📍
Donbass,
nuovo reportage da Selidovo - Testimonianze dei civili che, quotidianamente, continuano a fare i conti con la guerra, ancora vicina e minacciosa. Eppure c’è speranza, ottimismo e voglia di tornare alla normalità.
Raggiungere questi luoghi è complicato e pericoloso. Le strade sono piene di crateri e di frammenti più o meno grandi di metallo, il rischio di forare è elevato. Ma le minacce principali provengono dal cielo, all’improvviso, candendo in picchiata sui veicoli, portando morte e distruzione.
Ma preghi e ti fai forza. Ritengo che sia importante far conoscere queste realtà e le voci di coloro che vivono in questi luoghi, di cui da anni si parla in tutto il mondo. Ecco, tutti ne parlano, propongono, affermano, condannano... Ma pochi poi si interessano a ciò che ne pensano i diretti interessati, come se non debbano essere queste persone a decidere della loro sorte.
Quali difficoltà hanno affrontato queste persone? Di cosa hanno paura? Come vivono ora? Ma soprattutto, cosa desidera la gente che la guerra l’ha vista con i propri occhi?
Queste persone hanno visto il proprio esercito aprire il fuoco contro di loro, prima di ripiegare in altri centri abitati e dell’arrivo dei russi. Queste persone sono spaventate. Come osserva Yurij Mezinov, il volontario che mi ha accompagnato in questo viaggio, inizialmente tra la popolazione c’era diffidenza anche nel consegnare le letterine dei bambini per i regali natalizi, perché abituati alle pratiche ucraine (nella fattispecie degli “angeli bianchi”) di utilizzare queste occasioni non al fine principale di portare doni e momenti di magia, quanto per ottenere informazioni sugli abitanti.
Nonostante Kiev avesse provato ad evacuare forzatamente i minori, a Selidovo abbiamo incontrato parecchi giovani e bambini che erano rimasti nascosti nelle case e negli scantinati ed ora sognano di tornare a sedersi dietro ai banchi di scuola.
Buona visione:
https://youtu.be/FRLF5M1biiU?feature=sharedVittorio Rangeloni