L'amorenonuccide🛑


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Категория: Психология


Le delusioni d'amore devono essere superate ed affrontate e noi vi aiutiamo a farlo.
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La madre fu vittima di femminicidio, ora Pasquale Guadagno fonda l’associazione Anime Invisibili

Aveva solo quattordici anni Pasquale Guadagno quando, nel 2010, assieme alla sorella Annamaria, rimase orfano di madre, Carmela Cerillo, per mano del padre Salvatore, che la uccise nella loro casa di Feletto Umberto.
Il giovane, ora ventisettenne, dopo essersi fatto paladino di molte battaglie, ha costituito l’associazione Anime Invisibili, pronta ad aiutare tutti coloro saranno vittima di violenza di ogni genere, anche grazie al supporto legale degli avvocati Santo e Francesca Tutino di Udine, che garantiscono anche il sostegno legale a persone che vorranno rivolgersi in anonimato.
La sede verrà ufficialmente presentata il 25 aprile presso il palazzo Kechler a Udine.
È attivo inoltre un conto corrente per chi interesse dare il proprio supporto.

👉Contatti:
apsanimeinvisibili@gmail.com
Numero telefonico: 34573197354
C.c. IT54M0548464320000005000086

#lamorenonuccide #perlei #nonseisola


L’amore può avere tre dimensioni.
- Una è la dipendenza, nella quale vive la maggioranza della gente. La moglie dipende dal marito, il marito dipende dalla moglie: si sfruttano e si dominano a vicenda, si possiedono a vicenda e riducono l’altro ad una merce. Questo è ciò che accade nel mondo nel 99% dei casi, ecco perché l’amore, che dovrebbe aprire le porte del paradiso, apre soltanto le porte dell’inferno.
- La seconda è l’indipendenza, questo accade una volta ogni tanto. Ma anche questa possibilità porta infelicità, perché il conflitto è costante. Nessun accordo è possibile: entrambi sono assolutamente indipendenti e nessuno dei due è pronto a scendere a compromessi. Essi danno libertà all’altro, ma essa è più simile all’indifferenza che alla libertà. Entrambi vivono nei propri spazi e il loro rapporto sembra solo superficiale, entrambi hanno paura di penetrare la profondità dell’altro, perché entrambi sono più attaccati alla propria libertà che non all’amore.
- La terza possibilità è l’interdipendenza. Accade tra due persone né dipendenti, né indipendenti – ma in profonda sincronia tra loro, come se respirassero uno per l’altra, un’anima in due corpi: ogni volta che accade, accade l’amore. Solo in questo caso è amore.
Negli altri due casi non è vero amore: sono solo degli accordi – sociali o psicologici o biologici – ma solo accordi. Nel terzo caso l’amore ha qualcosa di spirituale. Accade assai raramente, ma ogni volta che accade una parte di paradiso cade sulla terra.

🔎Osho


"L'amore è speciale, non si trascura ma si coltiva giorno per giorno"

Buongiorno e Buon San Valentino con i pensieri e i disegni dei bambini della Scuola in Ospedale realizzati per la giornata dedicata all'amore 💌

#amoresano #lamorenonuccide #pertutti


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Sul palco dell’Ariston arriva il tema del femminicidio. I ragazzi della serie ‘Mare Fuori’ leggono un testo di Matteo Bussola sulle “nuove parole dell’amore”.
Ascolta, accogli, accetta, impara, verità, accanto e no: sono le parole che gli attori hanno recitato accompagnate da testi significativi.
E per cambiare le cose “dipenderà solo da noi, non dimentichiamolo mai” afferma Amadeus.

#lamorenonuccide #perlei #pertutti #perlui


Mentre gli stati europei continuano a litigare sulla Direttiva europea che dovrebbe definire il sesso senza consenso come stupro, in Italia non si fermano gli episodi di violenza. Quando inizieremo a parlare seriamente di consenso?

UOMINI SE È NO È NO. PUNTO

#lamorenonuccide


Buongiorno con i disegni dei bambini della ludoteca del Gianicolo per dire no al bullismo, in occasione della Giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo

#stopviolenzadigenere #pertutti


🚨Manipolazione affettiva, Bruzzone: “I tipi di cui non fidarsi”

Manipolazione affettiva e violenza psicologica, due facce della stessa medaglia. La criminologa Roberta Bruzzone sta girando l’Italia con uno spettacolo intitolato “Favole da Incubo” proprio con l’intento di mettere in guardia le donne dal rischio di finire vittime di abili manipolatori, raccontando storie purtropppo finite in tragedia pur essendo nate come delle favole stupende.

"La manipolazione è la tecnica relazionale utilizzata da soggetti che vogliono instillare nell’altro bisogni che in realtà non gli appartengono, al solo scopo di dominarlo, controllarlo e condurlo a soddisfare i bisogni propri. E’ una strategia che porta gradualmente ed in modo subdolo ad inculcare nell’altro paure, insicurezze, necessità che non ha mai avuto, e che permetteranno così al manipolatore di sfruttarlo totalmente. Si manifesta a piccole fasi. Quella iniziale prevede l’aggancio affettivo del manipolato che si trova dentro una relazione per lui assolutamente favorevole. Il primo passo è trasmettere un insieme di stimoli positivi da parte del manipolatore, ovvero grandi attenzioni, tanto affetto, regali, supporto assoluto, stimoli costruiti ad arte per convincere l’altro di aver incontrato la persona migliore del mondo. Quando si rende conto di aver raggiunto lo scopo e di aver costruito un legame solido di cui l’altro non può più fare a meno, il manipolatore getta la maschera e inizia la fase malevola della manipolazione vera e propria. L’altro viene prima confuso, poi impaurito, poi addirittura terrorizzato, per portarlo così ad assecondare tutte le richieste, anche quelle più pericolose, anomale, umilianti, sotto la minaccia di troncare il legame.

Inizialmente tutte le relazioni partono allo stesso modo, sia quelle sane che malate. Tutto sembra meraviglioso e non è detto che non lo sia realmente. Quando però si ha di fronte un manipolatore questa fase è essenzialmente utilizzata per costruire una dipendenza assoluta da quel legame. Quindi bisogna essere in grado di cogliere dei segnali precisi. Il manipolatore si presenta come il principe azzurro delle favole, o la principessa a parti inverse. Deve insospettirci il fatto di essere troppo perfetto, troppo accondiscendente, troppo premuroso. In una relazione sana quando si costruisce un rapporto d’amore, è necessario ridurre i propri spazi per fare posto all’altro. Il manipolatore cerca invece di ridurre tutti gli spazi dell’altro puntando soprattutto ad isolarlo e renderlo dipendente unicamente da lui. Questo è già un primo indicatore importante da non sottovalutare. Se due persone si innamorano ci deve essere spazio anche per le relazioni precedenti, la famiglia, gli amici, le attività, le passioni, mentre il manipolatore cerca di azzerare il resto del mondo”.

*Nella manipolazione affettiva, la violenza psicologica* è la principale forma di violenza psicologica. L’obiettivo è assoggettare completamente l’altro ai propri desideri e questo è il principale modo per esercitare violenza sulla vittima”.

Vanno colti i segnali. Innanzitutto l’esercitazione sistematica del controllo sull’altro che di fatto si trova impossibilitato a compiere ogni azione senza la presenza e il consenso del manipolatore. Questo diventa il protagonista assoluto della vita del manipolato, delle sue azioni, delle sue attività, delle sue amicizie, negandogli ogni spazio di autonomia. Bisogna per esempio stare in guardia quando si manifesta un controllo ossessivo nei confronti di tutto ciò che riguarda la vita relazionale della vittima, il telefono, i social, le amicizie, il lavoro, il tempo libero. Quando ci si rende conto di essere caduti in trappola è necessario chiedere aiuto perché da soli non se ne esce”.


#manipolazioneaffettiva #violenzapsicologica #pertutti #perlei


🤬Cambia anno, ma nulla è cambiato rispetto alla violenza. Ieri è stata ammazzata Ester.
Chi dirà ai tre figli che la mamma è morta? Chi si occuperà di tutto questo dolore?Solo pensarci ci fa troppo male.

🚨RETE ANTIVIOLENZA 📞1522

*NON SIETE SOLE*

#perlei #lamorenonuccide #bastaviolenza


🚨La violenza di genere in rete / dati della Polizia Postale

L’8 dicembre 2023 è stato pubblicato dalla Polizia Postale un documento informativo che riporta dati sulla violenza di genere online.
Nel documento si ricorda innanzitutto l’importanza di saper riconoscere i primi segnali di controllo e i tentativi di sottomissione che si realizzano attraverso un uso distorto di smartphone, app e social network. Sempre più spesso i comportamenti verbalmente violenti, persecutori e delatori diffusi in rete sono un’anticipazione di violenze e persecuzioni concrete. A volte il partner comincia esigendo la condivisione dei profili social come segno di fedeltà e prosegue imponendo una supervisione sull’abbigliamento scelto per una serata tra amiche, fino a pretendere la geolocalizzazione sempre aperta per verificare gli spostamenti “da remoto”. Forme di controllo che diventano spunti per minacce e molestie online, anche quando la relazione è finita. Dal momento che i reati online sono strettamente legati alla violenza concreta, questi comportamenti devono essere riconosciuti come un campanello d’allarme, una minaccia concreta alla libertà e alla sicurezza.

🔎Passando ai dati si evince che:
– nel 2022 sono state 347 le donne che hanno denunciato minacce online. Nei primi
dieci mesi del 2023 le denunce sono state 371, con un preoccupante incremento pari
al +24%; gli strumenti più utilizzati per le minacce sono stati i social network (50%) e le
app di messaggistica (31%);
– nel 2022 sono state 412 le donne vittime di molestie online e nei primi dieci mesi
del 2023 sono stati registrati 377 casi, con un incremento del +10%; le molestie sono
avvenute in prevalenza attraverso i servizi di messaggistica (38%) e i social network
(33%);
– nel 2022 sono state 101 le donne vittime di stalking online e nei primi dieci mesi del
2023 sono stati registrati 87 casi, eguagliando il numero complessivo di denunce
raccolte nello stesso periodo dello scorso anno. Le persecuzioni in rete che colpiscono
le donne sono messe in atto perlopiù da persone conosciute nella vita reale, con le
quali si sono condivisi percorsi di vario tipo: ex coniugi, compagni di vita, colleghi di
lavoro che prolungano la forza lesiva della loro aggressione usando la rete –
soprattutto i social network – per insultare, diffamare o diffondere contenuti privati.
– nel 2022 sono stati 191 i casi di revenge porn arrivati all’attenzione della Polizia
Postale e, al 31 ottobre 2023, le denunce per diffusione illecita di immagini o video a
contenuto sessualmente esplicito da parte di donne sono state 163; l’andamento è in
linea con quello registrato nello stesso periodo del 2022.

RETE ANTIVIOLENZA
                  1522


🚨NON SIETE SOLE

#perlei #pertutti #lamorenonuccide #nonsietesole


🚨Indipendenza economica per contrastare la violenza di genere

Informare, individuare, formare, collocare e/o ricollocare le donne vittime di violenza per dare loro opportunità lavorative, nella consapevolezza che il lavoro è un argine contro la violenza: l’indipendenza economica può infatti consentire alle donne di non ritrovarsi “ostaggio” di mariti e compagni e/o di sottrarsi con meno fatica alle situazioni di violenza. Questo l’obiettivo del Protocollo d’Intesa siglato tra il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e la Fondazione Doppia Difesa Onlus. Ogni forma di violenza sulle donne, inclusa quella domestica, rappresenta una grave violazione dei diritti umani: libertà, dignità, integrità fisica e psichica.
L’intesa tra Consulenti del Lavoro e Fondazione Doppia Difesa Onlus per avviare progetti di politiche attive dirette all’occupazione di chi subisce violenze e l’Assegno di inclusione tra gli strumenti per garantire maggiore autonomia economica alle donne vittime di violenza.
Le donne vittime di violenza vivono nella paura, dominate da un senso di impotenza: la loro vita è a rischio proprio dove dovrebbero sentirsi al sicuro, in casa, quella casa dalla quale troppo spesso non riescono ad allontanarsi perché – soprattutto se non sono inserite nel mondo del lavoro – non riescono a immaginare un futuro diverso per sé stesse e per i loro figli. C’è infatti una costante, nei casi di violenza: molte donne picchiate, vessate, minacciate non hanno materialmente i mezzi per vivere fuori dalle mura domestiche. Si tratta di donne che spesso hanno dedicato gli anni migliori all’accudimento di figli e mariti/compagni e alla cura della casa, oppure di donne anche molto giovani che per svariate ragioni non hanno avuto opportunità di formazione e lavoro. L’impossibilità di allontanarsi da quella casa/luogo di violenza dipende anche dalla totale mancanza di mezzi economici. “Troppe volte ci siamo sentite dire dalle donne vittime di violenza: “E se vado via di casa come faccio a mantenermi e a provvedere ai miei figli?” ha ricordato il Presidente di Fondazione Doppia Difesa Onlus, Michelle Hunziker, aggiungendo:
“L’indipendenza economica è sempre il primo passo verso la libertà, altrimenti il rischio è di mettere la propria vita nelle mani di qualcun altro e di non riuscire più a riprendersela. Siamo felici di questa Intesa che speriamo possa dare un aiuto concreto a tante donne”.

“Favorire l’inclusione occupazionale per contrastare la violenza sulle donne”, emerge che delle 15.559 donne che nel 2020 hanno iniziato un percorso personalizzato di uscita dalla violenza, solo il 35,5% era occupato stabilmente, mentre il 48,7% risultava non autonomo dal punto di vista economico.
Con la firma di questo Protocollo di Intesa, le Parti aggiungono un altro tassello nella lotta alla violenza di genere. Secondo i propri ruoli e le proprie competenze e responsabilità collaboreranno per attivare in sinergia azioni e strategie che diano alle donne vittime di violenza opportunità formative e lavorative, facendo emergere bisogni da fronteggiare con percorsi adeguati.
“Una maggior inclusione delle donne nel mondo del lavoro costituisce il presupposto fondante per dar vita a un sistema sociale realmente giusto ed equo,” ha dichiarato il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca.
“Come Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, insieme a Doppia Difesa, ci spenderemo per la realizzazione di progetti di politiche attive diretti all’occupabilità delle donne vittime di violenza,” ha concluso.
 
#pertutti #bastaviolenza #doppiadifesa #informazioni


Affinché non accada mai più.

🚨 Numero Rete Antiviolenza 1522

#lamorenonuccide #amorecriminale #bastaviolenza #perlei


“Come si aiuta una persona che subisce violenza e vive questa dissonanza cognitiva?”

Ne parla la dott.ssa Silvia Michelini a Sopravvissute con Matilde D'Errico questa sera su Rai Tre subito dopo Amore Criminale

#perlei #lamorenonuccide #sopravvissute


🚨Attacchi di gelosia e aggressività passiva

Amare non è possesso e ancor meno è controllo. Tuttavia, la persona gelosa finisce per agire guidata da istinti passivo-aggressivi, in cui l'ipervigilanza, la sfiducia e persino il ricatto causano un profondo logoramento. Da un punto di vista psicologico, queste due dimensioni delineano un’emozione tanto complessa quanto letale, in cui confluiscono sentimenti che vanno dalla paura dell’abbandono al sentirsi umiliati, fino a sfociare, infine, all’ira.

La gelosia e comportamento passivo-aggressivo è la voce interiore che divora; sono due dimensioni che ruotano intorno a un fatto ben preciso. Le persone gelose non dimostrano questa emozione in modo aperto e diretto. Vale a dire che una persona non si avvicina al partner affermando con assoluta assertività di sentirsi offesa quando lo/la vede parlare con qualcun altro, che prova rabbia e che si sente umiliata quando la/lo vede sorridere ad altre persone.
Anzi, con regolarità mette in pratica atteggiamenti passivo-aggressivi, e al posto delle parole si serve di rimproveri, di ricatti celati, di enigmatiche minacce, di continue forme di disprezzo, di punizione indirette ricorrendo al silenzio, all’indifferenza… Si tratta di un’aggressività che all’inizio viene servita tiepida, ma che a volte può maturare fino a sfociare in una forma più attiva e che, ovviamente, ferisce.

🔎Gelosia e alter ego
Gli attacchi di gelosia riecheggiano nel soggetto come un alter ego, come una voce esterna che si insinua e si impossessa di noi. Quella figura alimenta la paura di essere abbandonati e traditi. Inietta in noi la sfiducia e ci mette in allerta sui pericoli inesistenti, sugli inganni; spinge il nostro sguardo sui segnali e ci spinge a prendere per vere idee folli che all’improvviso diventano ragionevoli.Lo studio condotto dal dottor David De Steno, dell’Università della California, individua in quella voce simbolica quell’Io minacciato, quella parte di noi stessi che si sente ferita e che, a poco a poco, finisce per dare origine a comportamenti passivo-aggressivi. Alcune teorie spiegano tali atteggiamenti con una base genetica. La gelosia e l’aggressività passiva costituiscono una logica oscura che, secondo una parte della psicologia e dell’antropologia, risiederebbe nei nostri geni. Secondo questo approccio, l’essere umano è il risultato di un’evoluzione che si è basata sulla sopravvivenza e sull’accoppiamento.

🔎La competizione sociale -sommata alla paura di essere traditi e di rimanere soli- è un campanello d’allarme che aziona tutta una serie di emozioni e di pensieri. La mente diventa ipervigile, ossessiva e prendono il sopravvento dimensioni come l’ira. A ciò si deve l’aggressività e l’evidente rischio che ne deriva.

🚨Per affrontare gli attacchi di gelosia, basta comprendere che l’assoluta e prolungata fedeltà non esiste. Amare vuol dire avere fiducia, l'amore sano mette da parte l’ira, il possesso e l’ipervigilanza.

🚨Se ci troviamo davanti a un comportamento basato su attacchi di gelosia patologica (ossessione), con stravolgimenti associati a deliri, è fondamentale ricorrere alla terapia psicologica.

🔎Affinché una relazione funzioni bisogna rispettare i tempi della coppia: il proprio, il suo e quello comune.

✍Scritto da Valeria Sabater, psicologa

#perlei #pertutti #amoresano #gelosia


🚨Stalking: necessaria reiterazione anche solo di due condotte che producano uno degli eventi del reato

✅Cassazione penale, sez. I, sentenza 29.09.2023, n. 39675

Si può parlare di “delitto di atti persecutori” (ex art. 612 bis c.p.) quando i comportamenti ripetuti dello stalker – anche soltanto due – invadono la sfera individuale della vittima. Non ha importanza se il singolo comportamento non è di per sé un reato di minaccia o di molestia: è sufficiente che, in conseguenza delle ripetute intrusioni, la vittima patisca almeno uno dei seguenti eventi: alterazione delle abitudini di vita; perdurante stato di ansia o di paura; fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto.

Di conseguenza, ha precisato la Cassazione, non conta tanto la datazione o il contenuto penalmente rilevante dei singoli atti dello stalker, quanto il fatto che possano essere identificati come singoli segmenti di una condotta unitaria, orientata a generare nella vittima uno dei tre eventi sopra menzionati.

Per quanto riguarda il grave e perdurante stato di ansia o paura che può prodursi in chi subisce lo stalking, la prova dell’evento dev’essere ancorata a elementi sintomatici, ricavabili dalle dichiarazioni della vittima, dai suoi comportamenti causati dalla condotta dello stalker e anche da questa stessa condotta, considerando sia, in astratto, se e quanto possa generare ansia; sia, in concreto, tempi e modi in cui è stata posta in atto.

🔎Consulta la sezione dedicata alle sentenze: https://www.doppiadifesa.it/giurisprudenza/

#stalking #bastaviolenza #lamorenonuccide


“Mi piacerebbe far passare un messaggio. Questi sono aspetti che vanno colti. Segnali di rischio. Non è normale, non è sano che la persona con cui stiamo si senta in diritto di controllare tutti i nostri movimenti, quello che facciamo, con chi parliamo. È un segnale che qualcosa va. Sono delle problematiche. Non è interesse, ma ossessione. Di ragazze che si trovano alle calcagna lo stesso fidanzato è pieno, spesso proprio perché sono molto buone, empatiche. A volte vengono manipolate, vengono fatte sentire in colpa. ‘Senza di te non riesco a vivere, a studiare’. Si sentono in colpa e continuano a frequentarli. Ma così alimentano l’ossessione. Quando una storia finisce finisce”. Queste persone sono “incapaci di elaborare un no, una frustrazione. E quindi arrivano a compiere gesti per cancellarlo.

Roberta Bruzzone

#perlei #lamorenonuccide #narcisismo


🚨In strada senza più paura, arriva l'app VIOLA: videochiamate contro le molestie

Arriva VIOLA, l'app per tornare a casa senza paura e prevenire le molestie in strada.  A dicembre uscirà ufficialmente la prima versione, disponibile in tre lingue (italiano, inglese, tedesco). Quante volte tornando a casa di notte ci siamo voltate per vedere se qualcuno ci stesse seguendo? Quante volte ci siamo dette “scrivimi quando torni a casa”, o siamo corse in macchina uscendo tardi dal lavoro?  Laura De Dilectis per aiutare le donne che camminano da sole ha prima fondato l'associazione DonneXStrada e poi VIOLA, un servizio di video accompagnamento h24 per supportare chiunque non si senta al sicuro in strada. Previene gli approcci indesiderati. Allontana eventuali aggressori. Il servizio di videochiamata è fornito da volontari  selezionati e formati dal team ed è attivo sulla pagina Instagram @violawalkhome, in tutta Europa ed in 18 lingue.

Le funzionalità dell’applicazione saranno:
- le videochiamate, cuore del servizio;
- la registrazione video, che genera una prova audiovisiva in caso di emergenza per un'eventuale denuncia; - connessione con le forze dell'ordine, utente e accompagnatore possono farlo direttamente dalla schermata della videochiamata; - geolocalizzazione, con posizione precisa; volontari, formati e disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7;
- chat, nel caso in cui gli utenti non vogliano partecipare a una videochiamata ma con le stesse funzionalità;
- mappe, integrata con informazioni aggiornate sui Punti Viola di DonneXStrada (spazi sicuri con personale formato per intervenire).

«Sin da quando è nato il progetto DonneXStrada e l’idea delle videochiamate di accompagnamento per chiunque avesse paura in strada, ho capito che Instagram non sarebbe bastato per garantire sicurezza, ma che serviva sviluppare un’applicazione che avesse tutte le funzionalità per far sentire le persone più al sicuro grazie alla tecnologia e al capitale umano.Ancora prima di aprire l’associazione DonneXStrada, il 4 Giugno 2021, sapevamo che avremmo aperto anche una start up innovativa a vocazione sociale con la quale stiamo sviluppando l’applicazione VIOLA, che amplia il servizio iniziale rendendolo tecnologico ed internazionale. Speriamo di poter essere presto in tutto il mondo». 
A questo fine si sta già progettando l'idea di un fundraising affinché l'applicazione possa funzionare in tutto il suo potenziale quanto prima.

#perlei #informazioni #lamorenonuccide #bastaviolenza


🚨I fattori che non dovrebbero mai mancare in una relazione di qualunque tipo sono: rispetto, affetto, fiducia e comunicazione. Ma esistono alcuni comportamenti nelle relazioni che ne preannunciano il fallimento e che minano le basi delle relazioni più sane.

🚨Il disprezzo.
Disprezzare il partner significa metterlo in una posizione d’inferiorità rispetto alla propria. Include alcuni comportamenti quali umiliare, esprimere critiche distruttive o che non giovino per nulla, oppure insultare e mancare di rispetto. Ovviamente, se il partner ci disprezza e lo fa in maniera continua e costante, significa che non ci ama. In questo caso, è importante riflettere se è davvero il caso di portare avanti la relazione.

🚨Ignorare.
È uno dei comportamenti più distruttivi che esistano. Ignorare il partner significa dimenticare che questa persona (con cui stiamo e, quindi, che dovremmo amare) sente il bisogno di comunicare, di esprimersi e di essere supportato. La persona ignorata può sentirsi tremendamente umiliata e a lungo termine di solito si ritrova con l’autostima azzerata, credendo inoltre di non meritare l’attenzione dell’altro o di aver fatto qualcosa di sbagliato.

🚨Annullare il partner.
Se viviamo una relazione di coppia in cui il partner ci dice come dovremmo essere, a cosa dovremmo essere interessati, quali amici dovremmo frequentare, etc., significa che ci sta annullando. Amare una persona significa accettarla così com’è, incondizionatamente. Quando si pretende di cambiare l’altro, non lo sia ama davvero.

🚨Codipendenza.
Alcune persone non sono in grado di lasciare il partner perché sentono di averne bisogno. Preferiscono sopportare le critiche, l’annullamento, l’indifferenza piuttosto che stare soli. Allo stesso tempo, l’altra persona si sente più forte perché il partner dipende da lui/lei. Entriamo quindi nel campo della codipendenza emotiva, estremamente distruttiva e che può portare a conseguenze nefaste per la coppia.

🚨Non sforzarsi mai. 
È vero che dovremmo sempre essere onesti con il partner e mostrarci per come siamo, ma a volte è anche necessario cedere. Ad esempio, se il partner ci chiede di accompagnarlo a un evento, possiamo fare uno sforzo anche se non ne abbiamo voglia. Allo stesso modo, è necessario che in altre occasioni sia l’altro a contraccambiare. In tal senso, dimostreremo con le azioni che amiamo il partner e che a volte sacrificarci non rappresenta un problema.

🚨Perché sopportiamo così a lungo?
Spesso le coppie sopportano per troppo tempo questi comportamenti distruttivi. È perfettamente normale, a volte, commettere degli errori ed è sano essere flessibili e tolleranti con il partner, capire che può aver sbagliato. Il problema nasce quando tali comportamenti sono ricorrenti e definiscono la relazione. Se siamo consapevoli, anche in minima parte, del fatto che il partner è diventato tossico, dobbiamo assolutamente analizzare i pro e contro della relazione ed essere pronti a lasciarlo. Spesso ci è difficile terminare una relazione per paura della solitudine.

🚨Esistono alcuni pensieri che ci auto-ingannano, impedendoci di porre fine alla relazione. Uno dei più comuni è “Sono certa/o che cambierà”. Un altro pensiero tipico è “Se chiudo la relazione, troverà qualcuna/o con cui starà meglio”. Cercate di ignorare questi pensieri. In realtà, sono il risultato di una profonda paura dell’abbandono o della solitudine, che sebbene nascano per “proteggerci”, finiscono per produrre l’effetto opposto.  La cosa più sensata da fare è smettere di ingannarsi, osservare i fatti in modo obiettivo, come spettatori della relazione, e infine prendere una decisione ferma.

📮NUMERO ANTIVIOLENZA
1522

🤝NON SIETE SOLE

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🚨Chi è Donatella Colasanti?
Non tutti di voi la ricordano. È una vittima del massacro del Circeo sopravvissuta fingendosi morta; all’epoca aveva solo 17 anni. Cambierà la storia d’Italia testimoniando contro i suoi tre aguzzini, giovani di buona famiglia, fascisti e violenti, che la torturarono e stuprano per 35 ore: Angelo Izzo, Andrea Ghira e Gianni Guido. La sua amica Rosaria Lopez verrà uccisa. Si tratta di uno dei fatti di cronaca nera che ha più colpito l'immaginario collettivo del nostro paese, che si consuma tra il 29 e il 30 settembre 1975. La foto di Donatella Colasanti che sconvolta, nuda e coperta di sangue viene liberata da una Fiat 127 è una delle immagini che ha segnato quell'epoca. Subito la ragazza testimonierà contro i suoi aguzzini facendoli condannare all'ergastolo.

"Tutto è cominciato una settimana fa, con l'incontro con un ragazzo all'uscita del cinema che diceva di chiamarsi Carlo, lo scambio dei numeri di telefono e la promessa di vederci all'indomani insieme ad altri amici".
Si vedono al "bar del Fungo" dell'Eur. Assieme a Carlo, ci sono Angelo Izzo e Gianni Guido, che riescono a convincere le ragazze per andare insieme fuori Roma. In auto ci sono Donatella Colasanti, Rosaria Lopez, Gianni Guido e Angelo Izzo. Ma non si dirigono verso la villa di Lavinio ma verso la villa del Circeo di proprietà della famiglia di Andrea Ghira. Quando arrivano, i due ragazzi cominciano con le loro pressanti avances. Di fronte al rifiuto delle due ragazze estraggono un'arma, le violentano, le drogano e le seviziano per un giorno e mezzo. Alla fine Rosaria Lopez, tramortita viene annegata nella vasca da bagno della villa. Dopo decidono di uccidere anche lei: prima provano a strozzarla con una cinta, ma si rompe la fibbia. Allora la colpiscono al capo con una spranga. Si finge morta. Dopo qualche ora i tre lasciano la villa e tornano a Roma, caricando i corpi nel portabagagli di una Fiat 127. Parcheggiano in via Pola, al quartiere Trieste Salario e vanno al ristorante. A quel punto la ragazza comincia a battere sul cofano, un metronotte sente il rumore e le richieste soffocate di aiuto e chiede l'intervento dei carabinieri.

🔎Il processo con l’avvocato Tina Lagostena
La vicenda giudiziaria è un pezzo della storia penale e dei diritti delle donne del nostro paese. La giovanissima vittima, invece di chiudersi nel silenzio o di cedere alle pressioni, racconta tutta e lo fa a testa alta. Sarà uno scontro tra tre giovani ragazzi violenti, di idee neofasciste, ricchi e che considerano le donne solo cose da prendere e usare a loro piacimento, e dall'altra parte una giovane proletaria, senza nessuna protezione o cognome pesante, una ragazza di borgata come tante. Il processo sarà seguito dalla mobilitazione del movimento femminista, e molte associazioni si presenteranno come parte civile. A difenderla c'è Tina Lagostena, avvocato impegnata nella difesa delle donne e dei loro diritti.

🔎La vita di Donatella dopo il delitto:
"Se ho paura degli uomini? No, ma ho preferito stare sola, essere autonoma, come molte altre donne della mia generazione. Non ho sofferto per il fatto di non avere un marito, dei figli..."

🔎Il 30 dicembre 2005 Donatella Colasanti moriva a 47 anni per un tumore al seno. Le sue ultime parole furono: "Battiamoci per la verità".
Era diventata, suo malgrado, un simbolo della lotta delle donne contro la violenza degli uomini e per avere leggi che le tutelassero in maniera adeguata. Non si tirò mai indietro, fino all'ultimo.

🚨Donatella ha aperto la strada alla giustizia, ORA TOCCA A TUTTE NOI PROSEGUIRE AFFINCHÉ LA SUA FORZA E IL SUO CORAGGIO NON SIA VANO. FORZA RAGAZZE DENUNCIATEEEE

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