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Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.

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Forward from: Francesca Quibla
Il conflitto nell'ormai EX Siria NON può in nessun modo essere scambiato per "guerra civile" ma va in quadrato solo ed esclusivamente come guerra per procura, intrapresa dall'occidente sion-imperialista in ottica del rimodellamento del Medioriente e alla convergenza di interessi di israele, usa, UK, UE, Turchia petro-monarchie che giocano un ruolo cruciale nel fomentare divisioni settarie all'interno del paese

La Siria, come un po' tutto il medioriente ad eccezione del tumore sionista, è un mosaico complicato e fragile, un equilibrio di convivenza tra diverse etnie, religioni, culture.. Prima della sedicente "rivoluzione siriana" iniziata ufficialmente nel marzo 2011 e conclusa l'8 dicembre 2024 con il colpo di stato e la deposizione del presidente legittimamente eletto Bashar Al Assad, l'odio fratricida e settario NON esisteva in Siria, i cittadini si identificavano come siriani e le varie correnti religiose erano in fattore privato e tra di loro si rispettavano, il mantenimento di questo equilibrio e di una pacifica convivenza era uno dei pregi del governo di Assad e delle politiche portate avanti dalla Siria Ba'athista e panaraba.
Le comunità locali, come gli alawiti, i cristiani, gli sciiti e i sunniti moderati, sono, dopo 14 anni di interventi stranieri che hanno portato il caos, violenza e instabilità nel paese, sotto attacco da questi attori esterni e dai gruppi estremisti che ad essi rispondono.

Ma pensavo che è davvero curioso notare come i combattenti stranieri, provenienti da paesi come Cecenia, Cina (Uiguri), Tajikistan, Turchia, adottino una versione distorta dell'Islam, spesso associata al wahhabismo, e si mettano ad ammazzare tutte le componenti etnico-religiose dello stato siriano. Questi gruppi estremisti, che non rappresentano l'Islam tradizionale, sembrano agire con una brutalità che ricorda i metodi utilizzati dagli ebrei sionisti contro i palestinesi.

In effetti, la sensazione avuta nel guardare le immagini che arrivano dalla Siria del comportamento SADICO dei gruppi jihadisti in Siria e le politiche di "israele" nei confronti dei palestinesi, è stata come se stessi assistendo allo stesso spettacolo raccapricciante di pulizia etnica ad opera della stessa mente, dello stesso mandante:
stessa violenza e repressione, ma soprattutto stesso disprezzo di TUTTI i gruppi etnico-religiosi presenti in Siria ad eccezione di chi? Degli ebrei. Questa non è una guerra civile, stanno fomentando l'odio fratricida tra la popolazione araba ad opera di trogloditi che non sono né siriani, né arabi (perché di origini cecene, tajike, uiguri, turche), e né musulmani poiché stanno massacrando indistintamente: alawiti, sciiti cristiani, sunniti.
Solo l'ideologia ebraico-sionista ha questo livore e odio verso i non eletti, i "goym".

"israele", che già occupava il Golan, ha un interesse strategico nella destabilizzazione della Siria, ovviamente l'obiettivo è costruire "il grande israele". Ad oggi, dopo la caduta di Assad, sono arrivati a pochissimi kilometri da Damasco. Allo stesso modo, la Turchia ha occupato Idlib e ha interessi nel contenere le ambizioni curde (ufficialmente), ma il sogno proibito di ricostituire un nuovo "impero ottomano" spinge... E i separatisti curdi? Quelli sostenuti dagli americani? Beh occupano il nord-est della Siria con la, speranza di costruire un unico "kurdistan" . Questi attori esterni hanno tutti i loro obiettivi e agende,

L'appoggio ad Assad era fondamentale perché rappresentava un argine contro l'espansionismo sionista. Il regime di Assad, pur con tutte le sue problematiche, ha cercato di mantenere una certa stabilità e di proteggere le minoranze religiose e etniche in Siria. Senza Assad (e ciò che storicamente rappresentava per la politica panarabista), il paese sarebbe caduto completamente nelle mani dei gruppi estremisti e delle potenze esterne, portando a un'ulteriore frammentazione e sofferenza per il popolo siriano...Esattamente quello che sta succedendo ora.
Alcuni esempi di gente che arriva da lontano e pensa che quelle terre siano loro:
Siria come Palestina.

FQuibla


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Ehud Barak, ex primo ministro di Israele dal 1999 al 2001, in un’intervista rilasciata al giornale israeliano Haaretz mesi fa si immedesima nei palestinesi. La sua critica verso Israele è senza riserve: “Se fossi palestinese, anche io mi unirei a un gruppo terroristico”.

Barak non è il primo politico israeliano a criticare fortemente l’establishment israeliano e le sue politiche.

A settembre 2024, Ami Ayalon, ex capo dell’organizzazione israeliana di intelligence Shin Bet dichiarò: “Parlando dei palestinesi, hanno perso la loro terra, e perciò quando la gente mi chiede cosa faresti se fossi palestinese? Io dico che se qualcuno venisse e mi rubasse la terra, la terra di Israele, lo combatterei senza pormi limiti”

Da InsideOver

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Forward from: InsideOver
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Sabato 8 marzo, Berlino, Germania: la polizia tedesca carica con violenza donne durante la marcia dell’8 marzo.
Le donne stavano manifestando a favore della causa palestinese durante la marcia internazionale delle donne quando la polizia nazionale ha incominciato il pestaggio.

Non si tratta della prima volta che la polizia tedesca è protagonista di violenze: in particolare nell'ultimo anno sono state numerse le manifestazioni pro Palestina attaccate con violenza dalla polizia.


Come spiegava qualche settimana fa Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi occupati, dopo l'annullamento all'ultimo momento di due sue conferenze in Germania: “Devo ammettere che circa 75 ore in questo paese mi hanno reso piuttosto nervosa. Non ho mai provato questa sensazione di mancanza di ossigeno che provo qui.”


Forward from: Andrea Zhok
Da allora sono passati altri 16 anni e l’ampliamento della forbice tra ricchi e poveri, il mercatismo astratto, il moralismo autoritario, il burocratismo ottuso, lo snobismo oligarchico sono diventati sempre più evidenti, costantemente confermati e ribaditi.

Con la crisi pandemica l’accelerazione in senso autoritario è stata brusca. Certo, molti credono ancora che quell’esplosione di emergenzialismo autoritario fosse solo un accidente, una necessità fatale di fronte all’imponderabile.
E d’altro canto esiste ancora chi giura che Elvis è vivo e lotta insieme a noi.

Dal 24 febbraio 2022 l’emergenzialismo autoritario pandemico è stato sostituito dall’emergenzialismo autoritario bellico.

Ora, siamo di fronte ad un’altra possibile svolta, perché la pace incombe minacciosa sul fronte orientale. Come recitava quel film di Alberto Sordi: “Finché c’è guerra c’è speranza”, e di fronte alla temibile ombra della pace, l’oligarchia europea teme di perdere la propria leva emergenziale, quella leva che nel nome di pericoli collettivi supremi attribuisce poteri sostanzialmente arbitrari al nucleo di comando europeo. Invece una prospettiva di guerra perennemente incombente è il sogno bagnato delle élite, non da oggi: consente di drenare qualunque risorsa pubblica senza rispondere a nessuno, consente di mettere la mordacchia a qualunque protesta nel nome della sicurezza pubblica, consente di silenziare le voci del dissenso ogni qual volta acquisiscano rilievo (bisogna essere uniti contro il Nemico).

Ecco, di fronte a questa situazione, il sospetto che l’Unione Europea abbia sempre più somiglianza con il Nuovo Ordine Europeo vagheggiato dal Terzo Reich e sempre meno con i vagheggiamenti della “terza via” potrebbe cominciare a farsi strada persino nelle menti più impermeabili.
Dopo tutto, come ricordava sempre, con flautata voce da sagrestia, Prodi, “l’Europa è ciò che ci ha garantito 70 anni di Pace” – certo, omettendo dettagli come la guerra in Jugoslavia (1990-2001) e la cesura (1992) tra il mercato comune della CEE e l’Unione Europea di Maastricht. Ma di fronte ad un’Europa il cui unico merito plausibile è stato il mantenimento della Pace, l’attuale piglio bellicistico crea forme di disagio e dissonanza cognitiva persino nei fedeli più rocciosi.

È per mettere a tacere questa condizione di disagio che nascono iniziative come quella della manifestazione del 15 marzo: si tratta di correre al più preso ai ripari, rinforzando i processi di negazione, rimozione e repressione, in modo che la realtà non possa mai bucare il velo di Maya.


Forward from: Andrea Zhok
FINCHÉ C’È GUERRA C’È SPERANZA

Alcune indiscrezioni da parte degli organizzatori hanno fatto trapelare lo slogan che sintetizza l’agenda della manifestazione del 15 marzo “Una piazza per l’Europa”:

“Ripartiamo-da-una-grande-alleanza-antifascista-per-battere-le-destre-e-coltivare-il-sogno-europeo-di-pace-e-prosperità-difendendo-orgogliosamente-i-valori-di-libertà-democrazia-e-diritti-umani-perché-c’è-un-aggressore-e-un-aggredito-e-dobbiamo-ridare-nerbo-alle-virtù-guerriere-degli-antenati-costruendo-un-esercito-europeo-di-professionisti-che-spezzino-le-reni-alla-Russia-e-alle-plebi-ignoranti-negazioniste-refrattarie-al-lavoro-e-riottose-ai-valori-occidentali-ma-in-modo-inclusivo-e-rispettoso-della-parità-di-genere.”

Si sta ancora cercando il jingle adatto, ma Calenda garantisce che la ricerca è a buon punto.
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Chiedo scusa per la garbata presa in giro (per gli abbonati di Repubblica: no, non era il vero slogan, era uno sfottò).

Ecco, proviamo ora a parlare seriamente.
La situazione è in effetti drammatica e che si cerca di alleviare l’amarezza e la preoccupazione come si può. Personalmente capisco il dramma, la reazione disperata di quelli che si sentono attratti in buona fede dalla chiamata alle armi (sic!) di Michele Serra. Lo capisco almeno con riferimento ai nati prima del 1970. Per molti di quella generazione il “sogno europeo” è stato il surrogato aspirazionale dell’infrangersi del sogno di palingenesi socialista/comunista. Ci si costruì l’idea che l’Europa possedesse per virtù intrinseche un modello di sviluppo alternativo al capitalismo feroce dei liberisti. Si immaginò un’Europa colta, umana e umanistica, democratica, socialmente orientata, che non condivideva né le frenesie del capitalismo anglosassone, né l’autoritarismo dello stato di polizia sovietico. Sulla scorta dell’idea berlingueriana di “terza via” si fantasticò di un’Europa come potenza capace di svolgere un ruolo di contrasto e alternativa agli USA. Orfani del PCI, orfani dell’URSS, orfani di tutte quelle promesse di un mondo altro e migliore (e fanno male quelli che non hanno vissuto quel percorso ad irriderlo), milioni di persone riversarono la propria “fede laica” sulle istituzioni europee.

E come sempre accade alle fedi in cui vi è stato un significativo investimento affettivo, come negli innamoramenti, si tende a chiudere un occhio, talvolta due, spesso entrambi gli occhi e pure il naso, alle mancanze dell’amato. Così, quando ci dà buca una volta, sarà perché è sempre così occupato, quando ci dà buca la seconda volta, sarà perché gira questa brutta influenza, quando ci dà buca la terza volta, sarà perché ha forato una gomma,… e però, ad un certo punto, prima o poi, il dubbio che ti abbia messo le corna dovrà pur balenare all’orizzonte, no?

Ma è un’ammissione non facile per chi sente di non avere altri progetti possibili, per chi preferisce stare con il vecchio amore fedifrago, piuttosto che affrontare un salto nel buio.

Per lo scrivente la scoperta delle corna politiche è stata tarda. Si erano accumulati segni per lungo tempo, ma per raggiungere la certezza ci è voluta la crisi subprime e la sua scandalosa gestione. Dopo tutto ciascuno di noi è coinvolto in mille altre attività e interessi, e non può star dietro a tutto, tanto meno a quel guazzabuglio esoterico che è la legislazione europea. Per lo scrivente solo con il 2008 è cominciato a divenire chiaro che il 100% delle prese di posizione europee rientravano nel paradigma neoliberale, e che di “terze vie” non c’era traccia. A quel punto, con buoni 16 anni di ritardo dal Trattato di Maastricht, anche ai più distratti, come il sottoscritto, doveva apparire chiaro che il modello sociale perseguito era, puramente e semplicemente, da un lato quello dell’idealizzazione utopica del “mercato perfetto” e dall’altro quello della gestione oligarchico-tecnocratica del potere. Altro che “sistema misto”, altro che “welfare europeo”, altro che “democrazia reale”.

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Forward from: RangeloniNews
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🇷🇺 ⚔️ 🇺🇦 Kursk, 10 mila soldati ucraini rischiano l’accerchiamento

Secondo il quotidiano britannico The Telegraph, considerati gli sviluppi dell’offensiva a tenaglia russa sulle vie di rifornimento ucraine nella regione di Kursk, circa 10.000 uomini di Zelensky rischiano di rimanere accerchiati. Uno dei fattori principali che hanno condotto al collasso ucraino - secondo i giornalisti del Telegraph - sarebbe lo stop USA al trasferimento dei dati di intelligence a Kiev.

L’esercito russo, oltre agli attacchi sui fianchi della testa di ponte ucraina nella regione di Kursk - come ammesso dai media ucraini - ha lanciato un attacco a sorpresa verso Sudža aggirando le linee difensive avversarie passando attraverso il gasdotto Urengoy-Uzhgorod, attraverso il quale transitava il gas che Mosca forniva a diversi paesi europei. Almeno una compagnia di assaltatori russi si sarebbero così trovati nelle retrovie ucraine, rimanendo invisibili a droni e sentinelle. Una tattica simile era già stata adottata dall’esercito russo nel corso della battaglia di Avdeevka.

Molti esperti militari ucraini ammettono che le truppe del proprio paese siano in grande difficoltà. “La situazione è più difficile che in tutti gli altri settori del fronte (..), il mantenimento della testa di ponte nella regione di Kursk non è giustificato dal punto di vista militare", scrive Butusov, giornalista vicino al ministero della difesa.

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Forward from: InsideOver
Domenica 2 marzo il governo israeliano ha annunciato il blocco totale di cibo e altri aiuti umanitari a Gaza poche ore dopo la scadenza della fase I dell'accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas.

Secondo il Diritto Internazionale Umanitario affamare la popolazione è illegale e viola direttamente la Risoluzione 2417 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Le autorità israeliane continuano a usare la fame come arma di guerra nonostante i ripetuti appelli di organizzazioni per i diritti umani e delle Nazioni Unite per la fine del blocco. degli aiuti alimentari.

Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite nei territori palestinesi occupati, ha affermato: "Chiudere completamente Gaza ANCORA, mentre si riprendono le ostilità, è molto più di una violazione del cessate il fuoco. È un'escalation della campagna genocida di Israele contro i palestinesi".


Forward from: Giubbe Rosse
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🇸🇾 SIRIA - Manifestazione dei residenti costieri davanti alla base militare di Hmeimim sotto il controllo russo. Chiedono la protezione internazionale.

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Contro i VERI criminali di GUERRA - Davide Sabatino in dialogo con Giorgio Bianchi

Una profonda riflessione insieme al fotoreporter e blogger indipendente Giorgio Bianchi. Con lui abbiamo parlato della spavalderia di Trump, della condanna a morte di Zelensky, del destino dell'Europa e più in generale della eccitazione bellica che sembra ormai dominare le menti e i cuori dell'intera classe dirigente europea: della Von der Leyen a Macron, dalla Meloni a Rutte, da Scholz a Starmer.

https://youtu.be/frO3mRbQ-uU?si=IbY3IwRzPq1Y2bNT

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Forward from: Vi racconto la Russia
Oh ma questo è sintonizzato solo su Putin e la Russia?

Il discorso di Macron non l'ha visto, dato che parla di retorica nucleare?

Si informasse anche su chi negli scorsi anni si è ritirato unilateralmente dai trattati che limitavano la proliferazione degli armamenti.

📱 Vi racconto la Russia

✈️ Russian Tour

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Forward from: Francesca Quibla
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In un'intervista rilasciata di recente al commentatore politico americano Tucker Carlson, il primo ministro del Qatar Mohammad bin Jassim Abdulrahman Al Thani afferma che se la centrale nucleare iraniana di Bushehr venisse mai attaccata, l'acqua nel Golfo Persico verrebbe contaminata e Qatar, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti rimarrebbero senza acqua entro tre giorni.

A un certo punto dell'intervista ammette: "Abbiamo combattuto contro l'Iran in Siria per 14 anni", ma sottolinea che i due Paesi mantengono legami bilaterali nonostante le loro differenze.

Menziona anche che un membro del Congresso degli Stati Uniti lo ha esortato a tagliare i legami con l'Iran, ma lui ha risposto che ciò non è possibile, spiegando che ha dovuto disegnare una mappa per gli americani per mostrare quanto siano geograficamente vicini il Qatar e l'Iran.

Middle East Spectator


Forward from: Francesca Quibla
Una fonte della costa siriana ha dichiarato a Naya: Circa 2.500 persone, tra cui bambini, donne e anziani della setta alawita, sono state giustiziate con il pretesto di dare la caccia ai militanti.

Le bande di Al-Jolani utilizzavano barili esplosivi montati su elicotteri militari, che l'Occidente criticò per l'uso che Bashar al-Assad fece sui civili durante il regime di Assad.

Combattenti del Daghestan, del Tagikistan, del Kirghizistan e degli Uiguri hanno partecipato alle esecuzioni di massa, documentate da video. La maggior parte di questi combattenti possiede passaporti che consentono loro di entrare nella Federazione Russa e nei suoi annessi, il che rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale europea e globale.

Il canale qatariota Al Jazeera e le agenzie arabe sostenute dalla Turchia hanno impedito la pubblicazione di notizie provenienti dall'Agenzia dell'Osservatorio siriano, da questa spesso citate durante l'era di Bashar al-Assad, circa l'ammissione da parte dell'Osservatorio stesso di massacri commessi da elementi dell'organizzazione di Al-Qaeda "Al-Nusra" sulla costa.

Anche i paesi dell'Unione Europea e le Nazioni Unite sono rimasti in silenzio di fronte al massacro commesso contro i civili alawiti nelle città della costa siriana.

Vanessa Beeley

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Forward from: Piccolenote
🇵🇸🇮🇱 LA CISGIORDANIA: UNA PRIGIONE A CIELO APERTO

🔶 Non solo le violenze e le uccisioni. Israele ha creato 900 posti di blocco in Cisgiordania, impedendo agli abitanti di muoversi liberamente sul proprio territorio

“…Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich…vogliono, e stanno premendo forte sull’acceleratore in questa direzione, “una guerra su vasta scala in Cisgiordania”, per “realizzare il loro grande piano di espulsione di massa”, che per essi rappresenta “l’unico modo per risolvere la questione palestinese…”


LEGGI L’ARTICOLO https://www.piccolenote.it/mondo/cisgiordania-una-prigione-a-cielo-aperto


Forward from: Giubbe Rosse
🇸🇾🇷🇺 SIRIA - Migliaia di alawiti, cristiani e drusi, in fuga dalle belve di HTS sostenute da Erdogan, stanno cercando rifugio nella base aerea di Hmeimim ancora sotto il controllo russo.

Un'altra grande vittoria occidentale.

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Forward from: Lettera da Mosca
SIRIA - Migliaia di alawiti si sono rifugiati nella base aerea militare russa di Khmeimim, nei pressi di Latakia, per sfuggire agli scontri e alla repressione delle forze governative.

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Forward from: Tutti i fatti
💲#Trump blocca i fondi al #Sudafrica e offre cittadinanza #Usa agli agricoltori in fuga

👁‍🗨L'inquilino della Casa Bianca ha sospeso tutti i finanziamenti statunitensi a beneficio del Sudafrica e ha offerto un percorso rapido per la cittadinanza americana agli #agricoltori che vogliono lasciare il Paese.

@tutti_i_fatti


Forward from: Giubbe Rosse
TRUMP STA VALUTANDO LA POSSIBILITÀ DI RITIRARE 35.000 SOLDATI DALLA GERMANIA E RIDISTRIBUIRLE NELL'EUROPA ORIENTALE
Fonte: The Telegraph
Trump sta valutando la possibilità di ritirare circa 35.000 membri del personale attivo dalla Germania, in una mossa che inasprirebbe ulteriormente le relazioni tra Stati Uniti ed Europa.
Il presidente degli Stati Uniti, che ha ripetutamente avvertito che l'Europa deve impegnarsi di più nelle sue capacità difensive, sta diventando sempre più frustrato dal fatto che il continente stia "spingendo per la guerra", hanno detto fonti vicine all'amministrazione.
Circa 160.000 membri del personale in servizio attivo sono di stanza al di fuori degli Stati Uniti, una grande quantità dei quali si trova in Germania.
"Trump è arrabbiato perché [l'Europa] sembra spingere per la guerra", ha detto una fonte vicina alla Casa Bianca.
Brian Hughes, portavoce della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha dichiarato: "Anche se non è imminente alcun annuncio specifico, l'esercito americano sta sempre considerando il ridispiegamento di truppe in tutto il mondo per affrontare al meglio le attuali minacce ai nostri interessi".
Il Telegraph ha appreso che il presidente sta valutando la possibilità di ridistribuire le truppe dalla Germania all'Ungheria, che ha mantenuto stretti rapporti con la Russia.
Si dice che Trump stia valutando la possibilità di riposizionare alcune truppe statunitensi in Europa in modo che si concentrino sui paesi della NATO che hanno aumentato la spesa per la difesa per raggiungere gli obiettivi del PIL. Fa parte dei piani dell'amministrazione per ridisegnare l'impegno della NATO in modo da favorire i paesi membri con una maggiore spesa per la difesa.


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In una conferenza stampa tenutasi venerdì durante la sessione annuale del parlamento cinese, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha affermato che la combinazione di dazi sui prodotti cinesi e le dichiarazioni di Trump sulla volontà di intrattenere buoni rapporti con Pechino sono incongrue.

"Nessun paese dovrebbe aspettarsi di reprimere e contenere la Cina da una parte, mentre sviluppa un buon rapporto con essa dall'altra. Un simile approccio bifronte non solo mina la stabilità delle relazioni bilaterali, ma non riesce nemmeno a costruire la fiducia reciproca. [...] Perseguire l'interesse personale a spese degli altri, o esercitare il potere per intimidire, è inaccettabile."
▪️L'inclinazione di Trump verso la Russia ha sollevato dubbi su una sua possibile attuazione di un "Nixon al contrario", vale a dire, avvicinarsi a Mosca per isolare Pechino, capovolgendo il copione del presidente Richard Nixon dei primi anni '70, quando Washington avviò una distensione con la Cina per fare pressione sull'Unione Sovietica, il suo principale rivale durante la Guerra Fredda.
Ma Wang ha affermato che "la logica storica" ​​dei buoni rapporti tra Cina e Russia è salda.
"Voglio sottolineare che, indipendentemente dai cambiamenti nel panorama internazionale, la logica storica dell'amicizia tra Cina e Russia rimane invariata e le forze motrici interne alla base delle nostre relazioni restano forti".

"Entrambe le parti hanno riflettuto profondamente sulle esperienze storiche e si sono impegnate in relazioni di buon vicinato a lungo termine, coordinamento strategico completo e cooperazione reciprocamente vantaggiosa. Questo approccio serve al meglio gli interessi fondamentali di entrambi i popoli e si allinea con le tendenze più ampie dello sviluppo e del progresso globali. Cina e Russia hanno stabilito un modello unico di impegno, non allineato, non conflittuale e non diretto a terze parti".

"Una relazione matura, resiliente e stabile" "non cambierà a causa di eventi temporanei, né sarà influenzata da influenze esterne. È una costante in un mondo incerto, non una variabile nella competizione geopolitica".

Laura Ruggeri (Originale in inglese)

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