste per salvare (dicono) i valori europei. Ogni mese migliaia di persone vengono rapite per strada da uomini in uniforme, ritrovandosi poi in una trincea senza saper maneggiare un’arma. Si tratta di quel popolo che non può permettersi di corrompere il funzionario di turno per garantirsi l’esenzione dal servizio militare. Talvolta qualcuno si ribella, qualcuno viene ammazzato di botte, qualcuno sparisce. Altri, appena hanno la possibilità, si consegnano al nemico, che odiano meno dei propri politici che gli hanno messo addosso un’uniforme.

L’ultima testimonianza della “busificazija” (termine coniato in Ucraina per definire il reclutamento forzato dei civili con sui minibus) arriva da Kharkov, dove un uomo in bicicletta viene scagliato a terra da un soldato e caricato a forza su un pullmino. E mentre il ciclista è in viaggio verso la caserma di uno dei battaglioni, a Kiev la Picierno ribadisce il sostegno al popolo ucraino. Chissà se ciò lo farà sentire meglio.

✍️ RangeloniNews


Ue, nel 2024 più soldi a Mosca per il gas che a Kiev per gli aiuti

Secondo quanto riportato da DW, citando un rapporto dell’Istituto per l'Economia energetica e l'analisi finanziaria (IEEFA), l'Unione europea nel 2024 ha acquistato il 18% in più (rispetto all’anno precedente) di gas naturale liquefatto dalla Federazione Russa, spendendo 6,3 miliardi di euro tra gennaio e novembre. I maggiori destinatari del GNL Russo in Europa sono Francia, Spagna e Belgio.

Il The Guardian ha calcolato che nel corso del 2024 l'Ue ha acquistato petrolio e gas russi per 21,9 miliardi di euro, mentre nello stesso periodo ha corrisposto all'Ucraina aiuti per 18,7 miliardi.

Complessivamente nel 2024 la Russia ha guadagnato 242 miliardi di euro dalle esportazioni mondiali di combustibili fossili.


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Il 24 febbraio 2022, poche ore dopo l’inizio dell’operazione militare speciale, le truppe aviotrasportate russe sbarcarono nelle retrovie ucraine a ridosso di Kiev, presso l'aerodromo militare di Gostomel. Dopo aver ottenuto il controllo di quest’area, i parà russi organizzarono la difesa del perimetro dell’aerodromo in attesa dei rinforzi che avanzavano via terra, mentre l’artiglieria ucraina distruggeva la pista d’atterraggio dell’aeroporto, i depositi di carburante e tutto ciò che potesse aiutare i russi. Per oltre 24 ore i paracadutisti sono riusciti a resistere nonostante fossero totalmente accerchiati.

Si trattò di un’operazione chirurgica senza precedenti a cui presero parte circa 200 elicotteri.


24 febbraio 2022. Questa data ha scosso il mondo. Molti rimangono convinti che quel giorno Putin si sia svegliato di cattivo umore, decidendo di punto in bianco di “invadere la sovrana Ucraina”.

Per me quella data rappresenta il pianto liberatorio di milioni di abitanti del Donbass (di entrambi i lati del fronte) che da anni aspettavano la Russia, unico garante di diritti e delle condizioni di sicurezza, negati da Kiev e dall’Occidente. Quel giorno in città ho incontrato molte persone che festeggiavano l’inizio della fine di un incubo, di una guerra che martoriava la loro terra da 8 anni. Un conflitto iniziato con l’esercito ucraino che ha puntato i cannoni sulla popolazione inerme; un conflitto che né a Kiev, né in Europa avevano intenzione di risolvere tenendo conto degli interessi della gente del Donbass.

https://t.me/vn_rangeloni/710


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Zelensky nel 2019, quando non c’era ancora alcuna “aggressione” russa, appena giunto alla guida dell’Ucraina ponendosi come alternativa al “partito della guerra” di Poroshenko: il cessate il fuoco e il ritorno della pace nel Donbass sono la mia priorità”.

Zelensky oggi, dopo sei anni di repressioni nei confronti degli oppositori politici, dei media non allineati, della Chiesa ortodossa e dopo centinaia di migliaia di morti al fronte: "Sono pronto a lasciare l'incarico di Presidente se ciò è utile per la pace in Ucraina".

Meglio tardi che mai? Difficilmente avrà il coraggio di mantenere la parola ed andarsene, visto che non lo ha fermato nemmeno il mandato scaduto. Ma sarebbe ora che questo disastro finisse.


📍Un anno fa l’esercito russo otteneva il pieno controllo di Avdeevka, cittadina a nord di Donetsk, mettendo fine alla battaglia più lunga di questo conflitto, iniziata nel 2014 tra l’esercito di Kiev e le milizie popolari.

Una volta che Avdeevka - fondata ai tempi degli Zar - è tornata a far parte della Russia, centinaia di migliaia di abitanti di Donetsk hanno tirato un sospiro di sollievo: l’artiglieria ucraina, che a lungo ha terrorizzato i distretti settentrionali e centrali della città, ha smesso di rappresentare una minaccia.

Avdeevka era stata trasformata in una città-fortezza dove si è combatto metro per metro, casa per casa. Per questa ragione sono veramente pochi gli edifici rimasti relativamente integri. Eppure non pochi civili sono rimasti a vivere in uno scenario apocalittico. Si stima che oggi ad Avdeevka vivano attorno alle mille persone.

Diversamente da Donetsk, Avdeevka rimane alla portata dell’artiglieria di Kiev e periodicamente viene colpita. Nonostante i rischi legati alla guerra, le autorità hanno deciso di iniziare a ristrutturare le palazzine che presentano hanno subito i danni minori per fornire un’abitazione agli abitanti rimasti. Sette palazzine sono già state ristrutturate. Negli appartamenti i nuovi inquilini dispongono di riscaldamento, luce e acqua 24 ore su 24 (diversamente da Donetsk dove l’acqua continua ad essere erogata a giorni alterni per poche ore).

Ad Avdeevka sono già stati aperti diversi negozi, e con i mezzi pubblici si può raggiungere la vicina città di Yasinovataya.

Il motore della città era l’immensa cokeria, attualmente pesantemente danneggiata. Le autorità locali hanno espresso l’intenzione di far risorgere questo impianto, tutto dipende dalla linea del fronte ancora troppo vicina. Rispetto alla prima visita di un anno fa, quando queste persone erano costrette a vivere negli scantinati, questi cambiamenti sono incredibili e fanno ben sperare. Molto dipenderà dalla risorsa principale di questa terra: la sua gente. Queste persone non hanno nessuna intenzione di arrendersi e si stanno già rimboccando le maniche.

https://youtu.be/e70ar76a37s?feature=shared


🇷🇺🇺🇸 Delegazione russa è arrivata a Riad per “normalizzare le relazioni con gli USA”

L'Assistente del presidente russo Ushakov ha affermato che lo scopo principale degli incontri con la delegazione inviata da Trump in Arabia Saudita è quello iniziare una reale normalizzazione delle relazioni tra Mosca e Washington.

Domani avverrà il primo incontro tra le delegazioni di Stati Uniti e Russia per “concordare come avviare i negoziati sull'Ucraina".

Si tratta di negoziati bilaterali, ai quali non sono stati invitati rappresentanti dell’Ucraina né dell’Unione Europea.

Secondo la CNN con questo incontro l'amministrazione Trump “ha posto fine all'isolamento internazionale del presidente russo e ha distrutto l'unità dell'Occidente in questo conflitto”.

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Donetsk, il fronte si è allontanato e la minaccia delle bombe non è più così frequente. Dire che la città torna a vivere sarebbe un errore, perché Donetsk non ha mai smesso di farlo. Anche durante i periodi più difficili la popolazione ha sempre ricercato tracce di “normalità”. Una delle oasi nelle quali gli abitanti di Donetsk amavano immergersi (e continuano a farlo) è la Filarmonia, nel cuore della città, spesso trafitto dalle schegge di razzi e bombe. Oltre a percepire un senso di sicurezza dovuto dalle spesse mura, qui la gente entra in un’altra dimensione, fatta di arte, musica e cultura, dimenticando per un paio d’ore quanto accade fuori. Qui la cultura non conosce confini e unisce al posto di dividere. Nonostante nelle strade a pochi passi dal palco cadessero colpi di artiglieria sparati da obici francesi, tedeschi o italiani, nessuno si è mai sognato di depennare dalla scaletta dei concerti i brani che riconducono a questi paesi. E la sala - sempre piena - non ha mai smesso di applaudire.

Tra i simboli della Filarmonia di Donetsk c’è il soprano Anna Bratus’, che nella sua carriera ha girato il mondo, esibendosi anche in Italia. Poco poco prima dell’inizio degli eventi del 2014 aveva ottenuto il riconoscimento di “Artista emerito dell’Ucraina. Lei ha scelto di rimanere nella sua città, anche nei momenti più difficili, accanto al suo pubblico ed alla sua gente.


🇺🇸☎️🇷🇺 Prima telefonata tra Putin e Trump, ecco i temi principali affrontati nel colloquio durato circa un’ora e mezza:

▪️I leader di USA e Russia hanno discusso di Ucraina, Medio Oriente, questioni energetiche, scambio di detenuti russi e statunitensi.

▪️Secondo Trump, con Putin è stato concordo che è necessario fermare il conflitto in Ucraina.

▪️Secondo quanto riferito dal presidente degli Stati Uniti, è stato concordato di riferire alle rispettive squadre di avviare "immediatamente" i negoziati.

▪️Da parte degli Stati Uniti a questi negoziati prenderanno parte il capo della CIA, il Segretario di Stato e il Consigliere per la sicurezza nazionale.

▪️secondo quanto riferito da Peskov, Putin nel corso della conversazione ha sostenuto la necessità di risolvere delle cause alla radice del conflitto in Ucraina.

▪️Il presidente russo ha invitato Trump a Mosca

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🇺🇦 Ucraina, presentato il piano per mandare in guerra i giovani dai 18 ai 24 anni

Le autorità ucraine, per tentare di risolvere i problemi legati alla carenza di soldati con cui compensare le perdite al fronte, ora puntano sui giovani. Gli uomini di mezza età catturati per strada, caricati a forza sui furgoni e pochi giorni dopo inviati al fronte non bastano.

L’Occidente - USA in primis - da tempo chiede a Kiev di abbassare l’età minima della mobilitazione obbligatoria, ora fissata a 25. Zelensky per ora evita il richiamo forzato dei giovani tra i 18 ed i 24 anni, proponendo una via di mezzo, ossia un contratto dove i ragazzi vengono motivati con denaro (circa 46 mila euro in un anno), mutui a tasso zero (alla fine del contratto), assistenza medica, la prospettiva di entrare in università (dopo la fine del contratto), esenzione dalla mobilitazione e possibilità di uscire dal paese a fine del contratto.

Per i giovani che oggi sono intrappolati in Ucraina senza poter lasciare il paese e senza grandi prospettive economiche, la cifra di denaro proposta può affascinare, ma quella clausola “dopo la fine del contratto” dovrebbe far ragionare… Quanto dura un soldato al fronte?

✍️ RangeloniNews

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