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Forward from: Tutti i fatti
#Trump ha sanzionato la Corte penale internazionale

✒️Donald Trump ha firmato giovedì un ordine esecutivo che impone sanzioni contro la Corte penale internazionale (#CPI) per le azioni contro gli Stati Uniti e i suoi alleati, tra cui Israele, ha dichiarato la #CasaBianca.

Secondo Trump, le azioni della Corte penale internazionale sono “un attacco alla sovranità degli Stati Uniti” e “minano l'essenziale lavoro di sicurezza nazionale e di politica estera del governo”.


☝🏻A fine novembre 2024, la Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l'ex ministro della Difesa israeliano Yoav Galant per presunti crimini di guerra nella Striscia di Gaza.

@tutti_i_fatti

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Forward from: Francesca Quibla
Sto leggendo ora qualcosa su graphite, il caso dello spyware della società israeliana Paragon fondata dall'ex premier sionista Ehud Barak. .

Dai toni degli articoli che sto leggendo, si capisce che la società israeliana ha chiuso i contratti perché l'Italia avrebbe violato i termini di servizi e IL QUADRO ETICO concordato.

Cioè una società israeliana accusa un governo, tra l'altro servo dei sionisti, di aver violato un quadro ETICO?

E quale sarebbe l'etica dei sionisti? Quella di ammazzare bambini, imprigionare, terrorizzare bambini, devastare territori, commettere genocidi? Quale sarebbe l'etica che ha spinto Barak a fondare questi spyware?

Se non fosse così squallida, grave e grottesca la situazione ci sarebbe da ridere.


Forward from: Francesca Quibla
Salvare i saperi per salvare la scuola" - Federico Greco

Dopo il primo convegno dedicato all'istruzione, dal quale è nato il libro "Per una scuola che torni a essere scuola" (edizioni Il Cerchio, Rimini 2024, ordina qui la tua copia https://www.contiamoci...​, con il convegno "Salvare i saperi per salvare la scuola" ContiamoCi! prosegue l'analisi del sistema scolastico italiano, la cui febbrile degenerazione impone con urgenza di reagire.
Lungi dal porre rimedio ai danni già prodotti da decenni di sperimentazione pedagogica su modello americano, si sta procedendo a una velocità sempre più vertiginosa verso la demolizione di ogni baluardo di cultura.
Nel regno delle competenze, dell'ideologia e del digitale, dove non c'è più spazio per i saperi, i docenti sono relegati al ruolo di assistenti e di animatori. E l'inestimabile patrimonio di conoscenze e di bellezza frutto di secoli e secoli di storia rischia di restare inaccessibile alle generazioni a venire, lasciate in balia degli algoritmi nella spirale dell'ignoranza e della alienazione.
Vicenza 16 e 17 novembre 2024

https://youtu.be/HtGfIaN8NGI?si=8vo_TvaNDb2p29ss




Perché porterebbero verso l’Italia?

Innanzitutto, il timing. Poi la società Paragon ha stoppato il contratto con il governo italiano. Tutte le tre persone spiate, il giornalista l’attivista e me, si occupano di questioni che interessano all’Italia. Penso che farò un’azione legale contro Meta solo perché Meta poi faccia causa a Paragon e questa poi ci spieghi in tribunale perché ha chiuso il contratto con l’Italia.

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El Housami: “Hackerato mentre mediavo coi servizi per liberare 5 libici”
L'imprenditore - Pronto a mettere i passaporti degli 007 online, ma mi chiesero di non farlo

Di Marco Lillo

Davvero un bel tipo El Housami. Su Facebook si definisce un imprenditore 35enne che vuole un futuro migliore per la Libia. Ieri The Guardian ha raccontato che, come Cancellato e Casarini, il suo telefonino è stato hackerato dal software spia Paragon. Per Il Giornale(“Il piano contro l’Italia: diffusi sui social i passaporti dei nostri 007”, 31 gennaio 2025) avrebbe diffuso la foto del passaporto del capo dell’AISE, Giovanni Caravelli, su Telegram. Lui smentisce ma Fausto Biloslavo, autore dell’articolo, al Fatto conferma di aver visto con i suoi occhi la chat su Telegram. Comunque sia ieri l’influencer libico ne ha fatta una grossa. Ha pubblicato su X e Facebook una foto di un aereo e accanto la notizia che il capo dell’intelligence italiana sarebbe andato il 28 gennaio a Tripoli a incontrare il procuratore generale Sidiq Al -Sour Dbeibeh.
Lo abbiamo intervistato.

Ci può spiegare meglio che cosa sarebbe stato questo incontro?

C’era Giovanni Caravelli e dalla parte libica il procuratore generale Sidiq Al-Sour

Ma lei è sicuro?

Al 100%

La foto sul suo profilo X è quella dell’aereo atterrato?

Sì, quello è l’aereo che ha portato Caravelli.

E, se davvero c’è stato, cosa si sono detti nell’incontro?

Si è discusso di due questioni, ma non ne posso parlare adesso. Per la sicurezza delle mie fonti.

Si è parlato del caso Almasri?

Si è emerso durante l’incontro

Lei ha pubblicato sui social il passaporto del direttore AISE Caravelli?

Non ho mai portato a conoscenza del pubblico questi documenti. Ne ho parlato solo con poche persone amiche.
Mi dissero che questi documenti erano estremamente sensibili e che gli italiani non volevano che fossero pubblicati ed erano molto nervosi. Questo accadeva nel dicembre 2024. In quel periodo io stavo seguendo il caso dei tre calciatori detenuti in Italia perché condannati come trafficanti di uomini. Mi dissero l’intelligence italiana poteva aiutarci e mi chiesero di non pubblicare i documenti. Così feci. A dicembre, il procuratore generale con il capo del parlamento libico Aguila Saleh sono venuti in Italia e hanno raggiunto un accordo con Giorgia Meloni.

Ma lei era coinvolto?

Nel backstage. Era un accordo pienamente legale. Quando abbiamo visto che Al Masri è stato liberato è cambiato tutto.

Perché Almasri è stato liberato?

Perché, come diciamo noi hanno dormito nello stesso letto. Il governo italiano è veramente molto coinvolto con la milizia libica. Sanno molte cose. E hanno il potere di ottenere la liberazione.

E i suoi documenti?

Innanzitutto, abbiamo pubblicato la fotografia che voi tutti avete visto con Almasri che sorride e scende giù dall’aereo con la bandiera italiana. Sono stato io a far pubblicare quella fotografia. Sapevamo dal giorno prima che sarebbe stato liberato. Con certezza.
Poi ho cominciato a pubblicare il passaporto del capo della sicurezza dell’ambasciata libica a Roma.

E quello di Caravelli?

Quello non la ho mai pubblicato. Ho solo fatto sapere a persone vicine all’intelligence europea che avevo quei documenti. Sono uscite molte cose sbagliate su di me. Io non sono legato ai francesi, non ho una relazione particolare con quel miliardario libico e non ho mai lavorato per il governo come si sosteneva in quell’articolo.

Quando è stato sottoposto ad hackeraggio?

Meta mi ha detto a dicembre. Proprio quando io ho cominciato a rilasciare informazioni imbarazzanti. A gennaio c’è stato il caso Almasri e quindi il timing è perfetto.

Cosa farà ora?

Darò il telefonino a Citizen Lab a Toronto e poi ad altri periti in Svezia per capire quello che è accaduto. Lunedì vedo l’avvocato. Se ci fosse una responsabilità italiana, cioè di un paese del primo mondo nel fare qualcosa di simile contro giornalisti e attivisti civili, sarebbe molto grave. Non ho la certezza che ci sia coinvolgimento dei servizi segreti italiani, ma ci sono alcune impronte che fanno pensare.

Segue...


Graphite, una fonte del Fatto in Israele: “Da voi solo lo Stato può averlo utilizzato”
Paragon - La legge vieta la vendita del trojan a privati

Di Ferruccio Sansa

“Due. In Italia i clienti di Graphite, lo spyware prodotto da Paragon, sono solo due: un’agenzia di polizia e un’organizzazione di intelligence”. Due soggetti quindi riferibili allo Stato italiano? “Sì”. È categorica la fonte che il Fatto ha contattato in Israele, dove ha sede Paragon (a Jaffa). Aggiunge: “Il problema nell’utilizzo del software spia in casi come questo riguarda il cliente più che il produttore. Può trattarsi di un utilizzo compiuto direttamente dal titolare della licenza oppure di un utilizzo abusivo”.

Può essere più chiaro? “Chi compra lo spyware ne affida l’utilizzo ad altri violando le regole”. Insomma, da Tel Aviv puntano il dito verso l’Italia. Non sarà un modo per difendere un colosso del settore spionistico, tra l’altro fondato da Ehud Barak, ex premier laburista? “No, Paragon non ha amici nel governo. Barak non sta con Netanyahu”.

Ma vediamo perché “l’abuso” nell’utilizzo di Graphite nascerebbe in Italia. “Un prodotto come questo può essere venduto soltanto a uno Stato oppure a soggetti governativi”, spiega un noto broker italiano di prodotti informatici legati alle comunicazioni e alle intercettazioni (anche lui, per ovvie ragioni, chiede l’anonimato).

Possibile che ci siano falle nella rete? “No. Questi spyware si commerciano come un’arma, un missile. La transazione passa attraverso apposite commissioni”. È ipotizzabile che Paragon abbia deciso di vendere a ‘privati’, violando le regole? “No”, rispondono le fonti israeliane, ma anche italiane, “perché le norme e i controlli sono stringenti. Il produttore rischia sanzioni pesantissime che possono portare alla chiusura. Tra l’altro Paragon da un mese è stata acquistata da un fondo americano sottoposto a controlli perfino più stringenti”. Paragon, spiegano da Israele, “ha clienti in una trentina di paesi, soprattutto occidentali: Stati Uniti, Europa, tra cui l’Italia, e Singapore che è alleato di Israele. Tenete presente che un software come questo, in mani sbagliate può essere veramente pericoloso”.

Ci sono anche questioni tecniche che portano a pensare che l’abuso nell’utilizzo di Graphite dipenda dal cliente più che dal produttore. “Graphite è uno spyware all’avanguardia, il primo ‘zero clic’. Per essere inoculato in un telefonino non richiede nemmeno che la persona intercettata clicchi su un messaggio o un numero”, spiega il broker. Ma c’è di più: Graphite è costosissimo. Dipende dal numero di cellulari spiati, ma soprattutto dagli aggiornamenti richiesti. Pensate che un telefonino presenta anche 14 exploit, cioè nodi da sciogliere per essere ‘violato’. E cambiano nel giro di giorni. Per far fronte a tutto questo Graphite può costare intorno ai 20 milioni”.

Infine: uno spyware così sofisticato – che bypassa anche gli operatori telefonici – richiede supporti tecnici non accessibili a privati. “Difficile che non ci sia di mezzo uno Stato. Ufficialmente oppure, appunto, con un utilizzo abusivo”.

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Giornalisti spiati, dalla Paragon. Stop all’Italia: “Violati i contratti”
cronisti e attivisti nel mirino.
Il “Fatto” ha rivelato: lo spyware lo avevano anche gli 007. Il “Guardian”: per la società l’Italia lo ha usato impropriamente

Di Valeria Pacelli

Il caso Paragon, la società israeliana produttrice dello spyware al centro del presunto spionaggio contro giornalisti e attivisti, sta diventando per il governo italiano una grana non da poco. Perché se da una parte l’azienda, fondata dall’ex premier israeliano Ehud Barak, ha rescisso i contratti con il nostro Paese, dall’altra due giorni di mancate spiegazioni da parte di Palazzo Chigi lasciano ampi spazi di ambiguità. Soprattutto nel momento in cui ll Fatto rivela che quel software era in uso ai servizi italiani e la stampa estera racconta come il passo indietro degli israeliani sia dovuto all’aver “infranto i termini di servizio e il quadro etico concordato” da parte dell’Italia. È quindi il nostro Paese ad aver monitorato 7 target, a partire dal direttore di Fanpage Francesco Cancellato e l’attivista Luca Casarini? E se così fosse, chi li avrebbe spiati? Palazzo Chigi ha già escluso un coinvolgimento dei servizi, ma le opposizioni chiedono al governo di riferire in aula.

La vicenda esplode venerdì scorso quando Cancellato denuncia la scoperta di un virus nel proprio cellulare: è Meta ad avvisarlo dell’intrusione. Gli esperti di Citizen Lab poi scoprono che il dispositivo era stato infettato dallo spyware Graphite, prodotto da Paragon. Stessa situazione per Casarini, fondatore di Mediterranea Saving Humans e altre cinque persone (allo stato ignote).

Palazzo Chigi, mercoledì, nell’unica nota sulla questione, ha assicurato che gli 007 italiani non c’entrano nulla. Ma molti aspetti in questa vicenda non tornano. Il primo riguarda chi in Italia abbia utilizzato i software di Paragon. Il quotidiano israeliano Haaretz ieri ha spiegato che la società lavora solo con enti statali (tra cui l’Fbi, negli Usa). Tra i clienti italiani viene citata un’agenzia di polizia e un’organizzazione di intelligence. Due giorni fa Il Fatto aveva già rivelato che sia Aisi che Aise, i servizi segreti per l’interno e l’estero, in passato avevano avuto in dotazione lo spyware in questione. Non è la piattaforma principale alla quale s’appoggia l’intelligence, ma quel software è stato utilizzato per casi specifici e limitati nel tempo e per testarne le capacità. Abbiamo poi chiesto conto anche a Finanza, Carabinieri e Polizia e tutti escludono di aver utilizzato il software in questione. Mistero. Tuttavia sull’uso di questi strumenti il governo si è trincerato dietro un: “Siamo disponibili a riferire al Copasir”. E da Chigi ieri non è arrivata alcuna spiegazione neanche dopo le notizie sulla chiusura dei contratti. Per il Guardian, Paragon avrebbe chiuso l’accordo perché l’Italia avrebbe “infranto i termini di servizio e il quadro etico concordato nell’ambito del contratto”. Sembra che l’azienda punti il dito contro un cattivo uso del software da parte dell’Italia.

E ancora. Ieri la stampa ha raccontato (senza smentite) che già venerdì, quando la campagna di spionaggio era diventata pubblica, Paragon aveva avviato un “congelamento preventivo”. Haaretz ha aggiunto un dettaglio: l’azienda avrebbe chiesto spiegazioni all’Italia, che mercoledì ha risposto, negando ogni coinvolgimento. Spiegazione che non avrebbe convinto la società, la quale di lì a poco avrebbe deciso di chiudere i contratti. Anche su questo punto nessuna smentita da Palazzo Chigi.

Nel mondo sarebbero 90 tra giornalisti e membri della società civile a esser stati presi di mira dallo spyware. Tra le “vittime” anche il libico Husam El Gomati. È lo stesso di cui si è occupato nei giorni scorsi Il Giornale, spiegando come l’uomo avesse pubblicato via Telegram e sui social documenti usciti dalla Procura generale libica, sui rapporti in Libia degli 007 italiani. Tra i documenti piazzati in rete anche il passaporto di Giovanni Caravelli, direttore dell’Aise.

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Forward from: Francesca Quibla
Netanyahu ha regalato a Trump un cercapersone d'oro.

D'altra parte, la prima amministrazione Trump si è macchiata dell'uccisione del Generale Soleimani, colui che insieme agli Hezbollah libanesi, aveva aiutato la Siria di Bashar Al-Assad a tenere a bada l'isis (ora al potere in Siria, altro discorso collegato alla scomparsa di Soleimani)

Celebrano spudoratamente il loro terrorismo.

Non che non lo sapessimo, ma questi individui arrivano dall'inferno e solo lì dovranno tornare. Deturpati mentali, sadici, perversi, criminali e impuniti

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Forward from: Francesca Quibla
Il Ministero degli Interni di Hay'at Tahrir al-Sham ha pubblicato una mappa della Siria che cancella le alture del Golan (occupate da "israele" dal 1967) e la regione di Iskenderun (antica Antiochia) che la Turchia ha annesso nel 1939, sotto l'occupazione francese.

Questa mappa non sarebbe stata creata senza l'abolizione della costituzione, lo scioglimento dei sindacati degli avvocati, lo scioglimento dell'Esercito Arabo Siriano e la sospensione della legge...
La nuova leadership terroristica non ha né legge né costituzione e Al-Julani è un ambasciatore o rappresentante della leadership della Turchia e di "israele"... È piuttosto un occupante turco i cui soldati mascherati sono quelli che vediamo sugli schermi e sono loro a gestire gli affari del paese, con sangue versato nelle strade, furti e sequestri, licenziamenti di giudici e dipendenti, un esercito sciolto e i suoi soldati e ufficiali perseguitato… Al-Julani si muove di conseguenza ai padroni che lo hanno nominato

K. Khalid

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Forward from: InsideOver
In Siria in soli 30 giorni sono stati uccisi 50 civili: 38 uomini, 9 donne e 3 bambini. Mentre il neo-presidente al-Jolani ha messo la cravatta e viene oramai accolto nei salotti politici internazionali, la Siria è segnata una scia di sangue di cui, secondo fonti siriane, sono responsabili i miliziani HTS, il gruppo islamista radicale erede di al Qaeda, di cui al-Jolani è il leader.

Tra gli ultimi casi di omicidio c’è quello di Nagham Issa, una giovane donna siriana. I miliziani hanno chiesto un riscatto alla famiglia, e poche oro dopo l’hanno uccisa e lasciata per strada, di fianco ad una seconda donna morta.

Dopo anni del sanguinario regime di Assad, il governo dell’ex jihadista, ora “ribelle moderato”, come amano definirlo i media occidentali, non sembra avviare la Siria ad futuro di pace e unità.

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Forward from: Giubbe Rosse
‌GOOGLE ABBANDONA LA PROMESSA DI NON UTILIZZARE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LE ARMI
Fonte: The Guardian

Nelle sue nuove linee guida Alphabet non parla più di “non perseguire tecnologie che possano causare, anche solo potenzialmente, danni generali”, riferisce The Guardian. L’obiettivo è ora brutalmente “proteggere la sicurezza nazionale”, spiega il capo dell’intelligenza artificiale di Google, Demis Hassabis. Ennesima svolta di Silicon Valley, che segue a ruota il nuovo paradigma dell’amministrazione appena insediata. Viviamo in un mondo multipolare, ha detto pochi giorni fa il Segretario di Stato Marco Rubio. All’atto pratico, significa che la concorrenza con la Cina e i nuovi potenziali soggetti globali impone oggi agli USA di guardare unicamente ai propri interessi senza dissimularli dietro la retorica dei diritti umani e del diritto internazionale. America first, in purezza.

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Come l'IA legge le emozioni

L'intelligenza artificiale può interpretare le emozioni umane analizzando diversi input di dati, come espressioni facciali, toni di voce, linguaggio del corpo e contenuti testuali.

Ad esempio, i sistemi di IA dotati di computer vision possono valutare i movimenti del volto—come sorrisi o cipigli—per determinare gli stati emotivi.

Allo stesso modo, gli algoritmi di elaborazione del linguaggio naturale analizzano i modelli di voce, il tono e il timbro per identificare emozioni come felicità, rabbia o tristezza.

Nell'analisi del testo, l'IA esamina la scelta delle parole e la struttura delle frasi per valutare il sentimento espresso.

Queste tecnologie trovano applicazione in settori come il customer service, dove comprendere lo stato emotivo di un cliente può migliorare l'efficacia del servizio.

https://www.repubblica.it/tecnologia/2025/02/05/news/ai_act_regole_intelligenza_artificiale_emozioni_manipolazione-423983047/?ref=RHLM-BG-P4-S1-T1

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Forward from: InsideOver
Israele ha annunciato il suo ritiro dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC) in seguito alla decisione degli Stati Uniti di non partecipare più all'organismo.

"Israele accoglie con favore la decisione del presidente Trump di non partecipare al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC)", ha affermato il ministro degli Esteri Gideon Sa'ar su X.

Sa'ar ha accusato il Consiglio di imporre sanzioni ai violatori dei diritti umani, "consentendo loro di nascondersi da verifiche e, invece, demonizzando ossessivamente l'unica democrazia in Medio Oriente: Israele".
Il 4 febbraio Trump ha firmato un ordine esecutivo per ritirare gli USA dal consiglio. L'ordinanza proibisce inoltre agli USA di erogare finanziamenti all'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA).

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Forward from: Comitato Donbass Antinazista - Notizie sulla guerra in Ucraina
🇺🇸💸🚫🇺🇦 STOP USAID, BERNIE SANDERS CERCA DI DIFENDERE L'AGENZIA CHE HA SOVVERTITO MEZZO MONDO
Elon Musk, l'uomo più ricco del mondo, sta smantellando l'USAID, che nutre i bambini più poveri del mondo.
Questa è oligarchia al suo peggio.
Le azioni di Musk non sono solo immorali e incostituzionali, sono controproducenti per la nostra posizione nel mondo.


Mentre in questi giorni si sta scatenando un terremoto negli USA, dove una delle principali agenzie che hanno finanziato rivoluzioni colorate filo-USA in mezzo mondo viene messa a nudo dai repubblicani, uno dei leader della finta-sinistra statunitense tira in ballo i bambini affamati rimasti senza fondi USA.

ℹ️ Chiariamoci, i repubblicani stanno distruggendo USAID solo perché i democratici usavano quegli stessi fondi anche per attaccare loro. Ora ricostituiranno una nuova agenzia, con un altro nome, ma sotto il loro pieno controllo. Nel frattempo questo di USAID è uno scandalo planetario che va portato all'attenzione di tutti!

Segui 👉@ComitatoDonbass

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Forward from: Tutti i fatti
L'#Ucraina si è rivelata il più grande beneficiario di #USAID in tre anni

👓L'Ucraina ha ricevuto il 27,2% di tutti i fondi dell'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) negli ultimi tre anni, si apprende da un'analisi dei dati del portale statunitense ForeignAssistance.gov.

💲Kiev è diventata il maggior beneficiario degli aiuti USAID dal 2022, al Paese sono stati assegnati 9,95 miliardi di dollari su un budget totale dell'agenzia di 41,5 miliardi di dollari. Nel 2023, i finanziamenti sono aumentati a 16,43 miliardi di dollari (38,8% della spesa totale). Nel 2024, l'Ucraina ha ricevuto 6,05 miliardi di dollari su 35,4 miliardi.

Nei tre anni, Washington ha inviato a Kiev 32,4 miliardi di dollari, pari al 27,2% dei finanziamenti totali di USAID (119,3 miliardi di dollari).


@tutti_i_fatti


Forward from: Tutti i fatti
Scontro su Almasri in aula. Nordio: "Non sono passacarte"

☝🏻Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha criticato la Corte penale internazionale per errori nella richiesta di arresto del libico Osama Njeem Almasri, definendola nulla e attaccando alcuni magistrati italiani per averlo iscritto nel registro degli indagati; promette di proseguire con la riforma della giustizia.

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha giustificato il rimpatrio di Almasri per ragioni di sicurezza nazionale, negando pressioni dalla Libia e difendendo l'uso dell'aereo di Stato.


💣L'informativa in Parlamento ha scatenato un acceso dibattito con l'opposizione, con critiche al governo per la gestione del caso e accuse di favorire i criminali, mentre il governo difende le proprie azioni e sottolinea le incongruenze nel mandato di arresto internazionale.

@tutti_i_fatti


Forward from: War Room - Russia, Ucraina, NATO
Siccome gli abitanti di Gaza non sono cittadini israeliani, c'è da chiedersi in base a quale criterio il Ministro della Difesa israeliano abbia incaricato l'esercito israeliano (e non, che so, la Croce/Mezzaluna Rossa, l'UNHCR e simili) di preparare un piano per "consentire" la loro partenza "volontaria". Partenza per dove, uno si chiede, e sempre Katz fornisce una prima risposta: siccome Spagna, Irlanda, Norvegia, Canada e altri paesi hanno "accusato falsamente" Israele, se li prendano loro "altrimenti la loro ipocrisia sarà smascherata". Kaja Kallas e Pinona Piciernona nostra bella, intanto, stranamente tacciono.

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Forward from: Giubbe Rosse
🇮🇱🇵🇸 ISRAELE, KATZ: "HO DATO MANDATO ALL'IDF DI PREPARARE OPZIONI PER I RESIDENTI DI GAZA CHE VOGLIONO ANDARE VRSO ALTRI PAESI"
Ho incaricato l'IDF di preparare un piano che permetta a qualsiasi residente di Gaza che lo desideri di andarsene verso qualsiasi paese disposto ad accoglierlo.

Hamas ha usato gli abitanti di Gaza come scudi umani, ha costruito la sua infrastruttura terroristica nel cuore della popolazione civile e ora li tiene in ostaggio, estorcendo loro denaro attraverso il sistema di aiuti umanitari e impedendo la loro partenza da Gaza.

Il piano includerà opzioni di uscita attraverso i valichi di terra, nonché accordi speciali per la partenza via mare e per via aerea.

Paesi come la Spagna, l'Irlanda, la Norvegia e altri, che hanno falsamente accusato Israele per le sue azioni a Gaza, sono legalmente obbligati a permettere agli abitanti di Gaza di entrare nel loro territorio. La loro ipocrisia sarà smascherata se si rifiutano. Nel frattempo, paesi come il Canada, che ha un programma di immigrazione strutturato, hanno precedentemente espresso la volontà di accogliere residenti da Gaza.

Il popolo di Gaza dovrebbe avere il diritto alla libertà di movimento e di migrazione, come è consuetudine in tutto il mondo.

Accolgo con favore la coraggiosa iniziativa del Presidente Donald Trump, che può creare ampie opportunità per coloro che a Gaza desiderano andarsene, assisterli nel reinsediamento nei paesi ospitanti e sostenere gli sforzi di ricostruzione a lungo termine in una Gaza smilitarizzata e libera da minacce dopo Hamas, uno sforzo che richiederà molti anni.

Israel Katz, Ministro della Difesa di Israele, X


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