Narrazioni convergenti
Ci riprovano, più determinati che mai.
Però, stavolta la narrazione non è unica.
Sono molteplici. Anche se poi, alla fine, tutte convergono su un unico punto.
Abbiamo quella sul Congo: perché lì, e nelle zone limitrofe, le solite associazioni filantropiche hanno somministrato a piene mani vaccini di nuova concezione contro la malaria, e un paio di mesi dopo è apparsa un'epidemia di CONGOLESE. Che può essere Marburg, Ebola o influenza 2.4, ma fa tanta paura perché è stato tutto anticipato, profetizzato ed ampiamente spoilerato fin dal 2020.
Di seguito, interviene la tremenda aviaria. Che sta diventando un sempreverde buono per tutte le stagioni, ma vuoi mettere se poi si mischia con la congolese, a mo' di cocktail, e ne viene fuori una bomba influenzale incontenibile? Meglio di quel B52 che eravamo soliti bere in discoteca negli anni ‘80.
Per non farci mancare niente, ammazzano pure tal Kirillov, che guarda caso era il numero 1 russo in fatto di armi biologiche e chimiche e in questa sua qualità, secondo le fonti più autorevoli, avrebbe ricevuto delle prove (o provette?) segretissime su alcuni dei famigerati biolabs occidentali. L'agente patogeno consegnatogli, sempre secondo le medesime indiscrezioni, avrebbe una elevatissima capacità di contagio (e ti pareva) con una mortalità del 40%. Della serie: Armageddon scansati.
E poi, come se non bastasse, adesso ce la menano con il vaccino autoreplicante: cioè, ti fanno una iniezione una tantum, ma è come se te ne facessero una ogni mezz'ora.
Perché quest'ultimo ritrovato della scienza medica non è un mRNA normale, con una Spike che sì, si diffonde, ma un po' a macchia di leopardo e senza sapere bene dove cazzo andare.
Questo è un vaccino ben direzionato e, soprattutto, che si autoreplica. Cioè, copula con se stesso, manco fosse un ermafrodita, e genera copie di se stesso in seno all'organismo in cui è stato iniettato. Senza posa. Quasi meglio del moto perpetuo.
E siccome è pure intelligente, migra da una persona all'altra. Ossia, non serve più vaccinare tutti, perché intanto questa nuova pozione salta, vola, ballonzola qua e là al ritmo di tip tap, ma sempre e comunque finisce per infilarsi anche dentro chi la puntura non la vuole proprio far.
Ora. Va bene che siamo in epoca di transumano, di transgender e di invasioni transfrontaliere, però anche il vaccino transgenico a replicazione autonoma, modello clonazione birichina e ballerina, ma anche no.
Basta avere un minimo di distacco, e subito si intravede lo schema comune: ognuna di queste narrazioni punta a fare terrorismo, fiaccare le forze, spingere ad essere rinunciatari.
Già. Perché se teniamo conto che, ancora oggi, moltissimi di quelli non sierati credono comunque alla teoria del virus patogeno, magari creato in un biolab (Wuhan o Vattelapesca non fa molta differenza); alle millemila varianti (manco in un concessionario d'auto trovi una tale varietà negli allestimenti); alla tradizionale storiella del contagio... Allora appare chiaro che da congolese ad aviaria, da Kirillov a replicone (sì, lo chiamano così: non ci sentiamo presi per culo?) con ovvio conseguenziale shedding, tutto serve ai padroni del discorso per provare a catalizzare di nuovo l'attenzione su una narrativa che sta perdendo mordente.
Sta a noi valutare bene se considerare questo tentativo come un segno di forza o, piuttosto, come il sintomo del bisogno di ricorrere a mezzucci davvero ridicoli per portare avanti quella politica di terrore che, nei loro intenti, dovrebbe indurre le pecorelle ad arrendersi al destin che viene.
Spike. Virus. Varianti. Biolab. Assomiglia sempre più ad un telefilm di quart'ordine.
Nel mentre, in mezzo a tutto sto bailamme, di isolamento del virus continua a non giungere alcuna notizia.
Basta tenere a mente questo elemento, e tutto il castello di carte costruito sulle varie narrazioni viene giù di conseguenza. Come in un domino.
Loro imbastiscono la Matrix.
A noi il gusto di smantellarla, per continuare imperterriti sulla nostra strada.
Considerazioni tratte dal canale 👉
Lananoelica ㅤ