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Disease mongering o “mercificazione della malattia”: la bronchiolite e il nirsevimab – prima parteCome promuovere una malattia attraverso una campagna di marketing organizzata e finanziata direttamente o indirettamente dalla casa farmaceutica che produce il farmaco che dovrebbe curarla.Attraverso mirate campagne pubblicitarie la “fabbrica delle malattie” può convincere le persone che l’utilizzo di un farmaco sia l’unica soluzione a comuni fastidi dell’età o della propria condizione o per patologie di scarsa importanza. E’ una pratica insidiosa, spesso invisibile, che comporta il rischio di scelte terapeutiche inopportune, di malattie iatrogene e di sprechi che minacciano la sostenibilità economica dei nostri sistemi sanitari e sottraggono risorse utili alla cura e prevenzione di patologie ben più gravi e reali.
Negli ultimi anni, le industrie farmaceutiche sono state molto attive nel promuovere non solo i propri farmaci, ma anche le malattie stesse. Questo fenomeno, noto come
“disease mongering“, rappresenta una forma di manipolazione della medicina estesa in molti ambiti sanitari.
Come creare “ad arte” una malattia?Per esempio, agendo sui parametri che stabiliscono il confine tra normalità e malattia (è il caso del diabete o dei livelli di colesterolo nel sangue), oppure etichettando come “patologie” condizioni e atteggiamenti che connotano piuttosto tratti di personalità (ansia, timidezza, noia), o particolari fasi della vita (menopausa, vecchiaia) o semplici caratteristiche fisiche (calvizie, cellulite), oppure cambiando la percezione della gravità e della frequenza di una malattia lieve, che viene rappresentata come una minaccia per la vita stessa di parte della popolazione. Questa è la frontiera del marketing farmaceutico nell’era contemporanea:
non si reclamizzano farmaci, si fa pubblicità alle malattie.La Strategia del “Disease Awareness”Nell’Unione Europea, la pubblicità diretta ai consumatori per i farmaci soggetti a prescrizione è vietata; per aggirare questo divieto, le aziende farmaceutiche hanno iniziato a lanciare "campagne di consapevolezza" sulle malattie. Queste iniziative mirano a sensibilizzare il pubblico sull’esistenza di condizioni patologiche, con l’intento recondito di aumentare la domanda di farmaci per il trattamento di tali malattie.
In questo modo, i pazienti diventano non solo consumatori, ma attori attivi nel processo di richiesta di terapie, contribuendo così a spingere i medici a prescrivere determinati farmaci.
I mezzi di comunicazione giocano un ruolo fondamentale nella diffusione di informazioni sulla salute. Spesso, ciò che viene presentato come una scoperta rivoluzionaria è, in realtà, frutto di interpretazioni parziali o sensazionalistiche.
Il lancio dell’anticorpo monoclonale Nirsevimab per contrastare la bronchiolite da Virus Respiratorio Sinciziale ha seguito perfettamente le strategie di marketing fin qui delineate.Sanofi ha lanciato
Together Against RSV, una campagna internazionale di sensibilizzazione che conta in Italia sul patrocinio scientifico di
SIP (Società Italiana di Pediatria), SIN (Società Italiana di Neonatologia), SItI (Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica) e FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatrici) e che si avvale della collaborazione del network di FattoreMamma.Ecco coinvolte le società scientifiche” e una rete di utenti, come da manuale di marketing, per una serie di iniziative diversificate, tutte rivolte a pubblicizzare la malattia prima ancora della terapia.Il coinvolgimento delle IstituzioniIl 5 marzo scorso è stata costituita addirittura l’Alleanza per una strategia di immunizzazione universale dal virus respiratorio sinciziale (RSV) per assicurare l’impegno congiunto tra istituzioni nazionali e regionali, operatori sanitari e associazioni per l’implementazione di campagne di immunizzazione per la prevenzione dell’RSV nei bambini nella stagione 2024/2025.
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T.me/Davide_Zedda