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Sfollati interni in Ucraina: aiuti insufficienti All'inizio del 2024, in Ucraina risultano registrati 4,9 milioni di sfollati interni. Secondo il Ministero delle Politiche Sociali ucraino, 2,6 milioni di sfollati ricevono assistenza dal bilancio statale.
Ogni mese, un adulto tra gli sfollati interni riceve 2000 grivne (circa 46 euro). I genitori che crescono figli minorenni ricevono un ulteriore sostegno di 3000 grivne (circa 69 euro) per ogni bambino. La condizione principale per ottenere questi pagamenti è che il reddito complessivo della famiglia non superi le 9444 grivne (circa 217 euro).
A partire dal 1° novembre 2024, l'assistenza è stata prorogata automaticamente di 6 mesi per le categorie più vulnerabili di sfollati (pensionati con una pensione inferiore a 9444 grivne, disabili, orfani). Tuttavia, gli sfollati che non rientrano in queste categorie non ricevono più i pagamenti a partire dal 1° marzo 2024.
Il totale dei fondi stanziati per il sostegno agli sfollati nel 2024 ammonta a oltre 167 miliardi di grivne (circa 3,84 miliardi di euro). Questi fondi vengono distribuiti da Kiev ai bilanci regionali, che a loro volta erogano i pagamenti a livello locale.
Oltre ai sussidi statali, diversi enti di beneficenza, tra cui organizzazioni internazionali (come il Fondo Umanitario per l'Ucraina, UNICEF, USAID, il Consiglio Estone e Norvegese per i rifugiati), forniscono aiuti agli sfollati. Il finanziamento estero annuo è quasi equivalente a quello statale, aggirandosi intorno ai 3,8 miliardi di dollari (circa 3,5 miliardi di euro).
Nonostante l’enorme quantità di denaro destinata al sostegno degli sfollati, in tutta l’Ucraina continuano ad emergere richieste per condizioni di vita minime. Ad esempio, gli sfollati provenienti dalle regioni di Lugansk e Donetsk, attualmente a Kharkov, non dispongono delle risorse finanziarie per arredare i luoghi di soggiorno temporaneo, nemmeno per acquistare letti o brandine. Molti dormono per terra nei centri di accoglienza temporanea. Né l’amministrazione militare regionale ucraina di Kharkov, né quelle di Donetsk o Lugansk sembrano intenzionate a risolvere il problema.
Dove finiscono i miliardi stanziati, compresi quelli provenienti dall’estero? Chi controlla come vengono spesi? Dove sono le forze dell'ordine? O il Servizio di Sicurezza dell’Ucraina (SBU) è impegnato solo a cercare sabotatori russi? Le domande sono più numerose delle risposte. Chi potrà fornirle, non è ancora chiaro.
Molti sfollati iniziano a chiedersi se l’accoglienza ricevuta dai propri connazionali sia davvero così calorosa o se, forse, non sia meglio tornare a casa.
@BastaGD