SPIRITO…
COME CAMBIARE IL MONDO…
22a Domenica tempo ordinario
Siamo di nuovo alle prese con scribi e farisei che dominano la scena anche in questo brano di Vangelo. Erano proprio sempre attenti e intenti a osservare Gesù con la lente di ingrandimento nel tentativo di coglierlo in fallo.
Si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate, lo interrogarono: “Perché i tuoi discepoli prendono cibo con mani immonde?”. Ecco che, dopo aver dato segni strabilianti, Gesù viene rimproverato dalle autorità religiose per il fatto che i suoi discepoli non osservano certe regole di purità rituali. Queste regole erano state stabilite dai rabbini che avevano aggiunto alla legge scritta tantissimi precetti (613 addirittura!) e sostenevano di averli ricevuti dal grande legislatore (Mosè). Gesù disapprova a più riprese questa precettistica così minuziosa, estesa e dettagliata. “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”.
* Vigilare sul cuore
Quello era un modo di interpretare la legge in maniera molto superficiale “invano essi mi rendono culto insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Era solo un ritualismo esterno che lasciava intatta solo la durezza di cuore… mentre Gesù ribadisce che ciò che conta invece è il cuore, non la purità rituale; ciò che rende immondo e impuro viene dal di dentro: “Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c’è nulla fuori dell’uomo che possa contaminarlo, sono invece le cose che escono dall’uomo a contaminarlo: è dal cuore che escono le intenzioni cattive…” e aggiunge un elenco di nefandezze da far rabbrividire! Come siamo conciati!
Gesù pone dunque l’accento sull’interiorità. Il suo insegnamento mira a debellare la pratica superficiale di un ritualismo puramente esteriore. Occorre vigilare sul cuore per non cadere in una pericolosa forma di illusione religiosa, cioè quella di sentirsi a posto perché si sono osservate determinate pie pratiche. Eccovi un esempio molto efficace per illustrare questa verità:
* Fortunati voi vestiti…
C’era una volta un bramino indiano che apparteneva alla casta sacerdotale. In India ci sono infatti le varie caste: i bramini appartengono a una casta elevata, mentre i paria (i poveri) appartengono al rango inferiore: sono anche definiti gli intoccabili, appunto perché non bisogna abbassarsi al loro rango.
Questo bramino buono e pio, viveva di elemosine che gli davano i suoi fedeli. Un giorno decise di vestirsi da intoccabile paria per fare il solito giro. Quel giorno nessuno lo salutò, né al mercato, né al tempio e nessuno gli diede niente, né per lui, né per il tempio. Il giorno dopo si vestì di nuovo da bramino: si mise un bel vestito bianco, un turbante di seta, una giacchetta ricamata. Tutti lo salutavano, gli facevano inchini, gli davano denaro per lui e per il tempio. Arrivato a casa, il bramino si tolse gli abiti , li pose su una sedia e si inchinò profondamente dicendo: “O fortunati voi vestiti, fortunati voi! Sulla terra ciò che è certamente più onorato è il vestito, non l’essere umano che vi sta sotto”…
Il Signore ci invita dunque a rinnovare l’interno. A puntare sull’essere, non sull’apparire,
Noi non possiamo cambiare il mondo, ma possiamo cambiare noi stessi e migliorando noi stessi, inizieremo a cambiare il mondo…
WILMA CHASSEUR
(Teologa)
https://t.me/guerrieriperlaliberta
COME CAMBIARE IL MONDO…
22a Domenica tempo ordinario
Siamo di nuovo alle prese con scribi e farisei che dominano la scena anche in questo brano di Vangelo. Erano proprio sempre attenti e intenti a osservare Gesù con la lente di ingrandimento nel tentativo di coglierlo in fallo.
Si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate, lo interrogarono: “Perché i tuoi discepoli prendono cibo con mani immonde?”. Ecco che, dopo aver dato segni strabilianti, Gesù viene rimproverato dalle autorità religiose per il fatto che i suoi discepoli non osservano certe regole di purità rituali. Queste regole erano state stabilite dai rabbini che avevano aggiunto alla legge scritta tantissimi precetti (613 addirittura!) e sostenevano di averli ricevuti dal grande legislatore (Mosè). Gesù disapprova a più riprese questa precettistica così minuziosa, estesa e dettagliata. “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”.
* Vigilare sul cuore
Quello era un modo di interpretare la legge in maniera molto superficiale “invano essi mi rendono culto insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Era solo un ritualismo esterno che lasciava intatta solo la durezza di cuore… mentre Gesù ribadisce che ciò che conta invece è il cuore, non la purità rituale; ciò che rende immondo e impuro viene dal di dentro: “Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c’è nulla fuori dell’uomo che possa contaminarlo, sono invece le cose che escono dall’uomo a contaminarlo: è dal cuore che escono le intenzioni cattive…” e aggiunge un elenco di nefandezze da far rabbrividire! Come siamo conciati!
Gesù pone dunque l’accento sull’interiorità. Il suo insegnamento mira a debellare la pratica superficiale di un ritualismo puramente esteriore. Occorre vigilare sul cuore per non cadere in una pericolosa forma di illusione religiosa, cioè quella di sentirsi a posto perché si sono osservate determinate pie pratiche. Eccovi un esempio molto efficace per illustrare questa verità:
* Fortunati voi vestiti…
C’era una volta un bramino indiano che apparteneva alla casta sacerdotale. In India ci sono infatti le varie caste: i bramini appartengono a una casta elevata, mentre i paria (i poveri) appartengono al rango inferiore: sono anche definiti gli intoccabili, appunto perché non bisogna abbassarsi al loro rango.
Questo bramino buono e pio, viveva di elemosine che gli davano i suoi fedeli. Un giorno decise di vestirsi da intoccabile paria per fare il solito giro. Quel giorno nessuno lo salutò, né al mercato, né al tempio e nessuno gli diede niente, né per lui, né per il tempio. Il giorno dopo si vestì di nuovo da bramino: si mise un bel vestito bianco, un turbante di seta, una giacchetta ricamata. Tutti lo salutavano, gli facevano inchini, gli davano denaro per lui e per il tempio. Arrivato a casa, il bramino si tolse gli abiti , li pose su una sedia e si inchinò profondamente dicendo: “O fortunati voi vestiti, fortunati voi! Sulla terra ciò che è certamente più onorato è il vestito, non l’essere umano che vi sta sotto”…
Il Signore ci invita dunque a rinnovare l’interno. A puntare sull’essere, non sull’apparire,
Noi non possiamo cambiare il mondo, ma possiamo cambiare noi stessi e migliorando noi stessi, inizieremo a cambiare il mondo…
WILMA CHASSEUR
(Teologa)
https://t.me/guerrieriperlaliberta