NuovoAtlante
di Alessandro Orsini
Bombe su Gaza. Dal 7 ottobre c’è una “vera” Meloni contro la “finta”
Uno dei fatti più impressionanti dell’informazione in Italia è che nessuno abbia mai chiarito la posizione ufficiale di Giorgia Meloni verso il bombardamento di Gaza. Per capire la “vera” Meloni, occorre ricostruire le sue decisioni verso Gaza dal 7 ottobre 2023 a oggi. Soltanto in questo modo potremo distinguere ciò che Meloni dice da quel che fa. Tutti sentono dire che Meloni vorrebbe una tregua a Gaza. In realtà, Meloni opera affinché Gaza venga bombardata per tutto il tempo che Netanyahu riterrà necessario. Esibisco alcuni documenti.
Il 28 ottobre 2023, Giorgia Meloni si è rifiutata di votare in favore di una tregua umanitaria all’Onu per interrompere lo sterminio dei palestinesi a Gaza. In quell’occasione, Meloni ha dichiarato, per bocca dell’ambasciatore italiano all’Onu: “Sempre solidali con Israele”. Il 26 gennaio 2023, quando la Corte internazionale di giustizia dell’Onu ha avviato il processo per genocidio contro Israele, Meloni si è schierata dalla parte di Netanyahu contro i palestinesi. Meloni si è sempre opposta alle indagini della magistratura sui crimini di Netanyahu a Gaza. Prove? Il 19 maggio 2024, quando il procuratore capo della Corte penale internazionale, Karim Khan, ha chiesto un mandato d’arresto contro Netanyahu, Meloni ha definito la richiesta “del tutto inaccettabile” per bocca di Tajani. Il 21 novembre 2024, quando la Corte penale internazionale ha spiccato il mandato di cattura contro Netanyahu, Meloni ha delegittimato i suoi giudici per bocca di Tajani. Secondo Meloni, il mandato di cattura è l’atto politico fazioso di un gruppo di giudici che vuole attaccare ingiustamente Netanyahu.
Meloni ha dato a Netanyahu, a sterminio in corso, le seguenti armi: bombe, granate, siluri, mine, missili, cartucce e altre munizioni, proiettili e loro parti, per un valore di 730.869,5 euro a dicembre 2023, quasi raddoppiati a 1.352.675 euro a gennaio 2024. Il 19 settembre 2024, Meloni si è rifiutata di votare in favore di una risoluzione Onu che chiede a Israele di porre fine all’occupazione dei territori palestinesi in solidarietà con Netanyahu che, in quei luoghi, uccide i palestinesi tutti i giorni. L’11 ottobre 2024, nell’ultimo MeD9 a Cipro, Meloni ha impedito l’inserimento di un brano contro la vendita di armi a Israele – richiesto da Macron e Sanchez – nella nota con cui Francia, Italia e Spagna hanno condannato l’attacco israeliano contro Unifil. Il 15 ottobre 2024 alla Camera, Meloni ha dichiarato di continuare a fornire assistenza militare a Netanyahu. Meloni ha chiarito che sta rispettando i contratti di fornitura militare autorizzati prima del 7 ottobre 2023. Non ne ha firmati di nuovi, ma rispetta quelli vecchi. L’8 dicembre 2024, quando Israele ha occupato nuove porzioni di territorio siriano, Meloni si è rifiutata di condannare Netanyahu, nonostante la condanna dell’inviato speciale Onu per la Siria, Geir Pedersen.
Il 20 dicembre 2024, Netanyahu ha dilaniato con le bombe 12 membri di una famiglia a Jabalia tra cui 7 bambini, a nord di Gaza. Due giorni dopo, il 22 dicembre, Giorgia Meloni ha inviato Crosetto a Tel Aviv per stringere le mani del ministro della Difesa israeliano responsabile della strage, Israel Katz, e assicurargli l’appoggio dell’Italia. Meloni avrebbe potuto annullare l’incontro per protesta contro quell’eccidio, ma non l’ha fatto perché Meloni è schierata con Netanyahu contro i palestinesi. Eccoci giunti alla nostra conclusione “realista” che distingue i discorsi dai comportamenti. C’è una “finta” Meloni che chiede la tregua, e una vera Meloni che opera affinché Gaza continui a essere bombardata.
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui
Giorgio Bianchi Photojournalist