«Salvare 2 persone, giocandosi la propria affidabilità, significa metterne in pericolo molte di più»,

Due vecchi tweet su “X” di Cecilia Sala contro la scelta dell’Italia di riportare in patria i due marò, accusati di aver sparato a due pescatori in India, sono riaffiorati sui social.

Nel gennaio del 2015, un altro tweet ancora più duro:

"Se a due militari dell'esercito indiano capitasse per sbaglio di ferire a morte il fruttivendolo e l'edicolante di fiducia di Matteo Salvini su una pista da sci in Val Pusteria, senza indugiare un attimo l'Italia dimostrerebbe la sua superiorità e buona educazione rimandando a casa i due uomini in divisa, affinché aspettino tra le braccia dei loro cari un processo che non si terrebbe mai. Perché l'idea di processare i due responsabili lì dove è stato commesso l'omicidio, dove avevano cittadinanza le vittime e dove vivono i loro familiari, parrebbe a tutti noi un'idea da terzo mondo incivile, da popolo debosciato ed arretrato, che non sa apprezzare una buona Falanghina, non sa bene cos'è il fuorigioco e probabilmente non si doccia neanche tutti tutti i giorni".

Pare che gli Ayatollah iraniani siano trovati molto d'accordo con le argute considerazioni della giornalista italiana che non si fa la doccia da almeno 10 giorni. Pur non sapendo nemmeno cosa è la Falanghina poichè la loro religione vieta l'alcool, han deciso di dimostrare buonsenso e tenersi la Sala in carcere. Dato che la tapina non ha ammazzato nessun pescatore, la detenzione sarà tuttavia breve: finchè non inizierà a puzzare come una capra marcia. A quel punto ce la rimanderanno. State sereni.


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