I BIOLABORATORI MILITARI TRASLOCANO E UNO È GIÁ A CASA “NOSTRA”
(pt.1/2) @LauraRuHK
Il Pentagono intende trasferire in paesi dello spazio post-sovietico i programmi di ricerca batteriologica in corso in Ucraina. Gli Usa temono che la Russia possa squarciare il velo di segretezza che copre le attività di biolaboratori la cui esistenza era stata confermata a marzo anche dalla sottosegretaria di Stato Usa per gli affari politici, Victoria Nuland. Nel corso di una audizione al Senato federale degli Stati Uniti, alla domanda se Kiev avesse a disposizione o meno armi chimiche o biologiche, Nuland aveva risposto affermativamente, dicendosi preoccupata rispetto all’eventualità che i russi ne entrassero in possesso.
E’ opportuno ricordare che in Ucraina dal 2014, anno del colpo di stato a Kiev finanziato dagli Stati Uniti, è presente un numero imprecisato di laboratori di massima sicurezza - secondo alcune fonti sarebbero almeno 30 – controllati dal Pentagono, Metabiota, Black & Veatch e dal Southern Research Institute. Si tratta di laboratori che studiano, e quindi potrebbero diffondere, agenti patogeni altamente pericolosi. Secondo il Ministero della Difesa russo i programmi incompiuti in Ucraina saranno trasferiti frettolosamente in paesi dello spazio post-sovietico in Asia Centrale, nonché in stati dell'Europa Orientale come Bulgaria, Repubblica Ceca e Paesi Baltici.
L'espansione della rete di biolaboratori, in grado di creare e conservare agenti patogeni per le armi batteriologiche, crea una minaccia per la sicurezza della Russia ma non solo. I paesi dell'Asia centrale ad esempio confinano con la Russia, ma sono vicini anche a Cina e Iran, considerati dagli USA paesi avversari. In alcuni di questi paesi esistono già laboratori finanziati dagli americani: Tagikistan, Uzbekistan, Kirghizistan e Kazakistan hanno già una rappresentanza del CDC, Centri statunitensi per il controllo delle malattie. La cooperazione con gli Stati Uniti nella ricerca biologica è confermata in Armenia, e una ricerca su peste, colera, malaria, epatite, coronavirus ed encefalite viene intrapresa in Mongolia. Alcune di queste ricerche sono vietate negli Stati Uniti in quanto costituiscono un grave pericolo batteriologico, ma quando si tratta della salute di persone che vivono a migliaia di chilometri dalle sponde americane gli scrupoli scompaiono d’incanto.
Se consideriamo il caso dei biolaboratori presenti in Ucraina notiamo immediatamente che l'orientamento del lavoro svolto dal Pentagono e dai suoi partner non corrisponde alle emergenze epidemiologiche esistenti nel paese (morbillo, rosolia, tubercolosi, AIDS) poiché in questi laboratori si studiano colera, tularemia, peste, febbre Congo-Crimea, Hantavirus.
Il segreto che avvolge i biolaboratori americani permette di trasferirli nel silenzio generale anche in paesi come l’Italia. Nel dicembre 2019 ad esempio era iniziato il complesso trasloco, della durata di oltre dieci mesi, di uno dei principali centri di ricerca delle forze armate USA (NAMRU-3) dal Cairo in Egitto alla base aerea siciliana di Sigonella.
Si tratta di un'unità, tra le maggiori del suo genere, che ha il compito di "studiare, monitorare ed individuare minacce sanitarie emergenti e riemergenti di importanza militare e pubblica, nonché sviluppare strategie mirate a mitigare queste minacce."
(pt.1/2) @LauraRuHK
Il Pentagono intende trasferire in paesi dello spazio post-sovietico i programmi di ricerca batteriologica in corso in Ucraina. Gli Usa temono che la Russia possa squarciare il velo di segretezza che copre le attività di biolaboratori la cui esistenza era stata confermata a marzo anche dalla sottosegretaria di Stato Usa per gli affari politici, Victoria Nuland. Nel corso di una audizione al Senato federale degli Stati Uniti, alla domanda se Kiev avesse a disposizione o meno armi chimiche o biologiche, Nuland aveva risposto affermativamente, dicendosi preoccupata rispetto all’eventualità che i russi ne entrassero in possesso.
E’ opportuno ricordare che in Ucraina dal 2014, anno del colpo di stato a Kiev finanziato dagli Stati Uniti, è presente un numero imprecisato di laboratori di massima sicurezza - secondo alcune fonti sarebbero almeno 30 – controllati dal Pentagono, Metabiota, Black & Veatch e dal Southern Research Institute. Si tratta di laboratori che studiano, e quindi potrebbero diffondere, agenti patogeni altamente pericolosi. Secondo il Ministero della Difesa russo i programmi incompiuti in Ucraina saranno trasferiti frettolosamente in paesi dello spazio post-sovietico in Asia Centrale, nonché in stati dell'Europa Orientale come Bulgaria, Repubblica Ceca e Paesi Baltici.
L'espansione della rete di biolaboratori, in grado di creare e conservare agenti patogeni per le armi batteriologiche, crea una minaccia per la sicurezza della Russia ma non solo. I paesi dell'Asia centrale ad esempio confinano con la Russia, ma sono vicini anche a Cina e Iran, considerati dagli USA paesi avversari. In alcuni di questi paesi esistono già laboratori finanziati dagli americani: Tagikistan, Uzbekistan, Kirghizistan e Kazakistan hanno già una rappresentanza del CDC, Centri statunitensi per il controllo delle malattie. La cooperazione con gli Stati Uniti nella ricerca biologica è confermata in Armenia, e una ricerca su peste, colera, malaria, epatite, coronavirus ed encefalite viene intrapresa in Mongolia. Alcune di queste ricerche sono vietate negli Stati Uniti in quanto costituiscono un grave pericolo batteriologico, ma quando si tratta della salute di persone che vivono a migliaia di chilometri dalle sponde americane gli scrupoli scompaiono d’incanto.
Se consideriamo il caso dei biolaboratori presenti in Ucraina notiamo immediatamente che l'orientamento del lavoro svolto dal Pentagono e dai suoi partner non corrisponde alle emergenze epidemiologiche esistenti nel paese (morbillo, rosolia, tubercolosi, AIDS) poiché in questi laboratori si studiano colera, tularemia, peste, febbre Congo-Crimea, Hantavirus.
Il segreto che avvolge i biolaboratori americani permette di trasferirli nel silenzio generale anche in paesi come l’Italia. Nel dicembre 2019 ad esempio era iniziato il complesso trasloco, della durata di oltre dieci mesi, di uno dei principali centri di ricerca delle forze armate USA (NAMRU-3) dal Cairo in Egitto alla base aerea siciliana di Sigonella.
Si tratta di un'unità, tra le maggiori del suo genere, che ha il compito di "studiare, monitorare ed individuare minacce sanitarie emergenti e riemergenti di importanza militare e pubblica, nonché sviluppare strategie mirate a mitigare queste minacce."