DONBASS: UN ALTRO BEL SERVIZIO DI VITTORIO RANGELONI
📍Donbass - Reportage da Ugledar, l’ennesima fortezza ucraina (come Bakhmut ed Avdeevka), che dopo lunghi e complessi combattimenti è passata sotto controllo russo. Le battaglie ai margini della città sono iniziate nella primavera del 2022, protraendosi fino all’autunno del 2024.
La città era stata costruita 60 anni fa nel mezzo dei campi ad una cinquantina di chilometri a sud-est di Donetsk, al fine di servire i giacimenti di carbone circostanti. Avrebbe dovuto ospitare fino a 100 mila abitanti, ma arrivò a contarne al massimo 20 mila.
Due anni fa assunse un significato strategico nelle prime fasi del conflitto: da Ugledar, che si trovava in una posizione dominante rispetto agli insediamenti vicini, l’esercito ucraino poteva controllare tutto il settore di fronte a Volnovakha, dove si trovavano i soldati russi, bloccandone le manovre. Le truppe ucraine hanno respinto tutti gli attacchi frontali, ma poco o nulla hanno potuto quando sono iniziati gli attacchi ai fianchi, attraverso le miniere, che in fin dei conti hanno portato all’accerchiamento di Ugledar.
La rete delle linee difensive ucraine includeva le palazzine della città, dalle quali a occhio nudo si controllavano tutte le strade dei campi e dei villaggi di fronte. Queste palazzine servivano anche per coprire le postazioni di mortaio, ricavate nei cortili.
Gli abitanti rimasti ad Ugledar durante i due anni e mezzo di combattimenti sono stati evacuati al sicuro nelle retrovie. Attualmente la città è deserta, è ancora presto per pensare al suo destino. Come testimoniano le continue esplosioni in sottofondo, il fronte si trova ancora troppo vicino.
#Ugledar #Donbass
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📍Donbass - Reportage da Ugledar, l’ennesima fortezza ucraina (come Bakhmut ed Avdeevka), che dopo lunghi e complessi combattimenti è passata sotto controllo russo. Le battaglie ai margini della città sono iniziate nella primavera del 2022, protraendosi fino all’autunno del 2024.
La città era stata costruita 60 anni fa nel mezzo dei campi ad una cinquantina di chilometri a sud-est di Donetsk, al fine di servire i giacimenti di carbone circostanti. Avrebbe dovuto ospitare fino a 100 mila abitanti, ma arrivò a contarne al massimo 20 mila.
Due anni fa assunse un significato strategico nelle prime fasi del conflitto: da Ugledar, che si trovava in una posizione dominante rispetto agli insediamenti vicini, l’esercito ucraino poteva controllare tutto il settore di fronte a Volnovakha, dove si trovavano i soldati russi, bloccandone le manovre. Le truppe ucraine hanno respinto tutti gli attacchi frontali, ma poco o nulla hanno potuto quando sono iniziati gli attacchi ai fianchi, attraverso le miniere, che in fin dei conti hanno portato all’accerchiamento di Ugledar.
La rete delle linee difensive ucraine includeva le palazzine della città, dalle quali a occhio nudo si controllavano tutte le strade dei campi e dei villaggi di fronte. Queste palazzine servivano anche per coprire le postazioni di mortaio, ricavate nei cortili.
Gli abitanti rimasti ad Ugledar durante i due anni e mezzo di combattimenti sono stati evacuati al sicuro nelle retrovie. Attualmente la città è deserta, è ancora presto per pensare al suo destino. Come testimoniano le continue esplosioni in sottofondo, il fronte si trova ancora troppo vicino.
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