🚨Chi è Donatella Colasanti?
Non tutti di voi la ricordano. È una vittima del massacro del Circeo sopravvissuta fingendosi morta; all’epoca aveva solo 17 anni. Cambierà la storia d’Italia testimoniando contro i suoi tre aguzzini, giovani di buona famiglia, fascisti e violenti, che la torturarono e stuprano per 35 ore: Angelo Izzo, Andrea Ghira e Gianni Guido. La sua amica Rosaria Lopez verrà uccisa. Si tratta di uno dei fatti di cronaca nera che ha più colpito l'immaginario collettivo del nostro paese, che si consuma tra il 29 e il 30 settembre 1975. La foto di Donatella Colasanti che sconvolta, nuda e coperta di sangue viene liberata da una Fiat 127 è una delle immagini che ha segnato quell'epoca. Subito la ragazza testimonierà contro i suoi aguzzini facendoli condannare all'ergastolo.
"Tutto è cominciato una settimana fa, con l'incontro con un ragazzo all'uscita del cinema che diceva di chiamarsi Carlo, lo scambio dei numeri di telefono e la promessa di vederci all'indomani insieme ad altri amici".
Si vedono al "bar del Fungo" dell'Eur. Assieme a Carlo, ci sono Angelo Izzo e Gianni Guido, che riescono a convincere le ragazze per andare insieme fuori Roma. In auto ci sono Donatella Colasanti, Rosaria Lopez, Gianni Guido e Angelo Izzo. Ma non si dirigono verso la villa di Lavinio ma verso la villa del Circeo di proprietà della famiglia di Andrea Ghira. Quando arrivano, i due ragazzi cominciano con le loro pressanti avances. Di fronte al rifiuto delle due ragazze estraggono un'arma, le violentano, le drogano e le seviziano per un giorno e mezzo. Alla fine Rosaria Lopez, tramortita viene annegata nella vasca da bagno della villa. Dopo decidono di uccidere anche lei: prima provano a strozzarla con una cinta, ma si rompe la fibbia. Allora la colpiscono al capo con una spranga. Si finge morta. Dopo qualche ora i tre lasciano la villa e tornano a Roma, caricando i corpi nel portabagagli di una Fiat 127. Parcheggiano in via Pola, al quartiere Trieste Salario e vanno al ristorante. A quel punto la ragazza comincia a battere sul cofano, un metronotte sente il rumore e le richieste soffocate di aiuto e chiede l'intervento dei carabinieri.
🔎Il processo con l’avvocato Tina Lagostena
La vicenda giudiziaria è un pezzo della storia penale e dei diritti delle donne del nostro paese. La giovanissima vittima, invece di chiudersi nel silenzio o di cedere alle pressioni, racconta tutta e lo fa a testa alta. Sarà uno scontro tra tre giovani ragazzi violenti, di idee neofasciste, ricchi e che considerano le donne solo cose da prendere e usare a loro piacimento, e dall'altra parte una giovane proletaria, senza nessuna protezione o cognome pesante, una ragazza di borgata come tante. Il processo sarà seguito dalla mobilitazione del movimento femminista, e molte associazioni si presenteranno come parte civile. A difenderla c'è Tina Lagostena, avvocato impegnata nella difesa delle donne e dei loro diritti.
🔎La vita di Donatella dopo il delitto:
"Se ho paura degli uomini? No, ma ho preferito stare sola, essere autonoma, come molte altre donne della mia generazione. Non ho sofferto per il fatto di non avere un marito, dei figli..."
🔎Il 30 dicembre 2005 Donatella Colasanti moriva a 47 anni per un tumore al seno. Le sue ultime parole furono: "Battiamoci per la verità".
Era diventata, suo malgrado, un simbolo della lotta delle donne contro la violenza degli uomini e per avere leggi che le tutelassero in maniera adeguata. Non si tirò mai indietro, fino all'ultimo.
🚨Donatella ha aperto la strada alla giustizia, ORA TOCCA A TUTTE NOI PROSEGUIRE AFFINCHÉ LA SUA FORZA E IL SUO CORAGGIO NON SIA VANO. FORZA RAGAZZE DENUNCIATEEEE
#pertutti #perlei #violenzadigenere #lamorenonuccide #bastaviolenza
Non tutti di voi la ricordano. È una vittima del massacro del Circeo sopravvissuta fingendosi morta; all’epoca aveva solo 17 anni. Cambierà la storia d’Italia testimoniando contro i suoi tre aguzzini, giovani di buona famiglia, fascisti e violenti, che la torturarono e stuprano per 35 ore: Angelo Izzo, Andrea Ghira e Gianni Guido. La sua amica Rosaria Lopez verrà uccisa. Si tratta di uno dei fatti di cronaca nera che ha più colpito l'immaginario collettivo del nostro paese, che si consuma tra il 29 e il 30 settembre 1975. La foto di Donatella Colasanti che sconvolta, nuda e coperta di sangue viene liberata da una Fiat 127 è una delle immagini che ha segnato quell'epoca. Subito la ragazza testimonierà contro i suoi aguzzini facendoli condannare all'ergastolo.
"Tutto è cominciato una settimana fa, con l'incontro con un ragazzo all'uscita del cinema che diceva di chiamarsi Carlo, lo scambio dei numeri di telefono e la promessa di vederci all'indomani insieme ad altri amici".
Si vedono al "bar del Fungo" dell'Eur. Assieme a Carlo, ci sono Angelo Izzo e Gianni Guido, che riescono a convincere le ragazze per andare insieme fuori Roma. In auto ci sono Donatella Colasanti, Rosaria Lopez, Gianni Guido e Angelo Izzo. Ma non si dirigono verso la villa di Lavinio ma verso la villa del Circeo di proprietà della famiglia di Andrea Ghira. Quando arrivano, i due ragazzi cominciano con le loro pressanti avances. Di fronte al rifiuto delle due ragazze estraggono un'arma, le violentano, le drogano e le seviziano per un giorno e mezzo. Alla fine Rosaria Lopez, tramortita viene annegata nella vasca da bagno della villa. Dopo decidono di uccidere anche lei: prima provano a strozzarla con una cinta, ma si rompe la fibbia. Allora la colpiscono al capo con una spranga. Si finge morta. Dopo qualche ora i tre lasciano la villa e tornano a Roma, caricando i corpi nel portabagagli di una Fiat 127. Parcheggiano in via Pola, al quartiere Trieste Salario e vanno al ristorante. A quel punto la ragazza comincia a battere sul cofano, un metronotte sente il rumore e le richieste soffocate di aiuto e chiede l'intervento dei carabinieri.
🔎Il processo con l’avvocato Tina Lagostena
La vicenda giudiziaria è un pezzo della storia penale e dei diritti delle donne del nostro paese. La giovanissima vittima, invece di chiudersi nel silenzio o di cedere alle pressioni, racconta tutta e lo fa a testa alta. Sarà uno scontro tra tre giovani ragazzi violenti, di idee neofasciste, ricchi e che considerano le donne solo cose da prendere e usare a loro piacimento, e dall'altra parte una giovane proletaria, senza nessuna protezione o cognome pesante, una ragazza di borgata come tante. Il processo sarà seguito dalla mobilitazione del movimento femminista, e molte associazioni si presenteranno come parte civile. A difenderla c'è Tina Lagostena, avvocato impegnata nella difesa delle donne e dei loro diritti.
🔎La vita di Donatella dopo il delitto:
"Se ho paura degli uomini? No, ma ho preferito stare sola, essere autonoma, come molte altre donne della mia generazione. Non ho sofferto per il fatto di non avere un marito, dei figli..."
🔎Il 30 dicembre 2005 Donatella Colasanti moriva a 47 anni per un tumore al seno. Le sue ultime parole furono: "Battiamoci per la verità".
Era diventata, suo malgrado, un simbolo della lotta delle donne contro la violenza degli uomini e per avere leggi che le tutelassero in maniera adeguata. Non si tirò mai indietro, fino all'ultimo.
🚨Donatella ha aperto la strada alla giustizia, ORA TOCCA A TUTTE NOI PROSEGUIRE AFFINCHÉ LA SUA FORZA E IL SUO CORAGGIO NON SIA VANO. FORZA RAGAZZE DENUNCIATEEEE
#pertutti #perlei #violenzadigenere #lamorenonuccide #bastaviolenza