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A proposito di coincidenze
via attivissimo.blogspot.it

di Paolo G. CalisseCi si può chiedere quale sia la probabilità che un evento del tipo di quello segnalato da Paolo in un suo precedente articolo - un personaggio del calibro di George Lucas che appare casualmente sullo sfondo di un video di Youtube - accada realmente. Ho tentato di fare una stima usando un approccio molto semplice e lineare. Potete farlo anche voi copiando l'algoritmo ottenuto più in basso in un foglio di calcolo e inserendo i dati di ingresso che ritenete più ragionevoli, per verificare se la coincidenza sia spettacolare o rientri tutto sommato nella normalità delle cose. La mia stima si basa ovviamente su un numero di assunzioni che discuto nel seguito.Alla ricerca dell'algoritmoChiamiamo per prima cosa Nvid il numero di video ripresi per strada e disponibili su Youtube. Supponiamo per cominciare che Nvid = 1.000. Assumiamo inoltre che ci siano Nvip personaggi noti del calibro di Lucas che saremmo sorpresi di incontrare in uno di questi video e che Nvip = 1.000. Troppi? Pochi? Ne discuteremo più oltre. Per semplicità, possiamo ritenere che tali VIP siano distribuiti uniformemente su tutto il territorio USA, dove Ntot = 328 milioni di persone, e che seguano le stesse abitudini di noi comuni mortali nel circolare per strada: orari, distribuzione, etc. In mancanza di informazioni più precise non possiamo fare altro che accettare questa assunzione, su cui comunque torneremo in seguito.Ora, se ci sono Nvip volti noti distribuiti uniformemente tra Ntot persone, la probabilità che qualcuno sia un VIP sarà Nvip/Ntot e quindi la probabilità - molto alta - che non lo sia:1-Nvip/NtotInfatti la somma delle probabilità di non conoscere o di conoscere almeno una persona deve essere per forza di cose pari ad uno.Immaginiamo adesso che in ogni video si vedano in genere Np persone riconoscibili passare sullo sfondo. Assumiamo per adesso che Np = 10. Si tratta probabilmente di una grossolana sottostima, considerata la durata tipica di molti di questi video.Ora, se i video sono Nvid, il numero totale di persone riconoscibili che passano sullo sfondo del numero totale di video disponibili sarà Nvid*Np. A questo punto non dovrebbe essere difficile convincersi che la probabilità che nessuno di costoro sia un volto noto sarà:(1-Nvip/Ntot)*(1-Nvip/Ntot)*...*(1-Nvip/Ntot)dove il prodotto viene ripetuto Nvid*Np volte ovvero(1-Nvip/Ntot)^(Nvid^Np)che è il prodotto della probabilità che ciascuna delle persone visibili in tutti i video disponibile sia un comune mortale. A questo punto per sapere qual è la probabilità che almeno uno di costoro sia un volto noto basterà semplicemente calcolare la differenza tra uno e la probabilità precedente. Si ottiene quindi:P = 1-(1-Nvip/Ntot)^(Nvid*Np)che ci consente di stimare la probabilità di scoprire un volto molto noto all'interno di uno di quei video.Proviamo adesso a inserire in questa semplice formula le stime precedenti:Nvip = 1.000 = personaggi noti quanto Lucas presenti sul territorio USA in ogni momento. Questo numero includerà politici, sportivi famosi, personaggi dello spettacolo, etc.Ntot = 328.000.000 = popolazione USANvid = 1.000 = numero totale di video abbastanza popolari disponibili su youtube e registrati in pubblicoNp = 10 = numero medio di persone che passano sullo sfondo di ciascuno di quei video.Il risultato che si ottiene inserendo questi dati nell'algoritmo che ho ottenuto sarà un misero P1 = 3%. Sembrerebbe quindi che in effetti la probabilità di vedere almeno un volto noto passare per caso sullo sfondo di uno dei video presenti su youtube sia piuttosto bassa, anche ammettendo che vengano riconosciuti tutti.Ma a pensarci bene VIP e riprese non sono distribuiti a caso su tutto il territorio USA ma accentrati in luoghi specifici.…


Puntata del Disinformatico RSI del 2021/01/08
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È disponibile la puntata di stamattina del Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera, condotta da me insieme a Herbert Cioffi.Argomenti trattati:WhatsApp condividerà con Facebook i dati personali degli utenti: prendere o lasciare. Ma solo fuori EuropaTelegram permette di localizzare gli utenti, ma niente panicoAlternative a WhatsAppSensitivi, complottisti, assistenti vocali e coincidenze: quando George Lucas fa photobombingPodcast solo audio: link diretto alla puntata; link alternativo.App RSI (iOS/Android): qui.Video (con musica): è qui sotto.Podcast audio precedenti: archivio sul sito RSI, archivio su iTunes e archivio su TuneIn, archivio su Spotify.Archivio dei video precedenti: La radio da guardare sul sito della RSI.Buona visione e buon ascolto!Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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Alternative a WhatsApp
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MediaSe siete tentati di lasciare WhatsApp, o almeno affiancargli un’alternativa, a causa dei recenti e confusionari cambiamenti delle sue regole di privacy, ci sono varie opzioni.La prima è Telegram: l’app è gratuita, ma sarà presto invasa dalla pubblicità. Consente non solo di scambiare messaggi ma anche di fare videochiamate, ed esiste anche una versione Web che consente di usare Telegram sul computer. La cifratura massima (end-to-end) si ha però solo quando si usano le cosiddette chat segrete.
La seconda è Signal, che offre la stessa crittografia di WhatsApp, anche sulle chiamate audio e video, ed è disponibile anche in versione desktop. Soprattutto ha una normativa di privacy e delle condizioni di servizio ben più semplici di quelle chilometriche di WhatsApp, che ammontano a oltre 8000 parole in legalese stretto.Segnalo anche Threema, che non richiede di associarvi un numero di telefono, è open source e offre crittografia end-to-end e una versione web. In più è un’app svizzera, conforme al GDPR, che non raccoglie dati personali perché si mantiene con un piccolo costo iniziale e con i servizi alla clientela business.Infine cito Wickr, crittografatissimo e gratuito in versione personale ma a pagamento in versione business. Molti lo conosceranno per le sue apparizioni nella serie TV hacking-centrica Mr. Robot.
La scelta non manca, insomma: il vero problema è convincere gli altri a usare la stessa app che usiamo noi. In questo senso WhatsApp è assolutamente dominante, ma nulla vieta di usare più di una app di messaggistica.Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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Per il Generale Flynn e chiunque altro creda che un informatico italiano abbia “hackerato” le elezioni americane dalla Germania tramite “Torre Fucino”
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The English original is here.Questa è una traduzione veloce di una serie di tweet che ho scritto in risposta a un tweet del generale statunitense
Michael T. Flynn che accusa l’Italia di aver alterato le elezioni presidenziali USA. L’ho scritto soprattutto perché ho visto che l’ha segnalato Joan Kranz, figlia di Gene Kranz, storico direttore di volo delle missioni Apollo, e non ho resistito:“We must stand up for truth and call for a full investigation”

Another piece of the foreign interference puzzle. The viability of our constitution & our country are at risk.

Italy did it - Arturo D'Elia Admits to stealing election on
https://t.co/DKGSVVqNvx via @YouTube— General Flynn (@GenFlynn) January 7, 2021L’accusa si basa fondamentalmente su questa foto di un presunto “affidavit” (dichiarazione giurata) fornita da un certo Prof. Alfio D’Urso, “avvocato” in Catania, che afferma (senza portare prove) che un informatico italiano di nome Arturo D’Elia avrebbe spostato i dati elettorali statunitensi “da un margine di vittoria significativo per Donald Trump a Joe Biden” utilizzando “risorse di cifratura per guerra cibernetica di livello militare per trasmettere voti commutati tramite un satellite militare di Torre Fucino a Francoforte, Germania”:Media
 
Questa è la mia
risposta (leggermente ripulita): Salve, signore, sono italiano. Per farla breve e per usare la terminologia più tecnicamente rigorosa che riesco a trovare, questa storia rappresenta la più alta qualità nel settore delle stronzate.Si tratta di una fotografia di provenienza sconosciuta, stampata su carta comune (mentre tutti i documenti legali italiani sono su carta legale e recano un milione di timbri, o sono perlomeno su carta intestata). Se lei crede a *questo* sulla fiducia, posso interessarla alla Fontana di Trevi? Un magnifico esemplare, un solo proprietario diligente: il tizio sulla destra. Media
[Per chi non cogliesse il riferimento: è il comico italiano Totò, nel classico film Totò truffa ‘62, in cui fa la parte del truffatore che vende la famosissima
Fontana di Trevi, a Roma, a un turista molto credulone]La ”dichiarazione giurata” parla di un “satellite militare di Torre Fucino”, che è una cosa che semplicemente non esiste: non esiste né il satellite, né la torre.
Inoltre non è così che si contano i voti negli Stati Uniti. I conteggi non passano attraverso la Germania.
Come italiano, l’idea che un informatico in Italia abbia hackerato l’*intero* sistema di voto statunitense, e l’abbia fatto sotto il naso dell’NSA, è semplicemente *esilarante*.Gli italiani si stanno spanciando per questa storia. Ah, sì, gli americani, eterni creduloni. Sa leggere l’italiano?
Si goda questo: c’è persino coinvolto un TERRAPIATTISTA FATTO E FINITO in questa vicenda. Questa “dichiarazione giurata” afferma che Matteo Renzi sarebbe implicato in questa straordinaria operazione. Giusto per sua informazione, QUESTO è Matteo Renzi, il presunto…


For General Flynn and anyone else who believes that an Italian IT guy hacked the US elections from Germany through “Fucino Tower”
via attivissimo.blogspot.it

This is quick post/tweet I wrote as a reply to General Flynn’s tweet claiming that Italy stole the US elections:“We must stand up for truth and call for a full investigation”

Another piece of the foreign interference puzzle. The viability of our constitution & our country are at risk.

Italy did it - Arturo D'Elia Admits to stealing election on
https://t.co/DKGSVVqNvx via @YouTube— General Flynn (@GenFlynn) January 7, 2021This claim is essentially based on this photograph of an alleged “affidavit” provided by a Prof. Alfio D’Urso, “Advocate/Lawyer” in Catania, Italy, which claims (without evidence) that an Italian guy named Arturo D’Elia switched US election data “from significant margin of victory for Donald Trump to Joe Biden” by using “military grade cyber warfare encryption capabilities to transmit switched votes via military satellite of Fucino Tower to Frankfurt Germany”:Media
 
Here’s my (slightly edited)
reply: Hello sir, I'm Italian. To put it briefly and in the most technically accurate words I can find, this is the finest grade of bullshit.It's a photograph of unknown origin, on plain paper (whereas all Italian legal documents are on legal paper and stamped a million times). If you believe *that* at face value, may I interest you in the Trevi Fountain? Fine specimen, one careful owner: the guy on the right. Media
[In case you don’t catch the reference: the guy is Italian comedian Totò, in a classic Italian comedy movie called Totò truffa ‘62. In the movie he is a con man who sells the world-famous
Trevi Fountain, in Rome, to a highly gullible tourist]The "affidavit" mentions a "military satellite of Fucino Tower", which is not a thing that exists (neither the satellite, nor the tower).
Also, that's not how US votes are counted. The tallies do not go through Germany.
As an Italian, the idea that some IT guy in Italy hacked the *entire* US voting system, and did so under the NSA's nose, is simply *hilarious*.Italians are rolling on the floor laughing at this tale. Ah, yes, the ever gullible Americans. Do you read Italian?
Have at it: there's even a LITERAL FLAT-EARTHER site involved in this. The "affidavit" claims that Mr Matteo Renzi was involved in this amazing operation. Just so you know, THIS is Mr Renzi. The alleged mastermind:SHOK pic.twitter.com/GDflYiHylo— Trash Italiano (@trash_italiano) January 7, 2021Sir, if you seriously believe that the US election system can be hacked in Germany by an Italian techie from a place that doesn't exist, in a plot orchestrated by a guy who can't even pronounce "because", then it clearly doesn't take much to be a general in the US.Media
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Per Rai, Il Tempo e altri, nel Regno Unito ci si difende dai virus mettendosi uno scudo. Poi arriva Il Messaggero
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Guardate quante testate giornalistiche hanno scritto che stasera il primo ministro britannico Boris Johnson si è rivolto ai cittadini dicendo Se siete persone vulnerabili vi consiglio di proteggervi, riceverete una lettera per indicarvi come mettere uno scudo”.Media
 
Cialtroni, inetti e incompetenti. Nessuno, ma dico nessuno, che si chieda cosa possa voler mai dire "mettere uno scudo" quando si parla di virus? Pensano che nel Regno Unito si difendano dalle malattie con le armature? Sono imbecilli?Complimenti a Rainews, RadioNBC, Leggo, Romalife, Il Tempo e a tutti gli altri, che copiaincollano l'uno dall'altro o si fidano ciecamente di agenzie popolate da capre di guerra. E questi ci dovrebbero informare.Nel momento in cui ci sarebbe disperato bisogno di giornalismo competente, cauto, rigoroso, ci regalano questa diarrea verbale. Ditemi perché mai dovremmo pagare per questo schifo.Per chi volesse capire la nuova vetta d'imbecillità collettiva del giornalismo italiano, mi affido alle olimpiche parole di Licia Corbolante: 
#Covid19: in inglese #shielding indica misure di distanziamento sociale aggiuntive per proteggere le persone più vulnerabili (ad es. non uscire di casa neanche per la spesa ma farsela portare ecc.). In italiano è diventato uno scudo 🛡 (grazie a @SaraCee_T9N per la segnalazione) pic.twitter.com/dPwBxxnGTg— Licia Corbolante (@terminologia) January 4, 2021E tutti hanno tradotto così: mettere uno scudo.
La cosa che mi manda più in bestia non è soltanto (si fa per dire) l’errore grossolano di traduzione, roba che a scuola avrebbe preso un due secco con convocazione dei genitori. Che nelle redazioni dei giornali non si sappia l’inglese, e non si abbia almeno l’umiltà di dire “non so l’inglese, chiedo a un traduttore”, è già uno sconcio, certo, ed è un chiaro sintomo di un giornalismo che lavora a neuroni spenti. Ma quello che mi imbestialisce, e che dovrebbe far preoccupare ancora di più, è che erroracci come questo dimostrano il fatto che tutti copiano e nessuno controlla. Vuol dire che in ognuna di queste redazioni si lavora allo stesso modo reso celebre da René Ferretti di Boris.
Media
Questo vuol dire che uno dei pilastri del giornalismo, ossia la pluralità delle fonti, il pluralismo delle voci, è una foglia di fico. In realtà tutti copiano (male) dalla stessa fonte. Che lavora col deretano. Il risultato è questo.---
Ma non è ancora finita. Quando pensi che più imbecilli di così non si possa essere, che lavorare più col deretano di così sia impossibile, arriva Il Messaggero con questa “traduzione” della telefonata di Donald Trump che chiede di “trovare” voti per lui in Georgia.Guardate e piangete: si comincia con "Il signor Germania" e con "è negli anni '50 di migliaia".
MediaPoi arriva la ciliegina sulla torta: "La mattina tardi, la mattina presto, andarono a tavola con la veste nera e lo scudo nero, e tirarono fuori i voti."


Come tradurreste il titolo “Carrying the Fire” del libro dell’astronauta Michael Collins? Cerco idee
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MediaCome probabilmente ricorderete, fra i miei sogni nel cassetto c’è quello di tradurre in italiano Carrying the Fire, l’autobiografia dell’astronauta lunare Michael Collins, uno dei più bei libri del suo genere.Ci sono sviluppi in proposito, di cui per ora però non posso parlare qui. Se si arrivasse a tradurlo, che titolo scegliereste? Sono a corto di idee.Spiego brevemente il senso del titolo originale, basandomi su questa intervista a Collins del 2019 su CollectSpace e sul libro stesso: l’astronauta scelse Carrying the Fire (letteralmente “trasportare il fuoco”), con il sottotitolo An astronaut’s Journeys (“i viaggi di un astronauta”) come riferimento all’attenzione e cautela necessarie quando si effettua una missione spaziale. Come trasportereste del fuoco? Con molta attenzione, ovviamente.Scrive infatti Collins, nella prefazione all’edizione del 1973: “Inizialmente avevo intitolato il libro Il mondo nel mio finestrino, citando un cosa che avevo detto durante il volo di Apollo 11, ma più ci pensavo e più mi sembrava banale. Il titolo Carrying the Fire fu concepito durante una lunga e sconclusionata telefonata con il mio editore, Roger Straus III. Non contiene nessun trucco: è semplicemente quello che penso del volo nello spazio, se devo dirlo in tre parole. Ovviamente Apollo era il dio che portava il sole infuocato a solcare il cielo su un carro, ma a parte questo, come trasportereste del fuoco? Con attenzione, ecco come, con molta pianificazione e con un notevole rischio. È un carico delicato, prezioso quanto delle rocce lunari, e chi lo trasporta deve essere sempre vigile affinché non gli cada. Io ho trasportato il fuoco per sei anni, e ora vorrei parlarvene, in modo semplice e diretto come deve fare un pilota collaudatore, perché il viaggio merita di essere raccontato.”
Il titolo italiano non deve per forza essere una traduzione letterale. Ma vorrei qualcosa di breve, accattivante ed altrettanto ricco di significato.
Questi sono i primi suggerimenti che mi sono arrivati da Twitter e da altre fonti. Gli altri li trovate nei commenti. Immaginateli pure includendo anche un sottotitolo.
Il custode della fiamma / Il custode del fuoco
Apollo nello spazioPortatori del fuocoIl carro di ApolloPortare la fiaccolaCavalcando il fuocoSul carro del SoleViaggiando col fuocoTrainando il soleTrasportando il fuocoAlla guida del carro del sole / Alla guida del carro del fuocoSulle ali di Apollo (
fonte)La fiaccola di Apollo (fonte)Carrying the Fire: il mio viaggio verso la Luna (Lorenzo Gasparini)Col fuoco nelle mani: un astronauta racconta (Ezio Bonsignore)Cavalcando il fuoco: il viaggio di un astronauta (pgc)Da Roma alla Luna (Henry Girardin)
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Ho-mobile ammette la violazione dei dati dei clienti
via attivissimo.blogspot.it

MediaLa presunta violazione dei dati personali degli utenti Ho-mobile segnalataa fine dicembre 2020 non è più presunta. Stamattina Ho-mobile ha pubblicato questo comunicato (copia permanente), che stride un po’ con le sue dichiarazioni iniziali al Corriere di non avere “evidenze di accessi massivi ai propri sistemi informatici [...]”:HO. MOBILE DENUNCIA ATTIVITA’ ILLECITA DI IGNOTI
SU DATI DI UNA PARTE DELLA PROPRIA BASE CLIENTINessuna sottrazione di dati di traffico,
né bancari o relativi a sistemi di pagamentoInnalzati i livelli di sicurezzaStretta collaborazione con le autorità inquirentiCOVID-19 ha intensificato i crimini informaticiMilano 4 gennaio 2021 - ho. Mobile, come dichiarato ufficialmente lo scorso 28 dicembre, ha avviato indagini in collaborazione con le Autorità investigative su presunte sottrazioni di dati dei suoi clienti di telefonia mobile.
Dalle ulteriori verifiche effettuate, che sono tuttora in corso, emerge che sono stati sottratti illegalmente alcuni dati di parte della base clienti con riferimento solo ai dati anagrafici e tecnici della SIM. L’azienda comunica che non sono stati in alcun modo sottratti dati relativi al traffico (sms, telefonate, attività web, etc.), né dati bancari o relativi a qualsiasi sistema di pagamento dei propri clienti.
ho. Mobile denuncia tale attività illecita a danno dei propri clienti e comunica di aver già sporto denuncia alla Autorità inquirente e informato il Garante della Privacy, con i quali sta lavorando in stretto contatto.
Purtroppo anche ho. Mobile, come numerose altre aziende, è rimasta vittima di attacchi informatici che si sono intensificati e accelerati durante la pandemia.
In queste ore stiamo procedendo ad informare solo i clienti ho. Mobile coinvolti, e abbiamo già attivato ulteriori e nuovi livelli di sicurezza per mettere la clientela al riparo da potenziali minacce. Ulteriori azioni a protezione dei dati sottratti sono in corso di implementazione e verranno comunicate ai clienti.
Qualora i clienti vogliano comunque procedere alla sostituzione della propria SIM, potranno richiederne la sostituzione gratuita presso i punti vendita autorizzati.
Stiamo assistendo a diversi fenomeni speculativi sui social network e pertanto invitiamo i clienti a verificare direttamente con i canali ufficiali di ho. Mobile (sito, app , call center) ogni informazione ed eventuale esigenza di supporto.Domande FrequentiQuali dati sono stati sottratti?Dalle ulteriori verifiche effettuate, che sono tuttora in corso, emerge che sono stati sottratti illegalmente alcuni dati di parte della base clienti con riferimento ai soli dati anagrafici (nome, cognome, numero di telefono, codice fiscale, email, data e luogo di nascita, nazionalità e indirizzo) e tecnici della SIM. NON sono stati in alcun modo sottratti dati relativi al traffico (telefonate, SMS, attività web, etc.) né dati bancari o relativi a qualsiasi sistema di pagamento dei propri clienti.Come faccio a sapere se i miei dati sono stati sottratti?Riceverai una comunicazione dedicata in caso tu sia stato coinvolto.Ho attivato la ricarica automatica. I miei dati bancari sono stati sottratti?No, non sono stati in alcun modo sottratti dati relativi al traffico (telefonate, SMS, attività web, etc.) né dati bancari o relativi a qualsiasi sistema di pagamento dei clienti.Voglio…


Sensitivi, complottisti, assistenti vocali e coincidenze: quando George Lucas fa photobombing
via attivissimo.blogspot.it

Le coincidenze sono un fenomeno che molti fanno fatica a gestire razionalmente. C’è chi sogna un velivolo che cade e pensa di avere la chiaroveggenza quando l'indomani legge di un incidente aereo. C'è chi sospetta che il telefonino o Alexa ascolti segretamente le sue conversazioni e le usi per bombardarlo di pubblicità mirata perché una volta ha parlato di pettini per gatti e il giorno dopo gli compare la pubblicità dei prodotti da toeletta per felini. C’è chi nota che l’aereo dirottato che colpì il Pentagono l’11 settembre 2001 si schiantò proprio sulla facciata recentemente blindata e quindi teorizza che “qualcuno” abbia guidato l'aereo appositamente verso quel punto per limitare i danni ma ottenere lo stesso il panico. Eccetera, eccetera, eccetera.Il fatto è che siamo molti abili a notare le coincidenze ma incapaci di notare le non-coincidenze. Nessuno va mai in giro a raccontare di quella volta che ha sognato i numeri del lotto ma erano quelli sbagliati. Nessuno s’inquieta se in casa ha parlato di reggicalze vicino allo smartphone e Google gli propone cibo per canarini.Ma soprattutto facciamo fatica ad accettare che le coincidenze càpitano. Se un dato fenomeno avviene tante volte, prima o poi capiterà che dia un risultato insolito e improbabile. Miliardi di persone sognano tutte le notti: che qualcuna sogni qualcosa che l’indomani succede è statisticamente quasi inevitabile.E a volte succedono anche gli eventi più improbabili. I complottisti non riescono a concepire che le cose avvengano per caso. Tutto, per loro, accade in modo preordinato, secondo i piani complicatissimi del Grande Vecchio di turno. Ma se tante persone fanno una cosa tante volte, ogni tanto capiteranno le coincidenze più impensabili.Considerate questo video: una persona sta camminando per strada e sta registrando del materiale per un documentario. Dietro quella persona, di colpo, appare George Lucas.Un bell’esempio da presentare quando arriva il solito genio che dice “Ma X non può essere una coincidenza! Gombloddoh!!!!”.
---Il video è diventato virale in questi giorni, ma risale a qualche anno fa. Usando gli indizi contenuti nella ripresa ne ho trovato una
versione più estesa che fornisce un po’ di contesto: la persona che parla è Bruce Hoglund e sta parlando di pyroprocessing, di molten salt process e di electrochemistry perché sta spiegando il funzionamento di un particolare tipo di reattore nucleare. Lo spezzone è tratto da un documentario legato all’Argonne National Laboratory e intitolato Nuclear Recycling: How It Works. Il video è chiaramente girato in epoca pre-Covid da qualche parte nel continente americano, a giudicare dai cartelli stradali e dalle pubblicità sui veicoli. Appena prima dell’albergo in cui entra George Lucas c’è un ingresso di un negozio che si chiama Marlowe, e il numero civico successivo è il 110. Subito dopo si vede la scritta Nomi Kitchen Lounge Garden Spa, che è questo locale a Chicago. Con questi indizi si scopre che la scena è ripresa davanti al Park Hyatt Chicago (qui su Google Maps). Media

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Star Trek: le ceneri dell’Ingegner Scott sono state portate clandestinamente a bordo della Stazione Spaziale Internazionale
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MediaL’astronauta privato Richard Garriott ha rivelato pochi giorni fa di aver portato di nascosto sulla Stazione Spaziale Internazionale parte delle ceneri di James Doohan, l’attore che interpretò l’indimenticabile Ingegner Scott (“Scotty”) della Serie Classica di Star Trek. Le ceneri sarebbero rimaste a bordo della Stazione, nascoste in un anfratto nel quale si troverebbero tuttora.L’operazione clandestina, secondo il racconto di Garriott rilasciato al Times, è avvenuta dodici anni fa, nel 2008, quando lui ha visitato la Stazione come astronauta pagante, ed è stata tenuta segreta fino a oggi per evitare imbarazzi alle agenzie spaziali responsabili della gestione della Stazione.Doohan aveva espresso il desiderio che le sue ceneri in qualche modo raggiungessero lo spazio. Due anni dopo la sua morte, avvenuta nel 2005 a 85 anni, una parte delle sue ceneri era stata portata fugacemente nello spazio da un volo suborbitale ma era poi rientrata subito a terra. Nel 2008 un’altra parte era stata lanciata in un volo orbitale, ma la missione era fallita per un problema al vettore. Nel 2012 SpaceX aveva portato in orbita un’altra parte ancora delle ceneri, che successivamente era rientrata disintegrandosi, come previsto.Ma nel 2008 Chris Doohan, il figlio di “Scotty”, aveva contattato Garriott (che è figlio dell’astronauta Owen Garriott), pochi giorni prima della partenza di quest’ultimo per la Stazione, e gli aveva proposto di portare nello spazio delle piccolissime porzioni delle ceneri di James Doohan.Garriott ha rivelato ora che le aveva a bordo di nascosto, incorporandole nella plastificazione di tre piccole foto dell’attore, e le aveva nascoste dentro i propri manuali di volo, senza farle controllare dagli addetti alla sicurezza.Una delle foto è ora a casa di Chris Doohan; una seconda fu rilasciata nello spazio da Garriott ed ora è presumibilmente rientrata in atmosfera e si è disintegrata, mentre la terza è rimasta sulla Stazione, nascosta sotto il rivestimento del pavimento del modulo Columbus, dove dovrebbe trovarsi tuttora. L’articolo del Times include un video della foto plastificata con le ceneri di “Scotty” che fluttua a bordo della ISS, che vedete qui sotto.Here is the laminated card that @RichardGarriott gave to me. #startrek @NASAJPL #nasa pic.twitter.com/MS4wv2DJoy— Chris Doohan (@ChrisDoohan) December 26, 2020 
 
MediaLa storia dell’astronautica è ricca di oggetti e cimeli portati di nascosto a bordo, e mi risulta che il modulo Columbus sia uno dei luoghi preferiti dove depositarli. Un giorno, quando saranno oggetti di archeologia spaziale, se ne potrà parlare più apertamente.
 
Fonti aggiuntive: Chris Doohan, Snopes.
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Annunciata senza conferme la violazione dei dati personali di 2,5 milioni di utenti Ho-mobile
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MediaCircola da ieri la notizia non confermata della presunta violazione dei dati personali degli utenti dell’operatore di telefonia mobile italiano Ho-mobile. (Vodafone). Ne parlano, sempre in via dubitativa, Punto Informatico, TuttoAndroid, Dday.it.
Tutto, per ora, si basa su un paio di tweet dell’utente Twitter
@Bank_Security, che ha una buona reputazione di attendibilità e sottolinea che si tratta di una notizia, ripeto, non confermata (specifica “allegedly”, ossia “si dice che”).Secondo questi tweet, sarebbe stato messo in vendita un database contenente i dati personali di due milioni e mezzo di utenti Ho-mobile: indirizzi di mail, codice fiscale, numero di telefono, indirizzo, e ICCID, usabili per commettere intrusioni nei servizi di home banking.Su Pastebin è stata pubblicata la struttura di questo presunto database. Per il momento non sono a conoscenza di reazioni da parte di Ho-mobile. Se fosse confermata la violazione, sarebbe inevitabile una notifica al Garante per la privacy.Posso solo consigliare la massima prudenza agli utenti di Ho-mobile: aspettatevi di tutto, siate vigili sulle vostre bollette e su qualunque servizio legato alla vostra utenza mobile (per esempio per gli SMS di conferma di accesso), e non abboccate a messaggi che vi dicono di cliccare da qualche parte per risolvere la situazione. Cybersecurity360.it ha vari consigli tecnici specifici sulle misure di prevenzione che potete adottare. Non è il caso, a mio parere, di passare ad altro operatore, anche se il silenzio di Vodafone/Ho-mobile sulla vicenda non è incoraggiante.
A Ho-mobile posso solo chiedere due cose: la prima è ovviamente di fare chiarezza sulla notizia. La seconda è licenziare il creatore dello slogan più imbecille della storia della telefonia mobile. Già ci sono seri problemi di analfabetismo di ritorno: l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è gente che crei ulteriore confusione.
 A Threat Actor is selling a Database of the Italian mobile service provider ho. (
https://t.co/N5IYO88bja) owned by @VodafoneIT 🇮🇹.

The dump allegedly includes 2,500,000 customers' PII Data, Phone Numbers & ICCID that can be exploited for SIM swap attacks to empty Bank accounts. pic.twitter.com/yR193Mt3CS— Bank Security (@Bank_Security) December 28, 2020Here an example of the stolen data:
- email
- fiscal Code
- phone Number
- sim Iccid
- address
- city

Here the full list:
https://t.co/RrlTMITLpc pic.twitter.com/4byhYnNT4n— Bank Security (@Bank_Security) December 28, 2020
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Lo strano caso di Susanna Gallesi, la medium “certificata dall’Università di Pavia” secondo Pomeriggio 5 (seconda parte)
via attivissimo.blogspot.it

La prima parte di quest’indagine è qui.Ci sono un po’ di aggiornamenti a proposito della presunta “certificazione” di una sensitiva, Susanna Gallesi, da parte di un’università italiana, inizialmente indicata erroneamente come l’Università di Pavia dal programma TV italiano Pomeriggio 5. L’attribuzione è poi passata all’Università di Padova, ma anche questa “certificazione” è stata smentita.La “certificazione” è stata data in realtà da un gruppo di ricercatori che lavorano o studiano presso l’Università di Padova ma hanno usato il marchio dell’Università senza alcuna autorizzazione.C’è stata infatti una chiara presa di posizione dell’Università di Padova, riportata da
PadovaOggi:«L’Università di Padova ovviamente non certifica in alcun modo “facoltà medianiche», spiega Giulio Vidotto, direttore del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova ⁦@pomeriggio5⁩ ⁦@disinformatico⁩ ⁦@UniPadovahttps://t.co/TjNmNPyum4— PadovaOggi (@padovaoggi) December 24, 2020Le parole di Giulio Vidotto, direttore del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova, non lasciano spazio a dubbi:L’Università di Padova ovviamente non certifica in alcun modo “facoltà medianiche” [...] L’uso non autorizzato di nome e logo, per di più da parte di persone che non fanno parte della comunità accademica patavina, verrà perseguito nelle sedi appropriate, in modo da tutelare ateneo e dipartimento di Psicologia Generale. Il Dipartimento di Psicologia è uno dei tredici dipartimenti dell’Università di Padova selezionati e finanziati come eccellenti, nel 2018, dall’allora Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.La vicenda è stata analizzata in grande dettaglio da Query, la rivista ufficiale del CICAP, che spiega che alcuni dei nomi coinvolti della vicenda sono vecchie conoscenze del CICAP.Sul sito dell’Università di Padova c’erano delle pagine legate a questi ricercatori. Ora sono state rimosse. Ma Internet non dimentica.
Nella
pagina principale del sito di Patrizio Tressoldi (copia permanente; screenshot qui sotto), uno dei ricercatori in questione, viene linkato un Science of Consciousness Research Group. Media
Il link punta a
http://dpg.unipd.it/en/soc, che attualmente dà un 404 not found, ossia non esiste più.Media Ma fino a pochi giorni fa il link era funzionante, e il 18 dicembre 2020 portava a queste informazioni. Media
Sono scomparse anche molte…


CICAP dan repost
🎄⛄️🎄 BUON 25 DICEMBRE! 🎄⛄️🎄
Non tutti sanno che il 25 dicembre si festeggia anche il compleanno di Sir Isaac Newton, grande scienziato considerato il padre della fisica classica.
A lui è dedicato il recente ▶ video di CICAP+ Scienza nonché il ✂ paper Newton che vi invitiamo a costruire e condividere sui social.

Che oggi festeggiate il compleanno di un personaggio famoso o che ricordiate la festa del Sole Invitto, il CICAP vi augura di trascorrere una splendida giornata! 🎉

🍎 Merry Grav-Mass. Buon Gravitale.
🔗 @CICAP


Storie di (pseudo)scienza: quella volta che andai a una seduta spiritica
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MediaLa parapsicologia mi ha affascinato sin da ragazzino. L’idea che si potessero leggere i pensieri o trasmetterli a distanza, o che quei piegatori di cucchiai che vedevo alla TV fossero realmente una nuova frontiera della conoscenza, mi entusiasmava. Poi mi accaddero due cose che contribuirono tantissimo a farmi diventare il cacciatore di bufale e debunker che sono oggi.La prima fu la lettura folgorante di Viaggio nel Mondo del Paranormale di Piero Angela (ho ancora qui la mia copia del 1979, che decenni dopo riuscii a farmi autografare da Angela e da James Randi), ispirata dalla visione della sua serie di documentari Indagine sulla parapsicologia alla Rai (1978). Lì avevo visto il prestigiatore Silvan che faceva un’operazione chirurgica a mani nude come i guaritori filippini particolarmente impressionante. Coincidenza delle coincidenze, in quella serie c’era anche un allievo di James Randi che anni dopo avrei ritrovato come figura chiave del complottismo sull’11 settembre, ma questa è un’altra storia.Scoprire che quei fenomeni erano frodi o autoinganni fu un misto di delusione, incredulità e rabbia verso chi ingannava il prossimo, che però fu compensato dalla scoperta delle loro tecniche e dei meccanismi di autoinganno che si annidano in ciascuno di noi. Una porta si chiudeva, ma se ne apriva una ancora più interessante.La seconda cosa che mi capitò fu una seduta spiritica.All’epoca ero sedicenne e abitavo a Bereguardo, uno dei tanti nebbiosi e soporiferi paesini della Lombardia: quattro case, sei cascine, una chiesa, una rosticceria, una scuola, una scritta “Credere obbedire combattere” ancora leggibile sul muro nella piazza principale, tante zanzare e poco altro. Una famiglia che arrivava da fuori, come noi, era talmente strana che eravamo noti semplicemente come “gli inglesi”. Una delle poche amiche di mia madre era convinta che noi avessimo la bocca fatta in modo diverso perché sapevamo pronunciare il th di toothpaste. C’era anche una “discoteca”, poco più di una stanza con un impianto audio, un po’ di luci colorate, qualche divano igienicamente discutibile e un modesto spazio centrale dove ballare, ma era sufficiente ad attirare i giovani della zona che non avevano l’auto per andare altrove. Purtroppo attirava anche gente poco raccomandabile da fuori, tanto che una sera la quiete del paesino fu scossa dalla notizia dell’uccisione di uno dei buttafuori.Il locale rimase chiuso a lungo dopo la tragedia, e ad alcuni ragazzi della mia compagnia venne un’idea macabra: organizzare una seduta spiritica proprio in quella discoteca. Erano gli anni in cui andava in onda in TV lo sceneggiato La Traccia Verde (1975), in cui il testimone principale di un assassino era una pianta con la quale si poteva comunicare e che captava le “vibrazioni” del colpevole, ed erano di moda i piegatori di cucchiai “col pensiero” come Uri Geller. Alla TV si facevano esperimenti per trovare i “mini-Geller” italiani (la trash TV non è un’invenzione di oggi) e spopolavano i maneggiatori di pendolini (non i treni, ma i ciondoli appesi a un filo da far girare sopra un oggetto per estrarne messaggi ultraterreni). Il paranormale era, si direbbe oggi, diventato mainstream. Per cui la proposta fu accolta con brivido e interesse da molti di noi, me compreso.La seduta sarebbe avvenuta usando la cosiddetta Ouija board: una tavola sulla quale si appoggiava un bicchiere capovolto, sul quale tutti i partecipanti appoggiavano un solo dito. Il bicchiere si sarebbe…


CICAP dan repost
Cosa possiamo ragionevolmente dire del fenomeno della liquefazione del sangue, e in particolare del fatto che il sangue a volte si scioglie e altre volte no, pur essendo ogni volta maneggiato e trattato secondo rituali molto simili tra loro?

🩸Sulla mancata liquefazione del cosiddetto “sangue di San Gennaro”

🔗 @CICAP


Lo strano caso di Susanna Gallesi, la medium “certificata dall'Università di Pavia” secondo Pomeriggio 5
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Pochi giorni fa, il 16 dicembre, il programma Pomeriggio 5 ha pubblicato
questo tweet, nel quale presentava una “medium certificata dall’Università di Pavia” (il video della dichiarazione è qui su Youtg.net).Media
Mi sembrava strano che l’Università di Pavia avesse certificato una medium, per cui ho
chiesto lumi pubblicamente:In che senso "certificata"? Da quale facoltà universitaria? Grazie.— Paolo Attivissimo (@disinformatico) December 16, 2020L’account ufficiale dell’Università di Pavia mi ha risposto pubblicamente dicendo “Ovviamente (ma c’è bisogno di dirlo?) l’Università di Pavia non certifica medium” (copia permanente).Media
Dopo questa dichiarazione dell’Università di Pavia, ho chiesto pubblicamente chiarimenti a Pomeriggio 5:
@pomeriggio5 L'Università di Pavia dice che non certifica medium: https://t.co/uBSQsQ5QyA Come lo spiegate? È una #fakenews? Grazie.— Paolo Attivissimo (@disinformatico) December 17, 2020Non ho ricevuto risposta, ma il tweet di Pomeriggio 5 è stato rimosso. Rimane conservato e citato da varie fonti e in screenshot (Bufale.net, Movieplayer, IlSussidiario, PrimaPavia, Giornalettismo, Solodonna, Caffeinamagazine).Avrei lasciato perdere questa faccenda se non ci fosse stato un seguito:Volevo informare @disinformatico che la medium di Pomeriggio 5 mi ha scritto poco fa per comunicarmi che mi denuncerà per aver condiviso su Facebook il botta e risposta che c'è stato tra lui, la trasmissione…


Il CEO di Toyota si scaglia contro le auto elettriche. Indovinate quante ne ha in catalogo
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MediaFonte: The Observer.
Me ne sarei stato zitto volentieri, ma visto che molti di voi mi hanno chiesto di commentare le dichiarazioni di Akio Toyoda,* CEO di Toyota, scrivo qui due righe veloci.*Tolgo di mezzo subito un equivoco: Toyoda è il cognome del CEO e si scrive con la D. Toyota è il nome dell’azienda e si scrive con la T.Stando ai giornali, Toyoda ha detto che l’auto elettrica è un “business immaturo con costi energetici e sociali insostenibili” (
Sole 24 Ore). Ha argomentato che i veicoli elettrici hanno un impatto ambientale, sia durante la produzione sia durante l’uso.Beh, non è una grande rivelazione. Nessuno ha mai detto che le auto elettriche si fabbricano usando polvere magica e consumano forfora di unicorno. Anzi, è indubbio che la produzione di un’auto elettrica ha un impatto ambientale maggiore rispetto alla produzione di un’auto tradizionale, anche se questa differenza si pareggia dopo qualche decina di migliaia di chilometri d’uso, perché l’elettrica non produce gas di scarico mentre l’auto tradizionale continua a farlo per tutta la sua vita.È altrettanto indubbio che l’auto elettrica abbia un impatto ambientale durante l’uso, se viene caricata con energia elettrica proveniente da fonti che hanno un impatto ambientale. Ma le reti elettriche stanno diventano man mano più pulite e questo impatto, già oggi minore di quello delle auto tradizionali, non fa che diminuire ulteriormente nel tempo. Le mie due auto elettriche sono caricate con energia idroelettrica già adesso. Molti proprietari di auto elettriche installano pannelli solari per caricare con il sole. Fatelo con un’auto a benzina o gasolio.Toyoda ha anche suggerito di “rendere più green la produzione di elettricità e poi in seconda battuta di adeguare le infrastrutture” e di non puntare soltanto sulle vendite di vetture ad emissioni zero, e su questo ha pienamente ragione. L’auto elettrica, da sola, non fa miracoli. Riduce sicuramente l’inquinamento locale, per esempio in città, come ben sa chi porta i bambini a passeggio ad altezza di tubo di scappamento, ma rischia di spostarne parte altrove. L’auto elettrica non è una soluzione magica: ha bisogno di misure di contorno.In questo senso presumo che Toyoda si riferisca soprattutto al caso specifico del Giappone, dove il 70% dell’energia elettrica deriva da fonti fossili (principalmente carbone e gas naturale) e i trasporti consumano il 38% del petrolio. La situazione in altri paesi è ben diversa già oggi. Il CEO di Toyota ha anche detto che le auto elettriche sono troppo costose e rischiano di essere un lusso per ricchi. Ma forse non ha considerato che il prezzo delle batterie (il maggior fattore di costo di un’elettrica, circa il 20%) è sceso dell’88% nel corso di un decennio e continua a scendere, secondo


L’ultima puntata dell’anno del Disinformatico alla radio
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È disponibile la puntata di stamattina del Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera, condotta da me insieme a Tiki. A causa di una rara cospirazione calendariale, è già l’ultima dell’anno.Argomenti trattati:BitcoinUp, occhio alle trappoleGoogledown mondiale, promemoria di dipendenza digitalePerché Samsung toglie la radio FM dai propri telefonini? C’entra una legge italianaMi richiamano i truffatori della finta “assistenza Microsoft”. Stavolta ci gioco un po’Podcast solo audio: link diretto alla puntata; link alternativo.App RSI (iOS/Android): qui.Podcast audio precedenti: archivio sul sito RSI, archivio su iTunes e archivio su TuneIn, archivio su Spotify.Buon ascolto!Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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🔗 @ildisinformatico


BitcoinUp, occhio alle trappole
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MediaMi è arrivata una segnalazione (grazie Lorenza) di un messaggio molto sospetto che sta circolando: una notifica che arriva sugli smartphone e secondo la quale il politico italiano Matteo Salvini sarebbe stato ospite di un programma di una rete televisiva italiana (“la trasmissione di Floris”, presumo si riferisca a “Dimartedì” su La7, condotto da Giovanni Floris) e avrebbe parlato dei miracoli di questa app basata sui Bitcoin.Sempre secondo la notifica, il conduttore della trasmissione si sarebbe iscritto all’app come dimostrazione in diretta.Non mi risulta che sia successo nulla del genere: la notifica fa probabilmente parte dei tanti tentativi di speculare sull’interesse per i bitcoin. Alcuni di questi tentativi sconfinano nella truffa e nell’abuso, usando appunto nomi di programmi televisivi o di celebrità senza il loro consenso o addirittura inventando finte pagine di giornale che magnificano le opportunità di guadagno dei loro servizi, come questa falsa pagina di Repubblica che parla di Maria de Filippi, il cui ultimo investimento avrebbe “lasciato gli esperti a bocca aperta e spaventato le banche” (copia permanente su Archive.is):Media
Di questa tendenza parla anche Marco Cavicchioli in questo video, con molti esempi di finte pagine di giornali che sembrano promuovere servizi legati alle criptovalute.Finte notizie come queste purtroppo approdano anche su testate giornalistiche reali, come ho raccontato il mese scorso, causando ancora più confusione nei lettori, che si fidano di quello che vedono scritto.
La notifica ricevuta dalla lettrice parla specificamente di un’app denominata BitcoinUp, il cui sito fa promesse mirabolanti (“i nostri algoritmi di trading stanno generando risultati folli per i nostri clienti [...] guadagna potenzialmente fino a $ 1500 il primo giorno di negoziazione [...]”), ed è interessante leggere quali sono le conseguenze per chi si iscrive a BitcoinUp, secondo il racconto di Lorenza: ha scaricato d’impulso l’app e vi ha inserito nome, cognome e numero di telefono.“Da lì sono tempestata di chiamate con prefissi da Romania, Inghilterra, Svizzera, Germania o Austria, li sto bloccando ma mi arrivano sempre chiamate con numeri diversi. Ad una ho risposto e hanno riappeso.”Ora Lorenza non vuole essere più contattata, ma ormai il suo numero è nelle rubriche di altri partecipanti a BitcoinUp.Posso solo ripetere per l’ennesima volta le raccomandazioni classiche: non bisogna credere a tutto quello che si legge, anche se sarebbe legittimo aspettarsi dalle testate giornalistiche un minimo di controllo in più, e qualunque offerta che vi sembri troppo bella per essere vera probabilmente non è vera. Purtroppo le ristrettezze economiche aumentano il desiderio di trovare vie d’uscita, e il valore crescente dei bitcoin attira speculatori e imbroglioni in cerca di vittime vulnerabili. Siate prudenti, e non date i vostri dati al primo che passa.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


Googledown mondiale, promemoria di dipendenza digitale
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MediaLunedì 14 dicembre, intorno alle 13, quasi tutti i servizi di Google sono andati in tilt per circa 50 minuti. È bastata un’ora scarsa di disservizio per creare un’ondata di panico planetario, dovuto al fatto che milioni di utenti non riuscivano più a mandare mail, scrivere o consultare i propri documenti custoditi online nel cloud, sfogliare l’agenda di Calendar, guardare video su YouTube, gestire i propri assistenti vocali, consultare mappe e fare lezioni a distanza con Meet.I servizi sono tornati alla normalità dopo appunto una cinquantina di minuti, secondo il resoconto pubblicato da Google, che spiega che avevano smesso di funzionare tutti i suoi servizi che richiedevano un’autenticazione tramite account. In effetti il motore di ricerca ha continuato a funzionare, e YouTube era consultabile tramite navigazione in incognito, ma qualunque servizio che richiedesse login e password di Google era inaccessibile.Nelle ore successive ci sono stati problemi con Gmail, per cui molti account di posta risultavano inaccessibili e chi cercava di mandare mail a quegli account riceveva una risposta automatica del tipo “questo account non esiste” (un bel “550-5.1.1 The email account that you tried to reach does not exist."
La causa scatenante,
dice sempre Google, è stata “un problema con il nostro sistema automatizzato di gestione delle quote che ha ridotto la capacità del sistema centrale di gestione delle identità”.Non è il primo blackout del genere: Downdetector ne ha catalogati parecchi quest’anno, anche se non così vasti, e Wikipedia nota che un’altra sospensione dei servizi primari di Google è avvenuta ad agosto 2020 e che anche l’11 novembre scorso si è verificato un blocco simile.Ci sono un paio di lezioni da portare a casa a proposito di questo incidente.La prima è sicuramente che siamo enormemente dipendenti da Google e che è meglio preparare un piano d’emergenza che consenta di continuare a operare almeno in forma ridotta se Google va in tilt. Il vostro impianto luci o di riscaldamento domotico è comandabile anche senza passare per Google? Dipendete dal vostro assistente vocale Google Home per qualche funzione importante (penso ai disabili o a chi ha mobilità ridotta per infortunio o malattia, per esempio)? La vostra azienda o scuola è paralizzata se i servizi di Google non funzionano? Procuratevi un Piano B.I’m sitting here in the dark in my toddler’s room because the light is controlled by @Google Home. Rethinking... a lot right now.— Joe Brown (@joemfbrown) December 14, 2020It’s when google is down and you can’t heat your home that you realise how scarily reliant you are on google

👀
pic.twitter.com/9lsk0c6kRN— Alex Dunsdon (@alexdunsdon) December 14, 2020Senza arrivare a questi livelli estremi, vale la pena di cogliere l’occasione per chiedersi se è davvero una buona idea usare la login di Google per accedere a servizi di altri fornitori. Certo, è comodo, ma se Google si blocca diventa impossibile accedere non solo ai servizi di Google ma anche…

20 ta oxirgi post ko‘rsatilgan.

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