Green pass e VIOLAZIONE DELLA PRIVACY
Secondo le ultime direttive il green pass viene scansionato da un'app che si trova comodamente sul playstore e che deve essere scaricata da chi esegue i controlli (un cameriere ad esempio). Una volta scansionato il green pass, nell'app compaiono dei dati sensibili della persona che subisce la scansione quali nome, cognome e data di nascita. Dopodiché la procedura non è nemmeno finita qui, perché bisogna richiedere il documento di riconoscimento (identità, patente) al povero malcapitato, e solo dopo sarà possibile accomodarsi. Tutto questo presenta una violazione della privacy a vari livelli
Livello 1: possibili malintenzionati. Le informazioni contenute sulla carta di identità assieme magari ad una ricerca sui social del malcapitato in questione consentirebbe a malintenzionati di arrivare a spiare o addirittura ad effettuare atti di stalking nei confronti della persona. Essendo una procedura "obbligatoria" non ci si può sottrarre da ciò, ed un cameriere qualunque otterrebbe i dati sensibili di una ragazza per esempio, che potrebbe iniziare a importunare.
Livello 2: sicurezza dell'app e dataleaks. Non è escluso che qualche hacker possa violare il sistema di sicurezza dell'app, del resto succede molto spesso, è successo anche su facebook, dove sono stati pubblicati i dati di milioni di account su canali telegram o nel deep web. Anche qui potrebbe succedere una cosa simile, e le aziende potrebbero acquistare o semplicemente acquisire questi dati dai canali telegram e quindi violare la privacy di milioni di persone esclusivamente per indagini di mercato, dato che i dati dell'app per il green pass consentirebbero di tracciare molto facilmente le abitudini del consumatore.
Livello 3: Google fraudolento. L'app ufficialmente non dovrebbe raccogliere dati, ma di Google non ci si può proprio fidare. Infatti l'app piuttosto che essere disponibile sul sito del ministero come apk, è stata messa sul playstore per i telefoni android e sullo store della apple per quanto riguarda gli iphone. Questo combinato col fatto che il codice sorgente dell'app non è disponibile su github lascia molto perplessi. Perché assegnare all'ennesima azienda con con licenza proprietaria un'app che dovrebbe avere finalità pubbliche? Perché non metterla con licenza GNU GPL3? Tutto questo ci permette di sospettare di malafede, soprattutto pensando che Google viene multata almeno una volta l'anno da qualche commissione per aver volontariamente violato gli accordi sulla privacy e spiato gli utenti. Report ufficiali contenuti in "il capitalismo della sorveglianza" sostengono anche che durante il progetto di Google street view la famigerata azienda abbia utilizzato i furgoncini Google per hackerare le password dei wifi delle persone ed accedere alle reti per ottenere dati privati e sensibili. È a gente del genere che consentono di avere nel proprio store un'app che dovrebbe accedere a dati sensibili. Di conseguenza, l'utilizzo che di quest'app si potrà fare sarà anche per la profilazione in tempo reale con l'obiettivo di propinare annunci mirati, ottenere abitudini del consumatore per valutare il suo stile di consumo ai fini di stilare un profilo che può essere venduto a compagnie assicurative, aziende per le quali la persona svolge domande di lavoro, influenzare il voto politico etc. perché non possiamo basarci su dichiarazioni del playstore, DEVE ESSERE PUBBLICO IL CODICE SORGENTE! E tutto questo non è complottismo, ma solo sinceri dubbi, perché è risaputo che Google è una pessima azienda ed anche voi potrete informarvi cercando articoli in merito (ovviamente non con Google Chrome!).
Secondo le ultime direttive il green pass viene scansionato da un'app che si trova comodamente sul playstore e che deve essere scaricata da chi esegue i controlli (un cameriere ad esempio). Una volta scansionato il green pass, nell'app compaiono dei dati sensibili della persona che subisce la scansione quali nome, cognome e data di nascita. Dopodiché la procedura non è nemmeno finita qui, perché bisogna richiedere il documento di riconoscimento (identità, patente) al povero malcapitato, e solo dopo sarà possibile accomodarsi. Tutto questo presenta una violazione della privacy a vari livelli
Livello 1: possibili malintenzionati. Le informazioni contenute sulla carta di identità assieme magari ad una ricerca sui social del malcapitato in questione consentirebbe a malintenzionati di arrivare a spiare o addirittura ad effettuare atti di stalking nei confronti della persona. Essendo una procedura "obbligatoria" non ci si può sottrarre da ciò, ed un cameriere qualunque otterrebbe i dati sensibili di una ragazza per esempio, che potrebbe iniziare a importunare.
Livello 2: sicurezza dell'app e dataleaks. Non è escluso che qualche hacker possa violare il sistema di sicurezza dell'app, del resto succede molto spesso, è successo anche su facebook, dove sono stati pubblicati i dati di milioni di account su canali telegram o nel deep web. Anche qui potrebbe succedere una cosa simile, e le aziende potrebbero acquistare o semplicemente acquisire questi dati dai canali telegram e quindi violare la privacy di milioni di persone esclusivamente per indagini di mercato, dato che i dati dell'app per il green pass consentirebbero di tracciare molto facilmente le abitudini del consumatore.
Livello 3: Google fraudolento. L'app ufficialmente non dovrebbe raccogliere dati, ma di Google non ci si può proprio fidare. Infatti l'app piuttosto che essere disponibile sul sito del ministero come apk, è stata messa sul playstore per i telefoni android e sullo store della apple per quanto riguarda gli iphone. Questo combinato col fatto che il codice sorgente dell'app non è disponibile su github lascia molto perplessi. Perché assegnare all'ennesima azienda con con licenza proprietaria un'app che dovrebbe avere finalità pubbliche? Perché non metterla con licenza GNU GPL3? Tutto questo ci permette di sospettare di malafede, soprattutto pensando che Google viene multata almeno una volta l'anno da qualche commissione per aver volontariamente violato gli accordi sulla privacy e spiato gli utenti. Report ufficiali contenuti in "il capitalismo della sorveglianza" sostengono anche che durante il progetto di Google street view la famigerata azienda abbia utilizzato i furgoncini Google per hackerare le password dei wifi delle persone ed accedere alle reti per ottenere dati privati e sensibili. È a gente del genere che consentono di avere nel proprio store un'app che dovrebbe accedere a dati sensibili. Di conseguenza, l'utilizzo che di quest'app si potrà fare sarà anche per la profilazione in tempo reale con l'obiettivo di propinare annunci mirati, ottenere abitudini del consumatore per valutare il suo stile di consumo ai fini di stilare un profilo che può essere venduto a compagnie assicurative, aziende per le quali la persona svolge domande di lavoro, influenzare il voto politico etc. perché non possiamo basarci su dichiarazioni del playstore, DEVE ESSERE PUBBLICO IL CODICE SORGENTE! E tutto questo non è complottismo, ma solo sinceri dubbi, perché è risaputo che Google è una pessima azienda ed anche voi potrete informarvi cercando articoli in merito (ovviamente non con Google Chrome!).